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La primavera di Conversano(1950-1954)

Sessantadue anni fa per la prima volta sedeva in Consiglio comunale una donna, Giuseppina L’Abbate, eletta nella lista Garibaldi del PCI di Conversano nelle amministrative del 1952. Da Pci e CGIL fu dato particolare rilievo ad un’importante categoria: le donne lavoratrici in generale. Non veniva rispettata la legge sulla tutela fisica e morale della lavoratrice-madre. Le ragazze che si sposavano venivano licenziate dagli industriali. Le donne erano discriminate nei salari rispetto agli uomini, non si riconoscevano i diritti civili e morali sanciti dalla Costituzione.

Si stabilì di determinare la «Carta dei Diritti della Donna italiana e della donna lavoratrice» per il riconoscimento dei diritti democratici, civili, economici, sociali della donna. Il professore Oronzo Marangelli, segretario della locale sezione del PCI di Conversano, affidò all’insegnante Giuseppina L’Abbate l’incarico di sensibilizzare ed organizzare su questi problemi le donne di Conversano. Dette rilievo ai problemi connessi alla condizione femminile. Anche se andava controcorrente. Tale linea, infatti, non era bene accetta dai militanti della sinistra. Fin dai primi giorni del 1946 si ebbero nel Paese cortei di reduci disoccupati che chiedevano il licenziamento delle donne lavoratrici per far posto agli ex-combattenti. In aprile anche a Bari, questi, inalberando cartelli con richieste analoghe, costrinsero tutti i negozi a chiudere, saccheggiarono una cooperativa democristiana e tentarono di appiccare il fuoco al portone della Prefettura.

© Riproduzione riservata 07 Febbraio 2014

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