aggiornato il 09/12/2011 alle 13:08 da

Povia: il Pd mi dica dove avrei sbagliato

GIOIA – povia_003Uno dei protagonisti delle vicende politiche delle ultime settimane è Sergio Povia. Proviamo a conoscere il suo punto di vista riguardo faccende quali: cambio di regia nel “Pd”, autosospensioni e divorzi con “La Puglia prima di tutto”.

Sergio Povia e il “Pd”: qual è la situazione attuale? Tempo fa si è autosospeso ma di fatto ha intenzione di rientrarvi?

“La mia autosospensione è stata determinata dal deterioramento del rapporto tra me ed una parte della segreteria, la stessa che ha preteso il mio deferimento all’attenzione dei probi viri sollecitandone una punizione esemplare. Aspetto di essere convocato per sapere quale delitto avrei commesso”.

La sensazione è quella che una parte del partito sarebbe pronto ad “accoglierla” e che un’altra invece le sia ostile. Quanto c’è di vero in questo?

“E’ storia vecchia. Una parte del partito riconosce la storia che abbiamo scritto insieme dal ‘95 in poi ed ascrive al lavoro di quegli anni il successo e lo sviluppo della nostra città rispetto al territorio del sud-est barese. In quel periodo abbiamo recuperato ed annullato i ritardi di anni di disamore  e cattiva amministrazione candidandoci alla leadership delle buone prassi in campi come la cultura, i servizi sociali, le infrastrutture per lo sport, lo sviluppo del territorio e quello economico. Un gran lavoro. Altri invece hanno curato con perseveranza la distanza che intercorre tra il saper fare e l’opinare senza mai misurarsi con il consenso popolare. Così va il mondo”.

Il recente cambio alla guida del partito con Valletta e Ludovico, di fatto a suo giudizio apre uno scenario politico diverso?

“Più che cambio parlerei di cooptazione. Trovo quantomeno irrituale che un segretario di dimetta e la “sua” segreteria rimanga in carica. Sarebbe stato meglio un atto di discontinuità con una reggenza fino al congresso magari dopo il voto della prossima primavera. Tuttavia è chiaro che l’innesto di Vito Ludovico aprirà una pagina nuova rispetto alla autoreferenzialità di chi non si è mai sottoposto ad un giudizio popolare”.

Italia Futura è un’associazione. Dunque come si colloca all’interno dell’attuale scenario politico e con quali prospettive di alleanze?

“Italia futura è una associazione culturale che nasce in un momento difficile della vita politica e democratica del nostro paese. L’intento dell’associazione è quello di risvegliare un profilo di attività civica e politica in soggetti individuali e collettivi sfiancati da quasi 20 anni di trincee politiche contrapposte. La possibilità dunque, di ricercare un luogo fisico ed intellettuale in cui i riformatori della sinistra moderata ed i liberali di una destra moderna sappiano trovare i punti di equilibrio per il bene del paese senza sottostare alle pressioni che le ali estreme dei due schieramenti hanno esercitato in questi anni. Per non tacere poi della quantità enorme di cittadini che hanno smesso da tempo di esercitare il diritto di voto che potrebbero essere recuperati da una politica non più urlata e muscolare. Sulle prospettive ed alleanze credo si possano misurare tutti coloro che hanno questo schema nelle corde della propria attività politica”.

Notizie ormai confermate vorrebbero definitiva la rottura proprio tra “Italia Futura” e la “Puglia prima di tutto”. Il polo dei moderati è per caso morto quando ancora era sul nascere?

“Ad oggi “La Puglia prima di tutto” ha deciso un percorso in sintonia con il deliberato del proprio direttivo locale rinunciando alla possibilità di costruire collettivamente con consultazioni all’interno del polo moderato una nuova fase della politica locale. Il polo dei moderati è un laboratorio a disposizione di tutti coloro che vogliano misurasi sul merito delle cose partendo dalla consapevolezza dei problemi di Gioia del Colle”.

Rinnovamento e bene comune: secondo quali logiche ritiene la sua politica possa tradurre in atti queste che sono due esigenze impellenti per la politica gioiese?

“Rinnovamento e bene comune sono due esigenze universali. Il rinnovamento non può essere una responsabilità individuale in quanto frutto della chiamata al dovere civico di una intera collettività. Dal 1995 ci sono state a vario titolo in sei giunte e credo cinque cda presso l’Amiu prima e la Spes poi. All’ingrosso 80 persone circa che si sono occupate di politiche locali ed ancora  all’interno dei partiti sono emersi consiglieri che hanno rinnovato per età e professione la vita politica di Gioia del Colle. Se partiamo da questi dati come non considerare  rinnovata la nostra classe politica? Se invece, come temo, il problema è: perché alcuni sono eletti ed altri no rispondo: é la democrazia! Non vedo legioni di nuovo che avanza anzi tra quei pochi che vengono avanti si intravedono personaggi obsoleti che si consumano tra indiscrezioni e smentite. Sul bene comune sono sicuro di non dover rassicurare nessuno certo come sono del bilancio tra i progetti promossi ed i risultati conseguiti che sono ancora oggi il vanto degli ultimi anni della vita della nostra città”.
© Riproduzione riservata 09 Dicembre 2011

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