aggiornato il 24/06/2015 alle 10:03 da

Per la cerasicoltura prezzi poco remunerativi

piero liuzziDALLA PUGLIA – Il sen. Piero Liuzzi, capogruppo a Palazzo Madama dei Conservatori e Riformisti, ha portato all’attenzione dell’assemblea dei senatori la questione della scarsa remuneratività della coltivazione delle cilieve in Puglia. “Nelle ultime settimane – ha affermato – i prezzi alla produzione sono scesi vertiginosamente fino a 80 centesimo al chilogrammo”.
“Per chi non è addetto ai lavori – ha continuato il parlamentare pugliese – va specificato che trattasi di un prezzo per nulla remunerativo, irrisorio rispetto alle risorse impiegate ed al tempo di coltivazione, mortificante della professionalità dei coltivatori”. Il produttore pugliese di ciliegie che si avventura a raccogliere il frutto dall’albero, perde tanto danaro: “gli conviene non raccogliere i gustosi frutti e lasciarli marcire sui rami” sostiene Liuzzi che si è pure chiesto: “questa decisione, francamente, non ha tutta l’aria del paradosso, se non proprio della beffa? Nell’anno di Expo, ad esempio, non suona come ossimoro al messaggio ecologico e salvifico del cibo che nutre il Pianeta? Ma i coltivatori di Sammichele di Bari, Turi, Conversano, Castellana grotte, Casamassima, Rutigliano, Putignano, Noci ed Alberobello – per rimanere nell’areale tradizionalmente vocato alla cerasicoltura, come pure di Bisceglie ed altri centri del Nord Barese – hanno alternative oggi per evitare la tragica scelta? Hanno altre prospettive che li inducano ad adoperarsi per organizzare la raccolta? Quanto è lontano dai frutteti di Puglia la poetica del Giardino dei Ciliegi di Cechov? “. “Il cultivar Ferrovia – ha detto l’ex sindaco di Noci – e’ nato negli anni ’30 nei pressi dei binari della linea ferrata della società Sud Est. Lungo quelle rotaie nei primi del Novecento viaggiavano le speranze e lo sviluppo”. “Si dice – ha chiosato – che i prezzi vengano imposti da un cartello di trader, che quest’anno la concorrenza del prodotto proveniente da Grecia ed altri Paesi mediterranei sia agguerrita, che le organizzazioni di categoria poco o nulla fanno per salvaguardare prodotto e filiera”. È così ha concluso:” Occorre che la Regione Puglia, il Ministero dell’agricoltura e le comunità municipali interessate si mobilitino ed escano dalla condizione di rassegnazione, promuovano iniziative proattive, utilizzino saggiamente le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. Necessita cioè intervenire per sostenere il settore, anche adottando misure finanziarie di contribuzione a parziale ristoro delle fatiche dei veri protagonisti della coltivazione di ciliegie”.

© Riproduzione riservata 24 Giugno 2015

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