aggiornato il 31/01/2018 alle 16:00 da

Sequestrato un impianto di distribuzione carburante per unità da pesca

impianto distribuzioneimpianto distribuzione2MOLA – Il personale della Guardia Costiera del Nucleo Operativo Polizia Ambientale della Direzione Marittima di Bari, nell’ambito di una mirata attività di verifica e controllo a tutela dell’ambiente marino e costiero, nella giornata di ieri ha posto sotto sequestro nel porto di Mola di Bari un impianto di distribuzione di carburante per pescherecci ormai ridotto in precarie condizioni, in quanto non più utilizzato in concessione dopo la morte del titolare. L’impianto è stato affidato in custodia giudiziale al responsabile dell’ufficio demanio della locale Civica Amministrazione. Il distributore di gasolio marino, sprovvisto di adeguato impianto di trattamento delle acque di prima pioggia, presentava evidenti segni di degrado strutturale per la prolungata assenza di qualsiasi intervento di manutenzione, oltre a costituire una potenziale fonte di inquinamento perdurando la presenza di residui di combustibile nei vetusti serbatoi interrati sulla banchina portuale, la cui mancata inertizzazione non escluderebbe anche un pericolo di esplosione dei gas presenti. Le indagini hanno consentito di accertare anche evidenti responsabilità a carico del Comune di Mola che ha omesso di decretare la decadenza della concessione, oltre a consentire agli eredi del defunto di presentare un’istanza di sub-ingresso nella stessa concessione oltre i termini previsti (sei mesi dalla morte del defunto), di fatto non consentendo a terzi di poter concorrere per l’assegnazione dell’esercizio dell’impianto, arrecando un grave danno erariale per il mancato introito dei relativi canoni. Gli eredi, per giunta, non hanno mai regolarizzato la loro posizione, non assumendosi la responsabilità di riprendere l’attività. L’impianto, quindi, lasciato colpevolmente in completo abbandono per anni a causa del disinteresse dei privati e dell’ingiustificata inerzia dell’amministrazione competente, ha costituito sino ad oggi un pericolo concreto per l’ecosistema marino e la pubblica incolumità a cui si è posto la parola fine.

© Riproduzione riservata 31 Gennaio 2018