aggiornato il 16/07/2010 alle 16:41 da

Macho Chérie spopola a “Miss Drag Queen 2010”

MOLA – Si è piazzato al terzo posto di un concorso a risonanza nazionale che ha visto la lunga scìa degli adepti allo spettacolo  “Miss Drag Queen 2010”, cavalcare un palco sotto una giuria specializzata di votanti. Lui si chiama, in arte Macho Chérie, classe 1983, è molese ma per una serie di ragioni preferisce rimanere non rivelare la sua vera identità.  Esuberante, concitante nei movimenti tanto da essere sinuoso  come una gatta , appariscente come solo l’estremizzazione della femminilità su di un maschio riesce ad essere sotto le luci di una ribalta di gara. Fax ha l’onore d’intervistarlo e sottopone l’esperienza a chi, lontano dalla realtà laziale, ne percepisce l’esistenza solitamente attraverso la televisione.

Macho Chérie: un nome che dà l’idea di  un genus  hominis ma, assieme, di raffinatezza francese.  Come mai questa decisione di appellarsi così?

Credo fortemente nel valore dell’intelligenza collettiva come la punta di diamante dell’evoluzione che ci rende “superiori a tutte le specie. La scelta del nome come dell’identità di questo personaggio non sono stati una scelta casuale e solitaria. Desideravo un personaggio sul quale riversare l’intento creativo non solo mio ma che fosse il frutto di una  lettura a più mani. Da tempo coltivavo l’idea di creare un “posto franco” sollevato dalle definizioni sessuali che fosse una fusione onirica di due universi opposti. Macho Chérie è un idea, un gioco e poi il risultato di più addendi. Partecipare ad un concorso (Miss Drag Queen Lazio 2010 ndr) come questo è un modo per mettersi in vetrina e dimostrare l’altra faccia del proprio ego: quella  fuori dalle righe, esuberante, artisticamente eccessiva, se si può passare il termine.
Qual è il  il valore aggiunto di una Drag Queen da questo punto di vista rispetto ad una “classe impiegatizia e grigia”?
La libertà d’espressione è il principio fondante di questo lavoro ed è il motore di una grande diversità tra le drag queen. Credo però che non tutti vedano in questo lavoro  solo una via di fuga. Personalmente faccio un lavoro molto interessante, ma questo è quello che riesce ancora ad emozionarmi ed è per questo che lavoro per crearne di nuove.
Quali sono le sensazioni che provi quando ti presenti al pubblico? Diventa tutto un delirio di narcisismo oppure c’è dell’altro?
Il narcisismo è quello di presentare con orgoglio il risultato di bozzetti, idee e prove generali. Differentamente da quella che è la prima facciata di folklore, queste invenzioni hanno un anima fatta di pensieri, musica e tanta ricerca. E’ una gratificazione che personalmente parte dalla prima idea e finisce allo spegnersi dei riflettori. Lo spettatore nei tempi di facebook non è più solo passivo ma anzi è parte fondamentale del primo processo di creazione.
Presenti alla serata dell’ 11 luglio, c’erano anche i famosi Karma B: performers dal gusto raffinato, mai squallido, mai peccatore di volgarità.  E conosciuti in tutto il mondo. Cosa pensi abbiano pensato di te e quali risvolti adesso pensi avrà il tuo futuro. Saresti disposto a lanciarti nel vuoto in quest’esperienza  per professione anzichè per hobby?
I Karma B sono stati parte importante  di questa emozione. Durante l’esibizione e subito dopo sono stati per me di grande supporto. Mi ha fatto piacere poter incontrarli dietro le quinte e scambiarci un po di idee. Amo le critiche severe come spunto da cui ripartire e sono felice che in questa occasione ci sia stata anche la loro giuria. Quest’esperienza è il grilletto di una pistola di coriandoli carica e di certo premeremo sugli altri proiettili per liberarne ancora degli altri.
© Riproduzione riservata 16 Luglio 2010

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