aggiornato il 10/03/2017 alle 17:20 da

Dimissioni di Bonamassa, interviene Pagano, segretario provinciale PD

bonamassa copiaAGGIORNAMENTO – Apprendiamo con dispiacere delle dimissioni del segretario cittadino Antonio Bonamassa, al dispiacere di aggiunge il disappunto per una ingenerosa versione dei fatti e del succedersi degli eventi”, scrive in una nota il segretario provinciale del PD, Ubaldo Pagano.

“La segreteria provinciale è intervenuta ad affiancare il percorso del circolo guidato da Antonio Bonamassa allorquando nel giro di poche settimane quattro membri del direttivo cittadino si dimettevano – membri riconducibili all’area dello stesso segretario – e in forma strettamente riservata giungeva alla segreteria provinciale un documento firmato dalla maggioranza dei componenti del direttivo con cui si muovevano dei rilievi all’operato del segretario di circolo.
Alla crisi che attraversava la segreteria Bonamassa si aggiungeva quella amministrativa con la fuoriuscita dalla maggioranza di quattro consiglieri comunali e le dimissioni del Sindaco.
Le riunioni del gruppo dirigente locale, seguite sempre dalla segreteria provinciale, facevano emergere la ferma volontà di continuare a sostenere il Sindaco, difendendo nel contempo il lavoro svolto dal Partito Democratico all’interno della compagine amministrativa. Nel rispetto della linea politica emersa nel direttivo la segreteria provinciale si è attivata a sostegno e per rafforzare la posizione del PD molese senza mai sostituirsi al segretario e al gruppo dirigente, al solo fine di collaborare a comporre una crisi molto profonda. Ogni tentativo è stato fatto anche per instaurare un dialogo con i quattro consiglieri che avevano abbandonato il progetto nato attorno a Giangrazio Rutigliano.
In questo contesto, quando il segretario Bonamassa ha prestato il suo consenso all’azzeramento della giunta e all’ipotesi di nomina di una giunta tecnica, gli si è semplicemente fatto notare che quella da lui espressa non era la linea concordata, non con il segretario provinciale ma con il direttivo. Peraltro nella riunione in questione anche altre forze politiche avevano votato contro l’ipotesi di azzeramento e di giunta tecnica.
Un partito politico – l’unico partito politico presente nella compagine amministrativa – non può rinunciare non alla poltrona ma ad assolvere al ruolo che gli elettori gli hanno assegnato: governare e amministrare la città. Il tecnicismo è già rappresentato dai dirigenti comunali di settore, l’attività di indirizzo deve essere politica perchè sarà la politica a dover rendere conto del suo operato alla città. Peraltro, il partito democratico aveva già dato prova di saper contribuire fattivamente e positivamente alla amministrazione della città.
Non ci lasceremo trascinare in nessuna polemica! Il partito democratico ha sostenuto lealmente ed autorevolmente il Sindaco e se l’esperienza amministrativa non potrà proseguire sarà solo a causa dei quattro consiglieri della lista del Sindaco, che hanno fatto venire meno il loro appoggio.
Capiamo l’amarezza del segretario Bonamassa per quello che sta accadendo, ma certamente come nessuna responsabilità può essere attribuita al PD molese, parimenti, alcuna responsabilità può essere imputata alla segreteria provinciale.

AGGIORNAMENTO – In risposta al comunicato delle dimissioni del coordinatore Bonamassa:

Ci corre l’obbligo di esprimere come semplici iscritti del PD tutto il nostro rammarico per questa decisione del Coordinatore Bonamassa di rassegnare le dimissioni da tale incarico. Sono dimissioni che noi non abbiamo mai chiesto seppure frequentemente non abbiamo condiviso da quando ha assunto tale incarico le Sue decisioni e i Suoi atteggiamenti poco rappresentativi della voce del Partito. Ovviamente teniamo molto a sottolineare che da parte nostra non sussiste nulla di personale e ci auguriamo, in futuro, non decida di toglierci il saluto.
Le Sue dimissioni ci rammaricano, tuttavia le rispettiamo.
Non chiederemo che le ritiri perché percepiamo da quanto scrive tanto rancore e risentimento, e difronte a tali sentimenti non si può che essere rispettosi.
Rispettosi e pazienti così come lo siamo stati tante volte col nostro Coordinatore anche quando palesemente e contro la maggioranza dell’organo dirigente del PD di Mola ha deciso in completa autonomia e in contrapposizione con la Segreteria Provinciale e Regionale di imboccare strade contrapposte alla storia politica recente e passata del nostro Partito, sia a livello locale che nazionale.
Citiamo solo due esempi significativi del suo totale disallineamento politico con la maggioranza del PD a tutti i livelli.
PRIMO: La fase iniziale sofferta del nostro appoggio esterno all’Amministrazione Di Rutigliano e la nostra successiva adesione piena. La Sua posizione, del Coordinatore aspirante, inizialmente è stata fortemente di sprono acchè noi come PD entrassimo in Giunta e che il nostro rappresentante fosse Pino De Silvio, il più suffragato della lista PD alle ultime elezioni e questo, è noto a tutti, contro la volontà dello stesso che per più di 9 mesi ha sempre e lealmente, tuttavia, dato il suo sostegno all’amministrazione, nonostante il PD non fosse in Giunta. L’entrata sofferta in Giunta di De Silvio, che ha permesso l’entrata in Consiglio Comunale di Antonio Tricase, si basava su un accordo politico sancito dal Sindaco Di Rutigliano alla presenza, oltre che del nostro Capogruppo Consigliare Angelica Tribuzio, anche dei massimi organi istituzionali del PD pugliese: il Segretario Ubaldo Pagano, il Segretario Regionale in-pectore Marco Lacarra e il Segretario Regionale del PD in carica nonché Governatore della Puglia Michele Emiliano. Un accordo che prevedeva che al nostro Assessore fossero assegnate le deleghe che poi ha ricevuto dal Sindaco ma anche che al nostro Partito venisse assegnata la Presidenza della Terza Commissione Consigliare. Abbiamo invece assistito sin dagli inizi, dopo l’entrata in Giunta del nostro rappresentante di partito, a una azione di “mobbing” politico-amministrativo attuato nei suoi confronti, ostacolato e limitato nella sua autonomia e nella sua azione amministrativa. Molteplici sono stati i richiami indirizzati , a più riprese, al nostro Coordinatore, affinché si facesse parte attiva verso il Sindaco nel recuperare tali situazioni controproducenti per il buon andamento della Sua Amministrazione. Tuttavia il Coordinatore dimissionario non può con onestà ammettere che le Sue azioni, laddove ci fossero state, nulla hanno potuto produrre al fine di recuperare tali situazioni. Non parliamo poi dell’altro impegno preso dal Sindaco, la Presidenza della Terza Commissione, mai e tuttora, assegnata al nostro Partito. Nonostante tutto ciò ci siamo sempre caricati, insieme al Coordinatore, della grande Responsabilità che gravava sulle nostre spalle, ovvero quella di continuare ad amministrare la nostra comunità in linea con un unico ed esclusivo principio, il bene comune. Ed infatti tante sono state le azioni portate a compimento con successo dal nostro rappresentante in seno alla Giunta, sia nell’ambito dei Lavori Pubblici (tre esempi fra tutti: recupero finanziamento di 1 milione di euro per la Scuola Montessori, ottenimento del finanziamento di 2 milioni di euro per il completamento del primo lotto fronte mare nord – progetto Bohigas, ottenimento finanziamento di circa 850 mila euro per il completamento di via Paolo VI – bando recupero delle periferie), sia in quello del Turismo, della promozione del nostro territorio e delle attività produttive. Esempi, quest’ultimi, che mai il nostro Coordinatore dimissionario ha sentito il desiderio di fare suoi, quasi in modo pregiudizievole. Anche nella relazione che il Coordinatore ha pronunciato durante l’ultima Assemblea dello scorso febbraio. Nonostante tutto ciò abbiamo lasciato che continuasse a partecipare agli ultimi incontri di maggioranza col Sindaco per la drammatica composizione della nuova Giunta considerandolo a pieno titolo ancora il nostro Coordinatore. Tuttavia non ha mai sentito l’esigenza di riunirci per tenerci almeno informati, anche quando il nostro rappresentate è stato vergognosamente “radiato” dalla Giunta, revocandogli le deleghe, e quando qualche giorno fa è stato richiamato dal Sindaco, in estremis e dopo inutili tentativi falliti di sostituirlo con un altro rappresentante non ben identificato. A quest’ultima chiamata il Sindaco ha proposto al nostro rappresentante, De Silvio, di assumere una delega, non ben definita, sembrerebbe “ai Rapporti con la Regione”, venendo palesemente meno all’accordo politico preso con Emiliano. Inoltre la risposta di De Silvio, che abbiamo condiviso, al di là di ogni riserva personale è stata per primo di chiedere al Sindaco se avesse ancora i numeri e pertanto la fiducia per andare avanti. Condizione necessaria a rendere la stessa proposta credibile. Purtroppo la Sua risposta è stata ancora una volta evasiva e non confortante. Ecco perché la posizione politica assunta è stata quella di incoraggiare ancora una volta il Sindaco di ricercare tale maggioranza numerica prima di decidere la squadra con cui continuare ad amministrare. Tutta questa narrazione, caro Coordinatore dimissionario, per ricordare umilmente a Te e a noi stessi qual è il risultato che hai prodotto portando avanti deliberatamente da solo le tue azioni in seno alla maggioranza e nei tuoi rapporti con il Sindaco.
SECONDO: Il Referendum Costituzionale. A più riprese abbiamo sollecitato il Coordinatore dimissionario a promuovere iniziative politiche volte a perorare anche le ragioni del SI. Lo abbiamo visto impegnato solo a criticare tali ragioni in favore di quelle del NO. Liberissimo di farlo, tuttavia non può disconoscere di aver disatteso le aspettative dei sostenitori del SI che comunque, in qualità di Coordinatore, avrebbe dovuto rappresentare. Tuttavia di questo non gliene facciamo una grande colpa. Si è rivelato politicamente in linea con chi a livello nazionale tifava per il NO e poi ha deciso di praticare la scissione dal partito. Epilogo doloroso di chi poi, contrariamente alle dichiarazioni di principio, riduce il tutto all’unica ragione: di garantirsi un pugno di seggi parlamentari e qualche punto percentuale utile a trasformarsi in “ago della bilancia” in caso di legge elettorale di tipo proporzionale.
Questi i due esempi politici più significativi che l’hanno contraddistinta nel Suo operato, caro Coordinatore dimissionario e che hanno poi segnato l’autocapitolazione.
Non ci esprimiamo poi su tutte le altre ragioni che ha rivendicato nel Suo comunicato di dimissioni che, onestamente, di politico non hanno nulla, bensì hanno molto di ricerca di un capro espiatorio o di un appiglio per uscire dalle secche nelle quali, da capo del PD molese, ha deciso di “spiaggiarsi” insieme ai resti di una maggioranza ormai rocambolesca e destinata ad una conclusione da “commedia dell’arte”.
Misera consolazione sarebbe la nostra se concludessimo dicendo che questo epilogo l’avevamo già previsto.
Invece ci piace concludere dicendo che chiediamo scusa a tutti i nostri concittadini per aver creduto, noi, ostinatamente, forse anche all’inverosimile, di far cambiare passo a questa città nella speranza di farle imboccare la strada giusta. La stessa che qualche anno fa ha dato lustro e buone pratiche per lo sviluppo reale di Mola grazie ad Amministrazioni a cui abbiamo partecipato e dato il nostro contributo con uno spirito di grande servizio e inarrestabile dedizione.
Purtroppo dobbiamo ammettere che non ci siamo riusciti, soprattutto perché alla guida il conduttore ha preferito ignorare i nostri inarrestabili consigli.
Voltiamo pagina volendo fare un appello a tutti i nostri concittadini e ai nostri iscritti perché si avvicinino sempre più ai partiti, a quelli “solidi” e pluralisti. A quelli che hanno una sezione e degli organi dirigenti con cui dialogare, portare le proprie rivendicazioni e magari anche protestare.
Il PD non è un partito “liquido” che evapora il giorno dopo le elezioni. Non ha “padroni” o leader unici. Il PD, per la sua tradizione incarna tutto questo nel segno esclusivo del bene di tutti, il Bene Comune.
La Vostra partecipazione, soprattutto quella dei più giovani, è la nostra linfa vitale.
Grazie e viva Mola.
Fto. Iscritti Circolo PD di Mola
Pino De Silvio
Giuseppe Ferrini
Vito Ingravallo
Mario Logrieco
Gaetano Lopez
Piero Rana
Domenico Tagarelli
Angelica Tribuzio
Rocco Zaccaria
Pierpaolo Gallo

MOLA – Il dottor Antonio Bonamassa si è dimesso da coordinatore cittadino del Partito Democratico. Le motivazioni che hanno portato Bonamassa a lasciare la guida del partito sono contenute in una lettera inviata al Segretario provinciale, alla Responsabile enti locali e agli iscritti del PD molese. Ecco il testo della nota di Bonamassa che troverete anche su Fax in edicola domani.

Cari amici, comunico a tutti una decisione che farà felice tanti e scontenterà (forse) alcuni: mi dimetto dall’incarico di Coordinatore del Circolo PD di Mola di Bari.

La misura è ormai colma, per uno come me che ha sempre pensato che la politica è un servizio e sicuramente non un mezzo.

Quando ho assunto quell’incarico, dopo non pochi e difficili tentativi di pacificazione interna, pensavo di avere a che fare con uomini e donne che pensassero esclusivamente al bene di tutti e non di alcuni in particolare. Credevo di condividere decisioni che sarebbero scaturite da confronti anche non unanimi, ma promossi dalla maggioranza del Coordinamento e poi fatte proprie da tutti, cosa che ho sempre condiviso, anche quando era il sottoscritto a essere minoritario (e questo accade sin da quando altri amici del direttivo hanno voluto allontanarsi in quanto ritenevano, forse giustamente, di non dover discutere solo e sempre di gestione amministrativa locale, ma di ampliare l’orizzonte sui temi e i problemi della società).

Il cammino è parso immediatamente irto di difficoltà sin dal nascere del Coordinamento. Ho accettato, sbagliando, ma sempre “pro bono pacis”, la prepotenza di alcuni degli eletti in consiglio di voler far parte ad ogni costo del direttivo (contro ogni logica statutaria e di etica politica: i consiglieri comunali e di tutti i consessi elettivi non devono condizionare direttamente le scelte dei gruppi politici, ma essere loro portavoce, esprimendo comunque, con voto consultivo, sempre e liberamente la loro posizione politica) e quella di una composizione numerica del direttivo a vantaggio dei miei “avversari”, per le stesse precedenti motivazioni. E ancora: un deliberato del coordinamento, accettato a suo tempo da tutti, prevede che i componenti del direttivo (ad eccezione di studenti e disoccupati) contribuiscano alle spese di gestione del Circolo (onori ed oneri!) ed in particolar modo (Statuto Nazionale del partito!) gli eletti, con quote maggiori. Ma neanche ciò è stato possibile ottenere, in quanto “sostenitori di maggiori spese e ridotti guadagni dalla propria attività lavorativa”. Si giunse alla decisione “concordata”, sempre per spirito di tolleranza, di contributi identici per tutti. Anche questa proposta vanificata, con somme a singhiozzo e non di tutti coloro che avrebbero potuto farlo.

Entrando nel merito della attività politica, il Coordinamento, dall’Aprile 2016, si è riunito decine di volte, vedendo raramente al completo la componente assessorile e consiliare, voci ufficiali del partito, che, tramite il Coordinamento, avrebbero dovuto riferire agli iscritti e agli elettori, o da questi ultimi, ricevere istanze, suggerimenti e richiedere soluzioni di problemi. E così, nello scorso Novembre, ben quattro componenti del direttivo, stanchi di non poter svolgere attività organizzative di altro genere che non fossero la “questione comunale” (tutt’oggi sul tappeto!) hanno deciso di dimettersi, rendendo pubblico il loro disagio. Non ho potuto non condividere i loro rilievi, tentando anche di ricostruire con loro il vecchio rapporto di fiducia, ma è stato tutto vano. E questo è un cruccio che porterò nel mio bagaglio di esperienze. Per non abusare della vostra pazienza, tralascio, poi, delle rincorse alle notizie di convocazioni di consigli comunali, commissioni e delle iniziative del nostro assessore che ho colto solo su Facebook o alti social networks, non quale espressione del PD, ma di se stesso (grazie al PD!). Nonostante tutto ho sempre difeso il partito e i suoi rappresentanti, anche quando non tutto era trasparente (vedi Comunicato Stampa del 31 Dicembre e pubblicato sul settimanale Fax), noncurante di quanto lo stesso giornale scriveva su pettegolezzi di consociativismi di alcuni nostri amministratori con forze politiche che si accingevano a lasciare la maggioranza.

Ma gli episodi che si sono susseguiti dal 20 Dicembre scorso, data famigerata della dissociazione di 4 consiglieri dalla maggioranza consiliare e delle susseguenti dichiarazioni del Sindaco, hanno man mano rafforzato la mia decisione. Da quella data il Partito Democratico, e per esso, la mia persona, ha sempre mantenuto una linearità di comportamento aderente al mandato ricevuto dal Coordinamento: salvaguardare il PD (per intero!) e non accettare la proposta del Sindaco di un azzeramento della Giunta. Cosa che ho fatto anche in occasione del Comunicato Stampa del 16 Gennaio u.s., quando le forze politiche hanno chiesto ai 4 consiglieri di rientrare e dove, come si può leggere nello stesso, non vi è alcun riferimento a nessun azzeramento. Anzi, nella riunione preparatoria alla successiva conferenza stampa, i dirigenti Alberotanza (consigliere-Lista del Sindaco) e Pesce (Progetto Mola), testimoniavano (presente la nostra delegazione) che il sottoscritto si era battuto perché non venisse mai presa in considerazione la tesi dell’azzeramento. In una sola domanda di quella Conferenza (il 18 Gennaio), di un giornalista, fattami direttamente su chi, nell’eventualità di una mera ipotesi di azzeramento, mai da me propugnata, potessero essere gli eventuali futuri assessori, ho detto, che per il bene di Mola, purché valido, chiunque poteva esserlo. Ebbene, due giorni dopo, al sottoscritto perviene una “diffida ufficiale”, indirizzata agli organi provinciali del PD, da una parte del Coordinamento (la solita…) che recitava: “diffidare il Coordinatore cittadino PD di Mola di Bari, Dott. A. Bonamassa a proseguire il suo mandato ed a rappresentare il partito stesso nelle sedi previste….”. Ho, ancora una volta, accettato democraticamente il “processo” istruitomi, ma alla presenza del Segretario Provinciale e della Responsabile Provinciale EE.LL., ne sono, naturalmente, uscito indenne, perché la mia linea (quella del partito) non era stata mai messa in discussione. Probabilmente, poiché il Sindaco aveva richiesto, sin dalle riunioni precedenti, la presenza di un solo rappresentante per forza politica, qualcuno ha pensato che il sottoscritto (senza controllori) parlasse a titolo personale e in difformità del mandato ricevuto (quanta fiducia!). Ma si è quindi giunti al fatidico I° Febbraio: dimissioni del Primo Cittadino. I tentativi di far “ragionare” i 4 consiglieri sono stati tanti, compreso quello da me proposto, e sempre in nome del PD, in una riunione di maggioranza, chiedendo a tutti i gruppi se potessi farlo a nome della Coalizione. Ottenuto all’unanimità e ufficialità l’incarico, anche questo tentativo è risultato vano. Fino al 20 febbraio u.s., dopo i colloqui dei delegati della coalizione, Tricase e Alberotanza, con i consiglieri dissidenti. I nostri delegati, infatti e finalmente, avevano intravisto un barlume di possibilità di ricucitura della crisi. In quella stessa data il Sindaco,ritirando le dimissioni, nella sua autonomia, chiedeva, però, l’azzeramento degli incarichi assessorili, per poter avere maggior libertà di scelte svincolate dai partiti. A quel punto, ad un solo giorno dallo scioglimento del Consiglio, il sottoscritto, con le altre forze politiche unanimi, pur di salvare la consigliatura e non lasciare allo sbando e ad un commissariamento, sicuramente dannoso, la nostra cittadina, e non avendo altre soluzioni plausibili, non potè fare altro che accettare la proposta. Qualora il PD non l’avesse fatto, allora sì che qualcuno avrebbe parlato di “attaccamento alla poltrona”! Nel periodo descritto, come avrete seguito dai media, si sono susseguite ridde di notizie, le più disparate, tra le quali un via vai di gente che si è spesso recata presso i vari referenti provinciali e regionali del PD a far non si sa cosa… Al sottoscritto, responsabile del Circolo di Mola, non è mai giunta alcuna notizia ufficiale di interessamenti né, e sarebbe stato più che logico, di coinvolgimento del Circolo molese, della “questione Mola”, tranne che per alcuni colloqui con la responsabile provinciale per gli Enti Locali del PD, la quale ha semplicemente chiesto di sapere come andassero le cose e mi riferiva, altresì, che presso gli organi regionali si stava cercando di risolvere il problema. La cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la telefonata-dicktat di mercoledì I° marzo, alle ore 13.20. Il Segretario Provinciale mi comunicava ufficialmente che quella segreteria (con quali poteri?) imponeva al PD locale di non accettare alcuna ulteriore proposta che non fosse quella di sconfessare l’azzeramento. Il 3 u.s.,venerdì, infine, il Sindaco riferiva che nel lunedì seguente (6 Marzo, poi rinviata al martedì 7), avrebbe incontrato il Sindaco della Città Metropolitana (ricordate? sempre del PD!), per ulteriori tentativi di sanare la crisi. E la sezione di Mola? I suoi dirigenti? I suoi iscritti? Nulla era dato sapere …

Infine, ciliegina sulla torta, il “tesseramento”. Nel tardo pomeriggio del 28 u.s., data ultima affinché vecchi e nuovi tesserati esprimessero la volontà di iscriversi, mi viene recapitata, da parte del Tesoriere (segretario amministrativo del Circolo), una busta con oltre 100 nuove tessere….. Vorrei ricordare che la sezione, come da comunicazioni inviatevi, è rimasta aperta tutti i martedì e giovedì del mese scorso, ma con scarsissima registrazione di vecchi e nuovi iscritti. Ma il 28 febbraio, “fulminate sulla via di Damasco”, sono comparse tutte quelle tessere.… Per un dirigente di partito sarebbero manna dal cielo! Ma la democrazia è fatta di convinzioni nelle proprie idee e nella libera scelta di espressione. A buon intenditor…

Concludo questa mia lunghissima e, forse, noiosa comunicazione e, per quanto esposto in precedenza, ribadisco la necessità delle mie dimissioni, non prima di aver ringraziato tutti coloro che con me hanno tentato di ridare slancio e dignità al PD locale, spendendo tempo, immagine e soprattutto disinteresse, qualità che ogni cittadino dovrebbe richiedere ai propri riferimenti sociali: stato, partiti, scuole, enti pubblici, per far crescere una nazione, sana.

Ho ritardato questa decisione, che avrei dovuto prendere quel I° Marzo alle 13,20, per continuare a seguire le vicende amministrative in cui il PD locale si sentiva politicamente responsabile, ma le possibili soluzioni, se mai ce ne fossero state, sono sempre state prese altrove…

Auguro, comunque, a questo Partito tanta e miglior fortuna. Ne ha bisogno!

Saluti fraterni

Antonio Bonamassa

© Riproduzione riservata 10 Marzo 2017