aggiornato il 09/03/2016 alle 10:05 da

Eco leather, prospettive di crescita dopo i licenziamenti

eco leatherMONOPOLI – Proseguono le azioni avviate nel 2014 dalla Eco Leather SpA, impegnata nella produzione di pelli per auto e arredo, per recuperare efficienza nei processi industriali/gestionali e competere con maggiore aggressività sui due mercati di riferimento.

L’azienda, nella relazione inviata al Comune di Monopoli nei giorni scorsi, ha ripercorso le difficoltà affrontate negli ultimi anni, nate con la crisi del 2008: la forte contrazione dei volumi produttivi, le perdite economiche e, in accordo con le organizzazioni sindacali territoriali di CIGL, CISL, UIL e UGL, il licenziamento e la messa in mobilità, purtroppo, di 165 lavoratori.

L’azienda ha inoltre illustrato a Palazzo di Città le principali prospettive industriali e occupazionali: in particolare si è evidenziato che la ridimensionata struttura organizzativa (oggi formata da 208 risorse) è coerente con gli attuali volumi di attività e si prevede possa consolidarsi e mantenersi anche per tutto il 2017. 

Se, dunque, i dolorosi e sofferti sacrifici occupazionali sono stati l’unico rimedio per sopravvivere alla più grave crisi dal dopo guerra, l’ottimizzazione dei processi industriali realizzata nell’ultimo periodo, ha permesso all’azienda, pur in uno scenario generale economico di scarsa crescita, di aumentare i volumi produttivi, non ricorrendo più, finalmente, ad alcun ammortizzatore sociale.

Pur riconoscendo l’aleatorietà degli scenari futuri del mercato, si esprime nel documento l’auspicio che la maggiore competitività raggiunta possa sviluppare ulteriormente i volumi dell’attività produttiva, al punto da rendere, in futuro, necessarie nuove assunzioni; queste privilegeranno quei lavoratori che non hanno inteso beneficiare dell’incentivo all’esodo e non hanno impugnato il licenziamento.

Escludendo questi ultimi lavoratori, nonché coloro che hanno fruito dell’incentivo all’esodo e quelli che hanno visto rigettare il proprio ricorso dal Tribunale di Bari, sono tuttora pendenti undici ricorsi.

Nella nota, inoltre, si dettagliano i principali interventi e dotazioni che rendono l’attività produttiva dell’azienda pienamente sostenibile dal punto di vista ambientale: nello specifico gli impianti per la depurazione dei reflui industriali e per l’abbattimento delle emissioni in atmosfera, entrambi autorizzati dalle autorità competenti che attestano periodicamente la conformità degli stessi alle norme vigenti. Realizzato pochi anni fa anche un importante impianto di accumulo delle acque di seconda pioggia, trattate e successivamente riutilizzate nel processo produttivo al fine di ridurre sensibilmente il consumo della ‘risorsa’ acqua.

Nella relazione, infine, si evidenzia che l’intero sistema di gestione ambientale è sottoposto ogni anno alla verifica di enti esterni dal 2007, quando fu ottenuta la UNI EN ISO 14001, certificazione ambientale volontaria conseguita per dare concretezza ai valori aziendali della crescita sostenibile. 

© Riproduzione riservata 09 Marzo 2016

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