aggiornato il 07/01/2011 alle 11:36 da

Dalla Ital Green fumi maleodoranti fino a febbraio

MONOPOLI – ital-greenFumi visibili ad alzata di sguardo per un odore poco gradevole che facilmente sollecita l’olfatto.  Quale sia la natura delle sostanze che fuoriescono dai camini della Ital Green Energy S.r.l. (Gruppo Marseglia) è l’interrogativo che la città intera si pone, specie in mesi nei quali, complice pur il sereno e il vento che sospinge nell’entroterra gli odori, il fenomeno sembra particolarmente acuito. Conferma è che da dicembre a febbraio -come spiega il consulente e responsabile tecnico dott. Mario Renna- il sansificio avvia un processo detto di essiccazione della sansa di oliva vergine, attraverso il quale dal residuo solido proveniente dai frantoi viene estratta l’acqua (in misura pari al 50% del quantitativo totale) al fine di recuperare ulteriore olio. La tecnologia prevede in merito un riscaldamento della sansa con successiva evaporazione dell’acqua che viene eliminata sotto forma di vapore acqueo, lo stesso che si vedrebbe uscire dai camini: “Non si tratta di fumi di combustione ma di vapore vero e proprio che poi a contatto con l’aria condensa. Trattandosi di acqua contenuta in un solido (la sansa), evaporando ad una temperatura di 60°/70°, essa trattiene qualche composto di degradazione ossidativa dell’olio e degli zuccheri della sansa. Piccole molecole, innocue da un punto di vista sanitario poiché si tratta di un prodotto alimentare, ma altamente odorigene e immediatamente sensibili per l’uomo”. Alla base del tanfo percepibile dai cittadini vi sarebbe, dunque, l’inevitabile sprigionamento di micro molecole di acido caprilico, un acido grasso, lo stesso contenuto nei formaggi, dalla bassa soglia di sensibilità cui neppure l’innalzamento dei camini costituirebbe soluzione: “Il nostro impianto è dotato di camini alti 60 m ma l’altezza non incide sulla ricaduta delle polveri. In più è l’unico nel Sud Italia ad essere provvisto di un elettrofiltro ad umido, adatto a trattenere eventuali polveri. Il vapore che noi vediamo uscire, infatti, è bianco e non scuro e dopo pochi metri scompare. A ciò si aggiungono controlli analitici costanti sulle polveri. Cerchiamo di non ammassare la sansa e utilizzarla fresca perché più l’essiccazione è veloce minore è la possibilità che si formino i composti ma il problema di quest’anno è che la sansa arriva già dai frantoi con questi composti”. L’azienda, inoltre, utilizza la sansa esausta, insieme al legno di recupero, come combustibile per la produzione di energia elettrica: “Ecco cosa brucia in città. Del resto i nostri sono impianti da energie rinnovabili, inserite in un settore economico che va incontro alle esigenze ambientali come a marzo stabilirà il piano energetico che prevede che entro il 2020, il 29% di energia elettrica dovrà derivare da rinnovabili”. Quanto al disagio provocato a scapito delle narici dei cittadini, nello scusarsi “per un fastidio che si protrarrà al massimo sino ai primi di febbraio”, la Ital Green Energy annuncia: “Cercheremo di evitare nel fine settimana, compatibilmente con le esigenze produttive ed organizzative, di far funzionare l’impianto così come abbiamo fatto nei giorni festivi”.

© Riproduzione riservata 07 Gennaio 2011

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