aggiornato il 19/10/2012 alle 10:00 da

Mani sporche, la società civile presenta la sua squadra

mani_sporche_004MONOPOLI – “Mani sporche” perché non serve averle pulite, se le si tiene in tasca. Il neonato movimento, formato dalla società civile, prende in prestito, rielaborandola, da don Primo Mazzolari questa espressione e la fa propria. “Da vent’anni l’espressione “mani pulite” riempie l’immaginario e nutre l’entusiasmo di tanti. In questi vent’anni – dicono i componenti del Movimento – è cambiato tutto ma sotto certi aspetti non è cambiato nulla e la degenerazione della politica è sotto gli occhi di tutti. Come tutte le parole e le espressioni abusate anche “mani pulite” ha perso senso”. Ecco il perché del nome scelto, che dà di cambiamento e suona quasi come una provocazione. Le mani sporche sono quelle di chi decide di sporcarsele, “scendendo nell’arena della bella politica e della buona amministrazione, mettendoci i nomi e la faccia, continuando a lavorare ciascuno nel proprio ambito con coscienza, professionalità e perseguendo il bene comune”. Giovedì la presentazione alla stampa di questa nuova realtà nella cornice di Masseria Curatori. Si tratta di un movimento aperto, che in un mese e mezzo ha prodotto 35 incontri e che ha già attirato l’attenzione e la curiosità di tanti che intendono progettare nuove idee per lo sviluppo della città. Ne fanno parte uomini e donne “vergini” della politica, come ha ricordato il giornalista Vito Giannulo, ma anche persone provenienti da precedenti esperienze di partecipazione. “Non strizziamo l’occhio all’antipolitica – hanno specificato i componenti – non demonizziamo i partiti, ma comprendiamo l’impellente necessità di intercettare il senso di disagio e impotenza di tanti concittadini per trasformarlo in consenso e proposte”. In realtà il movimento sta partecipando ad alcuni incontri realizzati dai partiti di opposizione e insieme si sta cercando di trovare un punto di contatto e di condivisione di un programma. Il programma prima di tutto, infatti. Il programma, per ora, è il reale candidato di “Mani sporche”. “Intendiamo competere sul piano delle idee, non dei nomi – ha sottolineato Papio – e recuperare quel filo interrotto tra società civile e politica. Politica che deve tornare a fare il suo lavoro alto, recuperando la sua vocazione e il suo carisma”. Il progetto del movimento, che intanto viene articolato e cresce attraverso gruppi di lavoro suddivisi in Economia, Ambiente, Attività produttive Salute, Cultura, Etica e Comunicazione, potrebbe essere messo, come è stato specificato da Papio, nelle mani di una certa classe politica, ma se non c’è una credibile presa di consapevolezza da parte di questi interlocutori, il movimento non delegherà nessuno e si calerà sul piano politico con una propria lista di candidati.
© Riproduzione riservata 19 Ottobre 2012

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