aggiornato il 18/03/2012 alle 9:11 da

Ancora pecore sbranate nelle contrade

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MONOPOLI – Ancora un caso di bestiame ucciso da cani randagi inselvatichiti che si aggirano indisturbati nelle nostre contrade, seminando morte e paura con notevoli perdite. L’ultimo, per ordine cronologico, è avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorso ai danni della Masseria Bracciavento, sita in contrada Cervarulo. Un gregge di pecore di proprietà, custodito in un recinto all’aperto, è stato assalito dal branco killer che ne ha uccise due. In termini economici il danno si aggira intorno ai 400 euro. Una delle due, avevano cominciato a  divorarla dalle parti più tenere.

Ma qualcosa o qualcuno avrebbe messo in fuga questi cani che sfruttano il buio della notte per mimetizzarsi ed entrare in azione. Forse hanno avuto paura della luce del faro acceso alle 3.30 di notte, l’ora in cui il pastore si alza per cominciare la sua giornata lavorativa. Gli abitanti della Masseria, raccontano di essersi accorti per puro caso e di non aver avvertito  alcun rumore o presenza strana. «Quando mio figlio si è avvicinato al gregge, le pecore morte sanguinavano ancora» – così la signora Vittoria, mamma del pastore – e questo farebbe credere che non era  trascorso molto tempo dal momento dell’aggressione. L’atteggiamento di  questi cani è di tipo lupoide. I più scettici non credono che dalle  nostre parti possano essere arrivati i lupi, come invece sono stati avvistati a Noci, ma una testimonianza, raccolta il mese scorso da  Fax, è convinta del contrario, raccontandoci di averne visto uno in zona Canale di Pirro.

Il dottor Gianfranco Demartino dell’Ufficio Veterinario di Monopoli respinge: «sono cani e non lupi, perché li abbiamo visti» e poi prende atto «è la terza azienda colpita in poco tempo e probabilmente se i proprietari non fossero intervenuti, le pecore uccise sarebbero state di più». La soluzione per contrastare il fenomeno c’è basta che istituzioni ed Asl prendano coscienza della problematica che potrebbe rivelarsi un rischio per la pubblica incolumità. 

© Riproduzione riservata 18 Marzo 2012

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