aggiornato il 04/11/2012 alle 21:06 da

Dopo le dimissioni botta e risposta tra il Sindaco e Risimini [VIDEO]

Aggressione_RisiminiMONOPOLI – La risposta di Giampiero Risimini alla nota del Sindaco:

Caro Emilio,

ho atteso un po’ prima di esprimere i miei pensieri, forse perché speravo, evidentemente illudendomi , in un gesto anche banale ma significativo da parte tua a commento di un pomeriggio da dimenticare.  Invece, intervieni dopo tre giorni ed il tenore della risposta del Sindaco di Monopoli mi fa concludere che non c’è da stupirsi del comportamento di alcuni dei tuoi assessori: stessa pasta. Hai rimosso l’episodio che mi ha visto coinvolto, forse per vergogna, e relegato fredde scuse in un mare di offese personali. Se proprio non sentivi di farle, avresti potuto risparmiarle.

Vedi anch’io credo di aver sempre riconosciuto ed apprezzato le tue qualità politiche.

L’ho fatto prima di iniziare la campagna elettorale e durante il tuo mandato, pur non lesinando critiche politiche anche dure. Perché guarda, e forse ti stupirò, se c’è un sentimento che nella mia vita non ho mai provato è l’invidia, se c’è qualcosa che non conosco è il rancore. Nel nostro caso, poi, non so davvero cosa dovrei invidiare.  La mia vita, a prescindere dai sentimenti e dagli affetti  che da soli potrebbero bastare, la completo con la professione e con la passione per la cultura, io. Se pensi di essere invidiato per una manciata di voti ti assicuro che ti sbagli. Ma capisco che purtroppo questo rimane il tuo unico rimedio dialettico. Però dopo avertelo sentito ripetere noiosamente per cinque anni comincio a pensare che ci sia una invidia che coglie il vincitore e quella è davvero distruttiva, perché rode l’anima senza un’ apparente ragione e non puoi neanche mostrarla. In proposito ti dedico un pensiero di una grande poetessa italiana: “la migliore rivincita è la felicità, perché niente fa impazzire di più la gente che vederti felice”. Ed io, Emilio, mi sento felice, nonostante quella che tu chiami condanna e che per me rimane un banalissimo capitolo della mia vita. Per te forse l’apice delle tue aspirazioni, tanto da farti pensare che io abbia un ruolo marginale nella vita amministrativa e da credere che questo, eventualmente, per me possa rappresentare un cruccio. Sei decisamente fuori strada, ma, se ti fa star meglio, te lo lascio pure credere. Io ti assicuro di aver vissuto 5 anni fantastici tra la gente, nelle strade e tra i banchi dell’opposizione, con i miei amici consiglieri.

Anch’io conosco i disastri della sanità pubblica e lo smarrimento di entrare in un Ospedale da cittadino qualunque e perdersi  in un clima di emergenza e di confusione, subire le minacce di un medico e non sapere a che santo votarsi. L’ho provato quando ho lasciato mia madre morente in un corridoio di cardiologia a Monopoli per giorni, guarda caso perché non c’era posto.

Tuttavia dalle tue riflessioni emerge una verità, su cui si fonda la mia critica: sapevi perfettamente quali fossero i destini dell’Ospedale San Giacomo. Ti ho semplicemente accusato di aver agito tardi e male, pur dopo aver manifestato solidarietà e condivisione per la tua battaglia, come credo debba fare un politico che abbia a cuore le sorti dell’Ospedale di Monopoli. Non ho assolutamente cambiato idea: durante la conferenza stampa del 26 ottobre ho detto che mi autosospendevo dal partito qualora non avessi avuto risposte certe e puntuali dagli uomini che lo rappresentano a livello regionale. Queste risposte mi sono state date e sono le stesse che hanno dato a te mercoledì  pomeriggio in regione. E sia detto tra noi, non mi piacciono. Ecco perché ritengo sia stata vergognosa l’esibizione di molti dei tuoi uomini all’incontro di domenica mattina con Amati e De Caro. Esibizione che tu non hai frenato.  E forse prive di senso le giornate successive. Per questo ho detto che rispettavo le vostre iniziative ma preferivo ricorrere a strumenti diversi, per esempio il dialogo. Quello che dovrebbe sempre perseguire chi rappresenta una istituzione. Certamente non potevo più stare accanto a chi  esibiva striscioni con lo stemma del comune contro il Governatore  Vendola o si augurava una sua condanna penale. Tantomeno a fianco di chi ululava insulti e grida a rappresentanti della Regione, quasi fossero in uno stadio!  Perché, vedi, ci sono tanti modi per speculare consensi e forse questo mi era sembrato il più volgare: muovere attacchi personali ad un uomo politico mascherati dietro una questione maledettamente seria.

Tornando alla questione personale, che hai ancora una volta abilmente glissato e che nascondi nelle pieghe di parole cattive, devo dirti che qui è tutta la differenza tra me e te. A parti inverse, io non avrei mai permesso che qualcuno ti insultasse per strada e sarei ritornato indietro chiedendoti di entrare con me. Avrei consumato l’anima per fermare i contestatori e chiedere il tuo rispetto. Hai mostrato una indifferenza molto vicina alla complicità ed alla vigliaccheria. Del resto non mi stupisco, visto che continui a nascondere la verità, in quanto sapevi benissimo che sarei stato presente all’incontro.

In questo molti dei tuoi consiglieri si sono rivelati migliori di te: mi hanno manifestato la loro solidarietà e si sono dichiarati indignati per quello che è successo, senza rivolgermi offese pesanti e gratuite. Forse loro non saranno mai politici di successo, ma evidentemente sono uomini. V’è distanza tra le due cose, ma credo che tu abbia intrapreso il percorso inverso ed abbia ancora molta strada da fare.

Quanto al clima ammorbante che si respira a Palazzo, beh  devo dirti che conosco molto bene quello che promana dal sudore e dalla fatica, avendone sprecata a grandi dosi, ben prima di te. Evidentemente devi esserti assuefatto per non sentirla, visto che è diventata insopportabile per molti di coloro che hanno preferito abbandonare la tua maggioranza e per molti che ancora riescono a tollerarla a stento, turandosi il naso.

Infine, devo dirti, Emilio, che di coraggio nella vita ne ho sempre avuto tantissimo, anche quando nel 2008 ho accettato di candidarmi in condizioni difficilissime; forse c’è ne vuole di più per ammettere la verità. Ed in questo dimostri di averne pochissimo, perché non ti rendi conto che la tua lettera sta legittimando i comportamenti di alcuni tuoi assessori, ma evidentemente non puoi alienarti in questo momento le loro simpatie. Così come ti confesso che mi piace la piazza ed il contatto con la gente e purtroppo non ho la mentalità metropolitana, quella francamente mi manca. Magari tu ne hai parecchia e poi con calma mi spieghi cosa è. In quella occasione mi parlerai anche dell’invidia, che non conosco, ed io ti parlerò della legge morale, in senso filosofico, anche se penso che non ti ispiri.

Si perché vedi, Emilio, pur apprezzando dopo quasi vent’anni che ti conosco la tua prima citazione letteraria importante, parlando del Vangelo, per amare il prossimo e adempiere la legge non serve baciare la mano a qualche prete, così come la religiosità di un uomo non si misura in quantità.

Perché come è scritto nel libro dell’Ecclesiaste “E’ da folli pensare alla cattiveria dei nostri tempi, quando dovremmo pensare alla cattiveria dei nostri cuori”.

Quella che forse ti ha guidato mercoledì  pomeriggio.

Ti saluto, con rispetto.

Giampiero Risimini

 

 

MONOPOLI – La lettera del sindaco Romani indirizzata al consigliere Risimini dopo le dimissioni:

Quando ho letto tua lettera aperta ai cittadini, Giampiero, ho immediatamente provato rammarico e dispiacere per una decisione difficile e sofferta…lo dico io, che ho pubblicamente riconosciuto, non molto tempo fa, le qualità di un uomo politico capace che puo’ portare contributi positivi alla politica del fare…e l’ho detto dimostrando sempre rispetto per il mio avversario candidato sindaco nel 2008…e soprattutto onesta’ intellettuale e nessun timore che un riconoscimento nei confronti di un mio avversario potesse nuocermi…non lascio mai a miei pensieri lo spazio per condizionamenti di convenienza e credo di averlo dimostrato anche in occasione di quello che tu hai definito un ” indegno baraccone”…dove ho messo a disposizione il mio impegno a non ricandidarmi se il governatore avesse concesso utic ed emodinamica all’ospedale di Monopoli e a miei cittadini, per cui respingo con forza le tue offese pesanti e gratuite fatte nei miei confronti e nel modo in cui interpreto, non certo senza errori, il mio ruolo di Sindaco, segno evidente questo di una tua avversione rancorosa nei miei confronti per scelte fatte non dal sottoscritto, ma dalla sovranita’ del popolo, proprio quello che ti ha condannato, caro Giampiero, ad un ruolo marginale nella vita amministrativa, forse addirittura al disotto delle tue capacita’.

Per cui nessun bluff caro Giampiero nei confronti della citta’ e dei cittadini su un argomento serio come la salute e te lo dice chi sa anche cosa significa non stare bene da cittadino comune, quello che non ha santi in paradiso e li, ci vorrebbe andare, ma il piu’ tardi possibile…io ero assolutamente consapevole, come del resto il tuo segretario di partito, già da questa estate di ciò che stava accadendo e ho fatto mie considerazioni e proposte in luoghi idonei ma senza successo e se la mia parola non basta…puoi sempre chiamare il presidente della conferenza dei Sindaci…Michele Emiliano…che durante un incontro con direttore generale, perché dell’assessore poche tracce in incontri ufficiali, avevo promesso battaglie serie se non cambiava questo stato di cose, avendo perfino chiesto, invano, incontro ufficiale a presidente Vendola, nel lontano giugno u.s.

Non so se i destini del San Giacomo sono segnati, ma la differenza tra te e me sta tutta qui…io non mi arrendo…non cambio idea a giorni alterni…non cerco in ogni situazione un modo per speculare consensi contro qualcuno perché davanti al solo impegno verbale del governatore Vendola ho chiuso astinenza dal mangiare e presidio ospedaliero…senza indugio, perché il mio, anzi il nostro, quello cioè della mia Amministrazione, e’ stato un gesto irrituale si, ma estremo, per difendere il diritto di tutti alla salute, davanti al quale ogni azione civile e democratica vale, se puo’ servire alla causa, perché la posta in palio e’ alta, la vita delle persone e nulla vale di più.

Dunque nessuna indifferenza da parte mia, ma volontà di farti capire che, chi di ipocrisia e falsità ferisce, poi di questo perisce…io voglio scusarmi a nome di tutti se qualcuno ha usato parole offensive nei tuoi confronti il 31 ottobre a Bari…però tu devi imparare a capire che non tutto può essere trasformato in strategia politica’, in rendita di posizione politica, almeno non su un tema sacro come il diritto alla salute caro Giampiero…non puoi dire nello stesso auditorium a distanza di 24 ore che prima ti fidi più del tuo Sindaco che di un tuo assessore regionale salvo poi cambiare idea…nella vita il coraggio delle scelte che si prendono deve essere più forte delle tentazioni dettate dalle proprie aspirazioni politiche personali, cioè se avessi avuto per davvero il coraggio di dimetterti come hai annunciato sabato 26 ottobre salvo poi cambiare idea lunedi 28 e poi riconfermarle sabato 3 novembre, io ti avrei chiesto di aiutarmi in questa battaglia difficile e complessa come la difesa di un ospedale in un momento storico dove tante sono le strutture ospedaliere che vengono chiuse o fortemente ridimensionate.

Respingo inoltre con fermezza tue illazioni su presunti”odori” che respiri in Palazzo perché se ti riferisci al Municipio dove ogni giorno, e’ vero che si respirano odori ammorbati, ma sai da cosa? Dal sudore e dalle fatiche che, l’amministrare , ascoltando e facendosi carico dei tanti problemi della gente, produce e se non credi a questo vieni il prossimo mercoledi mattina e vedrai che lazzeretto di bisogni umani si respira a Palazzo,  Giampiero, che dura da 5 lunghi anni caro mio, tuttavia se invece al contrario gli odori fossero di altro tipo, ti invito a segnalarli alle autorità preposte perché io sarò con te!

Sono assai dispiaciuto di questa tua decisione…veramente e sinceramente dispiaciuto…spero tu possa riflettere su questa scelta e ritornare sui tuoi passi…pero’ con la stessa sincerità e franchezza ti dico che per farlo occorrono sempre le stesse cose, che fino ad oggi, pero’, non hai mai dimostrato di avere…coraggio…determinazione…mentalità metropolitana e non piazzaiuola…e soprattutto nessuna invidia verso gli altri…come dice una parabola del vangelo a cui però, penso tu non ti ispiri,basterebbe questo…….”…vivi amando il prossimo e avrai adempiuto alla Legge…”

Con immutata stima

Emilio Romani

MONOPOLI – Aggiornamento 3/11/2012:  Giampiero Risimini ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale del Partito Democratico. L’avvocato comunica la decisione alla città attraverso una lettera pubblicata in esclusiva dal nostro giornale in cui si dice amareggiato per la forte contestazione subita a Bari da parte di alcuni esponenti della maggioranza prima dell’incontro tra Vendola e Romani. “Ho dato tantissimo a questa città che adoro intensamente, ma credo di dover prendere le distanze – scrive nella lettera Risimini – da un modello di politica che ormai non mi appartiene e che trovo ogni giorno più insopportabile. Per questo ho deciso di rassegnare le dimissioni da consigliere comunale

MONOPOLI – La presenza del Pd monopolitano a Bari, quando la riunione col Presidente Vendola era un desiderio del sindaco Emilio Romani, non è stata accolta bene dai rappresentanti istituzionali della città di Monopoli che davanti a fotografi e telecamere accese sono degenerati in una baruffa. All’indomani della riunione, i due schieramenti politici continuano a dirsele a suon di comunicati stampa. Adalisa Campanelli, impegnata nell’esecutivo provinciale del Pd, difende la propria rappresentanza così: «ci siamo accreditati alla segreteria del Presidente dopo quel comunicato stampa del sindaco in cui paventava altri rischi per l’ospedale a seguito della scoperta di quelle tre delibere di giunta regionale e volevamo avere un chiarimento». Non è d’accordo l’Assessore alle Risorse del Mare Giuseppe Spinosa che invece giudica «ingiusta» la loro presenza perché l’incontro con Vendola «lo abbiamo chiesto noi dell’Amministrazione» e continua «avrebbe dovuto partecipare soltanto il sindaco in rappresentanza della città di Monopoli». Ma la Campanelli afferma che «per garbo istituzionale» avevano girato via e-mail al sindaco Romani sia la richiesta di accredito alla riunione e sia la risposta di accoglimento del Presidente. Forse entrare dalla porta principale non è stata una bella mossa sapendo che davanti al Palazzo della Presidenza attendevano assessori e consiglieri. Infatti, il dissidio è nato, così come riferisce Spinosa, dalla «strafottenza» manifestata all’ingresso. Ma Adalisa Campanelli rilancia: «nonostante lo avessimo pure detto ad alcuni consiglieri siamo rimasti stupiti dalla loro reazione. Eppure in mattinata il clima sembrava tranquillo». Spinosa, invece, afferma il contrario e non crede alla corrispondenza mail: «in conferenza stampa sembrava non sapesse nulla ed io – ci va secco – , se permetti, credo al mio sindaco» Ed attacca: «avrei preferito vedere anche l’opposizione ferma con noi davanti al Palazzo della Regione sotto la pioggia. Invece, hanno approfittato della situazione quando potevano incontrarsi con Vendola in qualsiasi altro momento. Ciò fa emergere la distanza che c’è tra loro ed il proprio capo».

IL VIDEO DELLA CONTESTAZIONE (riprese Giovanni Barnaba)

© Riproduzione riservata 04 Novembre 2012

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