aggiornato il 24/01/2013 alle 17:24 da

Il commosso addio a Piero, la città in lacrime per le vittime della sciagura stradale

MONOPOLI – E’ vero. Le parole, come ha detto il parroco, non possono colmare il dolore del distacco. Lo sapevano tutti quelli che giovedì pomeriggio hanno affollato la chiesa del Sacro Cuore. Lo sa bene la famiglia e la mamma di Piero, che continuava a chiedersi perché e a ripetere che quello che è successo non è giusto. Nella chiesa palloncini celesti e neri, come i colori della Soccer Team nella quale fin da bambino giocava. Fuori invece, i palloncini erano tutti bianchi e sono stati lanciati in aria, verso il cielo, al termine della messa officiata da don Michele. E’ stato proprio il parroco, durante l’omelia, a ricordare uno dei tanti aspetti che caratterizzavano Piero. Sono stati i suoi amici in questi giorni a riferirglielo, parlandogli di lui. Ad emergere è stato il suo essere legato alle relazioni, che viveva con fedeltà. Una caratteristica insolita in un ragazzo di soli 15 anni. “Era capace – ha detto il prete- di costruire rapporti saldi e duraturi”. Poi le parole sono passate ad un compagno di classe del ragazzo che ha letto, per conto della II B, un testo in cui si ricordava l’amico, il suo viso bello e pulito. La sua vivacità, il suo affetto e la sua loquacità. Il suo modo di vestire, con i pantaloni che amava portare arrotolati alle caviglie. “Manifestava la sua voglia di esserci- ha detto il compagno – con il sorriso”. Un sorriso aperto e limpido. “Zio Piero” si faceva chiamare e tutti lo chiamavano così. Anche nel piazzale della chiesa, tra i tanti striscioni preparati dagli amici su uno c’era scritto proprio così. Al termine della funzione, tra corone di fiori bianchi che accompagnavano il feretro, il saluto della folla commossa, in un silenzio rotto dalla commozione e da un dolore troppo forte che ha colpito l’intera comunità lasciandola attonita.

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© Riproduzione riservata 24 Gennaio 2013

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