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Tombe ed affreschi allo Spirito Santo

MONOPOLI – interno-abside-spirito-santoUn prezioso scrigno da esplorare, per riportare in vita sconosciuti aspetti della sua vita millenaria e custodire gelosamente ogni suo frammento intriso di storia. La nostra storia. E’ la cripta rupestre dello Spirito Santo, alle spalle del cimitero di Monopoli, dove da all’incirca un mese sono iniziati gli scavi archeologici ed i lavori di restauro, che fanno seguito alle indagini diagnostiche preliminari effettuate lo scorso anno. Lavori finanziati dalla Fondazione San Domenico e dalla Cassa di Risparmio di Puglia, grazie alla sinergia nata con il Comune di Monopoli, per un importo di 180mila euro, ed affidati a due imprese: la Cooperativa ARS di Gioia e la Cooperativa Archeologia di Firenze. Nove i saggi, due all’interno della chiesa e sette all’esterno, aperti dagli archeologi Giuseppe Donvito, Ruggero Giuseppe Lombardi, Roberto Rotondo, Michela Rizzi e Gabriele Soranna, che hanno riportato alla luce interessanti scoperte. A cominciare, nella parte Sud- Ovest della chiesa, in corrispondenza dell’apertura nel soffitto, da una sepoltura tarda in giacitura primaria con un rosario con croce metallica e stoffa, che potrebbe risalire alla fine del Settecento. Restando all’interno della cripta, nella navata centrale, tra le colonne è subito affiorato il banco di roccia, che però nella zona adiacente all’attuale ingresso lascia il passo ad un ampio ossario. Secondo gli addetti ai lavori, almeno venti sarebbero gli inumati, tra cui molti bambini. Nella profonda cavità scavata sono stati rinvenuti anche numerosi ossario-spirito-santoframmenti ceramici di epoca post-medievale, nonché resti di intonaci e blocchi di tufo squadrati, uno dei quali recante una croce incisa. E mentre da alcuni saggi effettuati sono emersi dallo strato di calce pregiati affreschi che ricoprono quasi interamente la basilica romanica scavata nella roccia, delicata è la situazione che riguarda la parete absidale Sud. L’unica parte ad essere stata costruita, lì dove in origine c’era l’ingresso della cripta, è stata infatti puntellata perché presentava uno spanciamento, per poi procedere al consolidamento statico dall’esterno. Prima però, per preservare i preziosi affreschi dell’abside, risalenti all’incirca al 1200, è stata utilizzata una nuova tecnica, detta “ciclo dodecano”, che – come spiegato dalla restauratrice Nori Meo Evoli, affiancata dalla collaboratrice Maria Potenza – ha la caratteristica di sublimarsi, con un bassissimo impatto sulla pellicola pittorica. Degna di nota anche la scoperta di una vasca, in origine pavimentata, utilizzata presumibilmente per la raccolta delle acque, fatte defluire in un pozzo. La chiesa dello Spirito Santo rappresenta un vero e proprio gioiello della civiltà rupestre, molto sviluppata a Monopoli tanto da valerle l’appellativo di “Città delle Grotte”. Nonché una delle poche cripte a conservare il fascino di una frequentazione costante, ove sopravvive la tradizione secondo cui ogni giovedì, nei cinquanta giorni che seguono la Pasqua, molte donne si ritrovano per recitare il Rosario. Sino alla solenne Processione di Pentecoste, che dal cimitero giunge al santuario rupestre. Il tutto grazie alla disponibilità del signor Paolo Aversa, che da anni custodisce con cura e rende fruibile questo tesoro scavato nel costone di Lama Don Angelo.

© Riproduzione riservata 25 Febbraio 2011

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