aggiornato il 26/07/2013 alle 8:52 da

Nuovi reperti esposti nel museo di Egnazia

MONOPOLI – Rinasce a nuova vita il Museo Nazionale Archeologico di Egnazia, grazie al nuovo percorso espositivo inaugurato ieri. E lo fa anche con un nuovo nome. Il museo, che custodisce tra i più importanti resti dall’età del bronzo al medioevo, è stato intitolato a Giuseppe Andreassi, direttore del museo e dell’area archeologica dal 1976 al 1985 e Soprintendente per i beni archeologici della Puglia dal 1990 al 2009. “Un uomo che ha dato tanto al Museo di Egnazia – ha ricordato il Soprintendente per i Beni Archeologici per la Puglia, Luigi La Rocca – convinto che bisognasse conciliare cura, conservazione, valorizzazione e restauro. Non serve infatti scavare in continuazione se non si valorizza, restaura e rende fruibile ciò che già c’è”. Concetto ribadito anche dal Vicepresidente regionale Angela Barbanente, la quale ha sottolineato: “Il Museo è stato ristrutturato, allestito e arricchito grazie ad un Accordo di Programma Quadro sottoscritto alla metà degli anni 2000, ossia un accordo di collaborazione tra Regione e Ministero. Stiamo continuando a lavorare in questa direzione, perché abbiamo il dovere di conservare e valorizzare i beni del nostro territorio”. Presente alla cerimonia di inaugurazione, oltre al sindaco di Fasano, Pasquale di Bari, il neo Rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, il cui ruolo è fondamentale nell’ambito del “Progetto Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione”, diretto dalla prof.ssa Raffaella Cassano. Infine la parola alla direttrice del Museo, Angela Cinquepalmi: “l’intero percorso si snoda secondo un criterio cronologico, dal XVI sec. a.C., seguendo differenti aree tematiche. Questi lavori sono frutto di scavi e ricerche compiuti negli anni passati oltre che recentemente, frutto anche di tante collaborazioni instaurate con le Università di Foggia, Roma, Lecce e  Bari”. Un allestimento tutto nuovo – progettato da Angela Cinquepalmi, Assunta Cocchiaro, Raffaella Cassano,  Armanda Zingariello  e Giovanni Vinci – che rivoluziona la vecchia esposizione, dando spazio a molti reperti finora custoditi negli immensi depositi, tra cui anche alcuni provenienti da Monopoli.

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© Riproduzione riservata 26 Luglio 2013

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