aggiornato il 19/06/2014 alle 7:04 da

Dalle Alpi a Noci in sella a un cavallo

DSCN2972NOCI – Il loro sogno era quello di attraversare in lungo e in largo lo Stivale in sella a un cavallo. E così Dania Poggio e Andrea Burdisso il 12 dicembre scorso hanno lasciato i loro paesini, in Piemonte, per intraprendere un viaggio straordinario che dopo 1500 chilometri, domenica scorsa, li ha portati fino a Noci, a Monaci, dove un gruppo di appassionati ha offerto loro un tetto e alloggio per i loro cavalli. Due ragazzi per alcuni aspetti molto diversi ma accomunati dalla passione per i cavalli ed in particolare per quelli americani.  
Lei infatti ha 34 anni, lui 22. Lei arriva da Alba, lui da Fossano.
Sono partiti dal Piemonte con quattro cavalli e due fedelissimi cani.  
“Abbiamo deciso questo viaggio che era per me un sogno nel cassetto – ci rivela Dania – avevo questo desiderio di attraversare l’Italia a cavallo, di capire se è una cosa ancora possibile. E la risposta è sì.  
E ci siamo arrivati anche molto bene”.
“Siamo partiti il 10 dicembre – prosegue lui – in pieno inverno. Ma è stato meglio così per gli animali che così patiscono meno il caldo e la fatica. E comunque siamo stati fortunati, perché non è stato un inverno molto freddo. Però di acqua ne ha fatta veramente tanta”. Di notte di solito si riparano nella loro tenda e non hanno bisogno di pernottare in strutture alberghiere ed agriturismi. “In realtà – ci spiega Dania – abbiamo sempre incontrato persone molto ospitali, sia a Nord che a Sud, per cui solo poche volte è stato necessario far tappa in un agriturismo”.
Chiediamo ai ragazzi come siano arrivati sino a Noci. “Avevamo pianificato il percorso a grandi linee fino ad arrivare in Abruzzo, al meno fino al tratturo, perché esistono guide. – racconta Dania – Da lì infatti abbiamo preso il Tratturo Regio che, attraversando il Molise, ci ha portati sino a Foggia. La Puglia invece è stata una scoperta.  
Non avevamo nemmeno in preventivo di passare, anzi. Pensavamo solo di toccarla e poi di passare in Basilicata. Avevamo paura che non ci fosse abbastanza verde per i cavalli, temevamo di trovare una terra desertica. Poi un ragazzo pugliese ci ha contattato su Facebook e ha iniziato a inviarci un mare di fotografie fino a convincerci a passare da qui. Inizialmente dovevamo fare solo il Gargano, poi lì ci hanno invitato a scendere ancora più giù per vedere la Murgia. Ha messo un post sulla pagina del Cavallo Murgese e questi ragazzi hanno subito risposto all’appello. Ed eccoci qui: abbiamo preso l’Ippovia da Mercadante e siamo arrivati fino a Noci. Adesso l’idea è quella di scendere fino a Santa Maria di Leuca prima di iniziare a risalire. Ma tutto dipenderà dal caldo e dalle condizioni dei cavalli”. Con l’estate, infatti, specie al Sud è indispensabile poter contare sul supporto di una struttura specializzata per assicurare acqua e cibo per i cavalli. Come la stessa Dania ci spiega: “Un viaggio a piedi è molto più semplice. Pensi solo a te stesso e ai cani, se vuoi portarli con te. Stessa cosa per un viaggio in bicicletta. Invece un viaggio a cavallo è molto più impegnativo: la responsabilità è grande perché il nostro mezzo di trasporto è un essere vivente che diventa un grande amico. Per questo durante questo viaggio la nostra priorità è stata quella di salvaguardare loro”.
Il viaggio di Dania e Andrea è ripreso mercoledì. Dopo la tappa in Salento, inizierà la dura risalita verso le Alpi lungo il Tratturo d’Italia. A guidarli non ci saranno nè cellulari (non sempre è possibile ricaricarli), nè sistemi gps, ma solo cartine e senso dell’orientamento. La media è quella di 30 chilometri al giorno, ma molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche. “Non saremo a casa prima di dicembre prossimo” conclude Dania, più che mai decisa a proseguire nel suo viaggio. Intanto un cavallo, martedì è tornato in Piemonte a bordo di un camion. “Era molto stanco – ci dice Andrea – Al suo posto acquisteremo un asino di Martina Franca. Dopo l’acquisto di una muletta abbiamo scoperto che sono animali più resistenti e molto più adatti al trekking. Da questo è nato un progetto parallelo che intende riuscire a fare un mulo appetibile come cavallo da sella.  
Magari proprio un asinello di Martina”.

© Riproduzione riservata 19 Giugno 2014

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