aggiornato il 29/04/2011 alle 14:43 da

Mostra di Damiani, promessa mantenuta

NOCI – mostra-di-DamianiGradito ritorno a Noci del pittore Michele Damiani accolto da un gruppo di ospiti e di nocesi che sabato sera alle ore 19.00 si è dato convegno nel Chiostro delle Clarisse per l’apertura della mostra “Liturgia della Memoria” (evento curato dall’assessorato alla Cultura del comune di Noci e che resterà in cartellone fino al 22 maggio). Damiani che conosce e frequenta Noci da oltre un decennio, è un artista di calibro internazione che quest’anno ha ricevuto il Prix Botticelli du livre d’art dal Cenacle europèen francophone di Parigi. Nel 2009 in occasione del decennale della sagra Pettole nelle gnostre, Michele Damiani dipinse per Noci una serie limitata di piatti da esposizione. Damiani, ci racconti questa  mostra. È una mostra che nasce da lontano. Dieci anni fa gli amici di Noci me la chiesero ma per motivi vari non si è mai fatta. Ora i tempi sono maturati e l’abbiamo realizzata in questo spazio straordinario (il Chiostro delle Clarisse, ndr). È un vecchio impegno tra la città di Noci e me. Tra l’atro quando i nocesi mi chiamano sono sempre disponibile. 67 anni, dipinge da sempre e a tempo pieno. Lo faccio da 47 anni, la mia prima personale risale al 1962, ho solo fatto il pittore e non saprei fare altro.

Ci commenti lei stesso le opere che ha portato a Noci?
In questi quadri sto mettendo a punto due intuizioni: una per la luce, l’altra per un’idea fantastica della memoria. Infatti, la mostra si chiama Liturgia della Memoria, cioè un rito, una celebrazione di quello che è il ricordo per come te lo offre la mente… probabilmente parziale, completo, più completo o forse meno. Cioè, tutto ciò che è nella memoria del sogno e che non è riconducibile alla geometria della vita quotidiana. Molto spesso queste opere le ho lasciate così come sono venute, dicendo a me stesso: adesso basta; perché devono essere un frammento di memoria, di sogno. Questa è l’idea.
Che rapporto ha con la Puglia?
È quasi inesistente. La Puglia la amo molto ma la estendo a quella che è la cultura del Mediterraneo. Cioè la cultura del Mediterraneo è la cultura della Puglia; parcellizzarla significa ridurne il valore e la qualità culturale. Secondo me la Puglia è una parte del Mediterraneo e il Mediterraneo è una parte della Puglia. Una volta si diceva: lei è un pittore pugliese e io rispondevo: mi cancelli quell’aggettivo. Se mi dicevano: lei è un artista Mediterraneo; allora dicevo certamente di sì. Nei miei quadri ci sono tanti elementi che rimandano al Mediterraneo, al sincretismo delle culture, delle religioni, agli stilemi mediterranei: la melagrana (presente in molti quadri, ndr) non è una cosa casuale, è un riferimento preciso.
Che tecnica usa?
Tecniche miste: prima preparo la tela, il supporto, poi sopra ci faccio un disegno di massima e sul disegno incomincio ad inserire il colore a tempera grassa, alla fine certi colori li tiro fuori con colori ad olio che amano di più la luce.
Il sindaco Piero Liuzzi ha ricordato “Viaggio nei paesi delle pietre che parlano”, l’evento del Parco Letterario Formiche di Puglia che portò, dieci anni fa, Michele Damiani per la prima volta a Noci, che – ha detto Liuzzi – “popolata di pittori e scrittori diventò una piccola capitale della cultura”.
Il giornalista Rai Enzo Quarto ha rimarcato l’alta cifra artistica di Damiani che in queste opere riesce ad intuire profili di paesaggi mediterranei che non ha mai visto.
Nel pubblico c’erano amici di Damiani tra cui il giornalista Onofrio Pagone e Nicola Roncone, in passato sub commissario del comune di Noci.

© Riproduzione riservata 29 Aprile 2011

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