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Lippolis: Il cambiamento si costruisce giorno dopo giorno

DSCF8577 Mariano Lippolis 9-12NOCI – In qualità di Segretario del Prc e consigliere della lista Sinistra, ritengo doveroso rispondere ad alcune inesattezze pubblicate dal locale circolo di Sel.
Sel annuncia oggi di tirarsi fuori dalla maggioranza, ma in quest’anno trascorso, ben pochi tra cittadini e amministratori si sono accorti che vi fosse entrato.
La prima proposta di Sel in un anno di attività amministrativa risale a settembre 2013. Nel consiglio comunale del 18 ottobre si parlava di Tares e rifiuti, di raccolta differenziata. Ben 8 proposte da parte di Sel, di cui ad oggi 4 risultano tradotte in fatti o cantierizzate e di prossima attuazione (campagna di informazione sulla differenziata; raccolta della frazione organica presso il mercato settimanale; uso di stoviglie compostabili presso le mense scolastiche e raccolta della frazione organica; raccolta della frazione organica e differenziata spinta per tutte le strutture commerciali, ristorative e alberghiere).
Solo proposte, sia chiaro, a tradurle in fatti ci hanno pensato gli amministratori, il tavolo cittadino sui rifiuti e parte di alcune forze politiche tra cui Rifondazione Comunista. A nome di Sinistra, e quindi anche di Sel.
Da quel 18 ottobre troviamo la seconda proposta di Sel solo a luglio 2014. Parliamo di Irpef, di progressività delle aliquote e su questo si renderà indispensabile un chiarimento.
Queste le proposte presentate e di cui è a conoscenza il gruppo Sinistra. Sui social si parla di altre proposte inascoltate, ma su queste ultime non sento di poter garantire. Se presentate direttamente nelle mani di assessori o Sindaco ci sarebbe da interrogarsi sul metodo, del tutto discutibile.
Nei 9 mesi intercorsi tra settembre 2013 e luglio 2014 vi è, da parte di Sel, una presenza ad intermittenza alle riunioni di maggioranza, una totale assenza politica e dalla casa comunale. Nello stesso periodo, per il nostro gruppo politico, troviamo molte altre proposte e molto quotidiano lavoro per porle in essere. Proposte e lavoro a cura di Rifondazione Comunista a nome di entrambe le forze politiche. Mi riferisco a quelle proposte ormai storiche della nostra parte politica: canile comunale (grazie alla sinergia creatasi con l’assessore Gentile, il canile è oggi presente nel piano annuale delle opere pubbliche), stesura di un piano anti randagismo, banco farmaceutico (proposto in commissione politiche sociali e di prossima attuazione), concorso pittorico per la valorizzazione del centro storico e degli artisti del territorio, adesione alla campagna nazionale Puliamo il mondo di Legambiente e, dulcis in fundo, il “famoso” Fondo sociale (presente oggi nel Bilancio comunale con 50mila euro di risorse comunali).
Di alcune delle misure sopra elencate si trova menzione nel Bilancio da poco approvato.
Fosse anche solo per questi provvedimenti, sarebbe intellettualmente disonesto dire che il cambiamento non stia avvenendo.
A tutto ciò si aggiungano il supporto ad alcuni assessori surclassati di lavoro, osservazioni e pareri puntuali su altre tematiche e provvedimenti, la presenza costante presso la casa comunale, alle riunioni di maggioranza, su tutti i tavoli promossi dall’assessorato alla cittadinanza attiva e la continua “staffetta” tra cittadini e assessori per la risoluzione dei tanti problemi che quotidianamente vengono sottoposti dai cittadini a tutti gli amministratori e partiti.
Ora veniamo all’Irpef, in maniera quanto più analitica possibile.
A scanso di equivoci si premette che Rifondazione era ed è a favore della gradualità, posizione ribadita in tutte le riunioni di maggioranza sul tema e in consiglio comunale. Poiché, dalla prima riunione di maggioranza in cui si è trattato il tema Irpef (e in occasione della quale Sel ha proposto un ipotesi di gradualità), al Consiglio comunale, ci sono state almeno 3 maggioranze (di cui i coordinatori di Sel erano puntualmente informati dal sottoscritto, ma alle quali non hanno partecipato) in cui si è tornati sul tema, analizzando in maniera approfondita altre simulazioni circa la gradualità delle aliquote e altre proposte.
Partendo dal presupposto che la proposta di Sel, e condivisa dal Prc, non consentiva la copertura del gettito e che quindi ne andavano analizzate altre, va da sè che in ogni maggioranza (a tutti i livelli e di qualsiasi colore politico) le proposte, se opportunamente corredate di dati, possono essere accettate in toto e tal quali o possono subire il labor limae della discussione politica.
Le possibilità: lasciare invariata l’aliquota allo 0,40 e senza esenzioni; considerare una gradualità con esenzione a 11.000 euro; o elevare l’aliquota allo 0,50 (una delle più basse in zona) elevando la fascia di esenzione a 12.000 euro di reddito. Una lunga discussione ha portato la maggioranza dei presenti ad avvallare la terza ipotesi.
Rifondazione e il sottoscritto hanno votato in consiglio per questa ipotesi per via dell’importante esenzione a 12.000 euro, che equivale a 2.300 contribuenti esenti in più, 6.944 totali. La metà dei contribuenti nocesi! Di questi, i redditi da lavoro dipendente esenti passano da 1.922 a 2.809 (su un totale di 6.300, si tratta di più del 30%); i pensionati esenti invece passano da 1.495 a 2.316 (su un totale di 4.169.  Più del 50%).
Questa accettazione, come affermato in maggioranza e in consiglio comunale, passa dal ribadire la propensione di Rifondazione ad adottare una gradualità delle aliquote (seppure con una soglia di esenzione più bassa) e ad impegnare la maggioranza a valutarla per l’anno prossimo, anche alla luce dei nuovi balzelli che lo Stato centrale molto probabilmente istituirà. Intendo quella che si è approvata una tappa su un percorso che ci ha visti partire da un aliquota allo 0,40 per tutti e senza alcuna esenzione e passare ad un aliquota allo 0,50 ma che rende esenti 6.944 contribuenti e che auspico ci porti a tendere ad una maggiore equità.
Le tesi divulgate dai componenti di Sel sui social sono del tutto inattendibili e fantasiose.
L’aliquota, applicata sul reddito imponibile, prevede ad esempio per i contribuenti subito sopra la soglia di esenzione e che dovessero avere 12.001 euro di reddito un importo a pagare pari a 12 euro l’anno. Un euro in più al mese e non quanto asserito in maniera propagandistica sui social.
D’altro canto, chi è intellettualmente onesto e non alla ricerca di pretesti, dovrebbe elencare tutto ciò che l’amministrazione ha fatto e sta facendo per le fragilità e per mantenere basse le contribuzioni delle famiglie. Se tanto mi da tanto, “la poesia era nei fatti”, ma  l’attenzione verso le fasce deboli della popolazione è nei numeri.
L’IMU è rimasta invariata al 7,60 ‰. Il gettito Tari è inferiore a quello del 2013 ed è stata ridotta l’incidenza della parte fissa e di quella variabile. Per la mensa scolastica è stata riportata la contribuzione da 4,50 euro e 4,00 euro a 3,00 euro e 3,50 euro. Oggi ci sono 50.000 euro per il Fondo sociale, un ulteriore investimento di 172.000 euro sui servizi sociali, il banco alimentare, il trasporto scolastico riportato da 40 a 20 euro, con inizio sin dal primo giorno di scuola e sono garantiti, inoltre, tutti i servizi a domanda individuale. Questi, alcuni esempi.
Non spendo una sola parola invece sulla proposta di Forza Italia in consiglio, poiché incompleta e non corredata da alcun dato numerico. Si proponeva la sola esenzione a 17.000 euro. Proposta che mirava solo e unicamente ad impegnare consiglio comunale e uffici in un iperbolico calcolo delle aliquote (che come verrà dimostrato non porta a nulla) per ritardare l’approvazione del Bilancio. Gioco politico. Punto.
Tornando a Sel. Pensare che basti essere presenti ad una riunione di maggioranza e presentare una proposta (e poi sparire nel nulla, sottraendosi al confronto su altre proposte e rispuntare con la medesima proposta alle ore 22.00 del giorno precedente il Consiglio comunale) per far sì che questa venga attuata, è un’allucinazione propria di chi ignora le regole del confronto, agisce in malafede o è alla ricerca di un pretesto.
La tesi per cui il cambiamento non stia avvenendo a causa di una proposta non accettata tal quale, è del tutto bizzarra. Chi intende la politica come servizio, sa benissimo quanto pesi sulle gambe a sera la responsabilità di rendersi artefice del cambiamento. Il cambiamento si costruisce giorno dopo giorno, non senza difficoltà e sacrificando molto, anche a piccoli passi, con proposte e continuo ed estenuante lavoro, tenendo sempre conto che tra come noi vorremmo fossero le cose e porle in essere c’è di mezzo la realtà. Una realtà spesso aspra e che determina, sulla strada del cambiamento che ci impegniamo a costruire, successi, dispiaceri, soddisfazioni e anche sconfitte o mezze vittorie. E spesso c’è bisogno di anni prima che ci si possa voltare indietro e vedere che, nonostante lungaggini amministrative, impedimenti normativi, resistenze politiche o culturali  passività civica e rassegnazione, si è riusciti a determinare significative trasformazioni. Anni. Il cambiamento non si aspetta e non si rivendica, si costruisce.
Sin dalle primarie di coalizione, Sel ha inaugurato invece un modus operandi incentrato sulla scorrettezza (e molta, mi spiace dirlo, atta a mettere in cattiva luce i compagni di Rifondazione e il sottoscritto), dimostrandosi incapace di sciogliere vecchie ruggini finanche con i compagni di Rifondazione. La lista sarebbe lunga e parecchio imbarazzante. Alle decisioni avvallate anche da Sel in coalizione o in maggioranza, si alternava la critica e la propaganda nelle piazze reali o virtuali. Una comoda reinterpretazione dell’Essere forza di lotta e di governo .
Per non parlare dei continui veti per la convocazione di conferenze stampa circa l’attività politica ed amministrativa o per prendere posizione riguardo questioni altre. Neppure una parola,ad esempio, circa l’articolo apparso su L’Espresso del 16 maggio 2014 dal titolo “Lazio, la mancia di Sel agli amici” e nel quale ricompare il candidato sostenuto da Sel, magicamente scomparso all’indomani delle primarie di coalizione. Verrebbe da citare Gandhi: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
Rifondazione è sempre stata abituata a fare scelte definite e anche in questa occasione lo ha fatto. Assumersi la responsabilità, in un periodo difficile e in cui la militanza è ridotta ad uno “stato o una foto di denuncia su Facebook”, di provarci, di esserci, di sedere al tavolo dove sono rappresentate diverse parti e rappresentare la sua di  parte e senza rivendicare ruoli o cariche istituzionali.  Dare attuazione a tutto quanto previsto dalle linee programmatiche, ponendosi come forza politica propositiva e sempre presente. Certe scelte possono non essere popolari o convenienti, ma vanno prese poiché reputate giuste, almeno ad oggi. Perché quando serve bisogna dialogare e portare a casa risultati importanti, facendo bilanci nel lungo periodo e non dopo soli 12 mesi.
“Sinistra” rappresenta un’opportunità, ma ancora una volta si ripete una litanìa stanca all’interno del recinto della Sinistra radicale. Si dispiega inesorabile la narrativa del massacro ideologico che non fa più vendere copie, quella forma di autoerotismo per cui si fa a gara per porsi quanto più a sinistra dei compagni e che si risolve in uno sterile parlarsi in bocca.
Di certo, tirarsi fuori dalla maggioranza consente di raggiungere il miglior risultato, in termini di visibilità, col minimo sforzo. A rimetterci, come sempre, i cittadini a cui importa di ricevere soluzioni ai problemi. D’altronde, gli avvenimenti insegnano che chi critica e non costruisce e predice solo sconfitte racconta la sua di storia e non quella di altri.
Con sincero dispiacere per l’ennesimo naufragio di un progetto unitario,
Mariano Lippolis

© Riproduzione riservata 24 Settembre 2014

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