aggiornato il 02/07/2013 alle 12:30 da

Scagliusi e L’Abbate si riducono lo stipendio parlamentare

Rendicontazione LAbbate ScagliusiPOLIGNANO – Ogni promessa è debito. Ed i due deputati polignanesi le promesse le mantengono. Come annunciato in campagna elettorale, Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi hanno restituito il 50% della loro indennità lorda e tutti i rimborsi per le diverse voci di spesa non utilizzati.

“Quel che diciamo, facciamo. A commentare ci sono i fatti – dichiarano L’Abbate e Scagliusi – Abbiamo restituito le eccedenze di indennità, diaria e rimborsi ad un Fondo per l’Ammortamento del Debito Pubblico: una scelta per contribuire a tutto lo Stato Italiano, senza preferenze di sorta. Ci spiace che siamo gli unici in Parlamento a renderci conto che ciò che viene incassato supera abbondantemente le spese sostenute. Ci auguriamo che anche gli altri deputati, soprattutto coloro che a parole si spendono per i bisognosi, prendano esempio”.

Infatti, qualsiasi deputato riceve mensilmente un ammontare pari a oltre 10 mila euro lordi per quel che concerne l’indennità, in soldoni lo stipendio lordo a cui detrarre le relative trattenute in funzione dell’aliquota Irpef di appartenenza. Questa voce, per i deputati del MoVimento 5 Stelle viene direttamente dimezzata del 50%.

A completare la busta paga del parlamentare, poi, contribuiscono altre voci quali la diaria (per vitto e alloggio in Roma, concessa assurdamente anche ai residenti in Roma) pari a circa 3.500 euro mensili, i rimborsi viaggio (da e per l’aeroporto o stazione ferroviaria più vicina a casa) pari a circa 4000 euro per trimestre, il rapporto eletto/elettore pari a 3.690 euro mensili per le spese relative alla gestione d’ufficio e che costituisce anche la voce lorda dello stipendio dei collaboratori, i rimborsi telefonici annuali pari a oltre 3000 euro e l’assegno di fine mandato pari all’80% dello stipendio lordo per ogni anno di legislatura.

La busta paga dei deputati 5 stelle, invece, prevede il 50% della indennità lorda mentre, per quanto concerne i rimborsi questi, da forfettari quali sono (e che praticamente divengono ulteriore stipendio non tassato se non restituito), divengono “a piè di lista”: a fronte di rendicontazione puntuale, si restituisce l’eccedenza.

Alla luce di ciò, Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi hanno restituito per le due mensilità piene di maggio ed aprile e per i 15 giorni di marzo rispettivamente 10.393,50 euro e 13.162,34 euro. La differenza tra le due cifre è dovuta alla restituzione immediata di alcuni rimborsi a carattere trimestrale che il collega L’Abbate restituirà a chiusura dei tre mesi. Una differenza di forma ma non di sostanza che non cambia la promessa elettorale che, a tutt’oggi, viene mantenuta nei fatti.

© Riproduzione riservata 02 Luglio 2013

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