aggiornato il 19/11/2011 alle 12:00 da

Minelli in Confessioni di un Settentrionale

PUTIGNANO – 01Antonio-MinelliQuesta sera e domani 20 novembre, alle ore 21 presso il Piccolo Teatro di Bari “Eugenio D’Attoma”, Strada Privata Borrelli 43 – Bari, Antonio Minelli presenta “Confessioni di un Settentrionale (come il Nord decise per il Sud).

Dal comunicato si apprende: da alcuni anni ho smesso di leggere le storie, comprese le contro storie, cercando di verificare gli scritti dell’epoca, le lettere private, gli atti parlamentari e paragonarli con le leggende patriottiche o scolastiche che tutt’oggi sono instillate agli italiani tutti. Ed è proprio dal fiorire delle leggende che inizia il percorso di degrado morale, civile e culturale del Sud. A cosa è giovato passare da una monarchia Borbone a una monarchia Savoia? E l’unità d’Italia è stata veramente un’esigenza patriottica, una volontà del popolo italico o piuttosto l’affermazione di un piccolo stato che senza questa spinta ‘di patria’ probabilmente oggi non esisterebbe più? Nelle Confessioni di un Settentrionale, si darà voce ai grandi fondatori della patria (regolarmente settentrionali) che ‘a microfoni spenti’ confessano le loro reali ambizioni. Una vera e propria esposizione di una serie di documenti, rigorosamente datati fra il 1840 e il 1890. Lettere, scritti privati, poetiche e dichiarazioni parlamentari di personaggi quali Bixio, Nievo, Cavour, Garibaldi, Abba, Saffi e altri protagonisti che la storia ha consacrato come eroi e liberatori appartenenti ormai alla leggenda della nostra nazione. La presentazione si sviluppa in maniera documentaria e artistica in una successione e concatenamento di fatti, date e personaggi. Va chiarito l’intento dell’operazione che non vuole essere una restaurazione della monarchia precedente o condanna della monarchia successiva. E tantomeno una sponda politica mirata alla secessione. Piuttosto la volontà di una chiarezza storica mirata a una vera unificazione, con la convinzione che un’Italia veramente unita potrebbe nuovamente portare quell’esempio di civiltà che il mondo ha apprezzato per secoli, o meglio, fino al 1861. Un messaggio ai giovani italiani (e non solo), per una presa di coscienza realistica, di un Paese reale, attraverso la realtà storica, non condizionata dalle esigenze di mercato, politica e potere. Ma soprattutto la percezione che un contadino pugliese o meridionale in genere, era del tutto simile a un contadino veneto o piemontese. E che l’Italia, per diventare Nazione, ha chiesto il sacrificio di entrambi.

Antonio Minelli

Confessioni-di-un-Settentrionale---locandina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Riproduzione riservata 19 Novembre 2011

Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!


Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commento *
Nome
Email *
Sito web