aggiornato il 24/11/2011 alle 12:30 da

Quartullo in “Che ora è?”, primo sipario del Margherita

PUTIGNANO – che_ora__Clementino_De_Giovanni_di_spalle_e_Pino_QuartulloIl 1989. L’anno in cui a Pechino cominciano le proteste studentesche di piazza Tienanmen, in Italia presta giuramento il sesto governo Andreotti, a Berlino cade il muro che per ventotto anni aveva diviso la città. Ettore Scola, maestro della cinematografia, mette davanti ad una telecamera Marcello Mastroianni e Massimo Troisi, nel ruolo di padre e figlio, in una passeggiata generazionale che per il grande schermo si chiama “Che ora è?”. Pino Quartullo, autore attore e regista, riprende la sceneggiatura e la porta in scena nell’omonimo lavoro da palcoscenico, il cui adattamento teatrale è firmato da Paola e Silvia Scola. Mercoledì 23 novembre, presso il Teatro Margherita, si è così aperto il primo sipario della Stagione di Prosa 2011/2012. Su palco in moquette Quartullo veste i panni di Giuseppe Ridolfo, avvocato romano di successo che si reca a Civitavecchia, in visita al figlio che lì sta concludendo il servizio di leva. Clementino De Giovanni è Michele, figlio del Ridolfo, neo laureato in lettere, napoletano simpatico, genuino, indeciso sul futuro. Padre e figlio non hanno rapporti, non c’è dialogo tra loro. Giuseppe si è allontanato dalla famiglia per le sue relazioni extraconiugali, oggi superate, e Michele ha improntato la sua vita su un modello che fosse la negazione di quello paterno, avvocato facoltoso, determinato, sempre vincitore. Durante la lunga passeggiata a nulla serve il regalo di una costosa auto sportiva, di un attico a villa Borghese, di scarpe elegantissime e alla moda. Michele ha il suo mondo, fatto di biblioteche, amici pescatori e padri mancati, di una fidanzata (Valentina De Giovanni) affatto stupida e senza pretese, lontana dalla donna che Giuseppe vorrebbe accanto a suo figlio. Per recuperare un legame mai avuto, non serviranno all’avvocato promesse di un futuro in America, né aiuti, spintarelle, raccomandazioni. Michele sta bene così, e si illumina quando il padre gli regala il vecchio orologio del nonno ferroviere. Il ragazzo ritrova in quell’oggetto un affetto perduto, e ama calarsi nella parte del nonno paterno che, da buon ferroviere, rispondeva impettito e precisissimo alla domanda “che ora è?”. È solo un gioco infantile e piacevole per riscoprire dei ruoli mai avuti, per collocarsi, ciascuno con il suo sentire, nel proprio posto al mondo. Così quando il dialogo tra padre e figlio si fa impossibile fino ad un acceso scontro finale, i due si ritrovano in stazione, sul treno, a domandarsi con calma ritrovata “che ora è?”.   

Lo spettacolo scorre piacevole sulle musiche di Armando Trovajoli. Ad accogliere il pubblico della prima del Margherita il sindaco Angelini De Miccolis con Giulia Delli Santi, dirigente attività teatrali del Teatro Pubblico Pugliese, che ha curato quest’anno il cartellone.

© Riproduzione riservata 24 Novembre 2011

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