aggiornato il 21/07/2010 alle 8:58 da

Il teatro si trasferisce in casa

SI-VA-IN-SCENAPUTIGNANO – Si avvia alla conclusione la prima parte della sperimentazione del ‘teatro a domicilio’ in forma assolutamente gratuita.

In sintesi:  un attore (Antonio Minelli) nel mese di giugno ha invitato il pubblico della città di Bari a ospitare nella propria casa, un atto unico di Luigi Pirandello (L’Uomo dal fiore in bocca) per un massimo di sette spettatori, non modificando  l’ambiente e utilizzando una candela come illuminazione e una scatola acustica per la colonna sonora. Il contatto è avvenuto via internet, compilando un form sul sito www.sivainscena.it e inserendo una frase accattivante utile alla selezione da parte dell’attore.

Anche se l’invito è stato delimitato alla sola città di Bari, le mail ricevute (grazie alla diffusione della rete) hanno spinto la sperimentazione anche alla provincia di Roma (dove si è svolta una delle rappresentazioni) e richieste di estendere l’iniziativa al nord Italia.

Antonio Minelli ha iniziato il percorso teatrale a Genova nel 1979 (a 17 anni) grazie all’intuizione di Lea Ansaldo, poi selezionato per la scuola del teatro stabile di Genova nel 1981, frequenta le avanguardie europee (motivo per cui abbandona la scuola genovese da lui considerata troppo legata a un teatro ‘inizio secolo’) e fonda il Teatro delle Vigne nel chiostro millenario della Basilica di santa Maria delle vigne di Genova (http://www.antoniominelli.net/curriculum.html). In seguito si trasferisce in Puglia e stacca la parola ‘Teatro’ sostituendola con ‘Compagnia’ delle Vigne dichiarando che, se in Italia il teatro è quello che vediamo nei circuiti statali, noi non vi apparteniamo.

Ed è proprio in questa direzione che si dirige la provocazione di un ‘teatro da camera’, e in più gratuito.  Fare teatro oggi, nel vero senso del termine, è diventata pura utopia. E viene considerato folle, l’attore che  sceglie lo spettacolo da interpretare. Bisogna fare di tutto, accettare qualsiasi ingaggio (sempre che si sopravviva a quella terribile fase chiamata casting) o cercarsi un altro lavoro e relegare la propria arte al criterio di un passatempo.

Pare che il pubblico di ‘si va in scena’ abbia ben compreso lo stato delle cose, se uno dei messaggi selezionati è il seguente: “Perché trovo struggente ed “eversiva” l’idea di portare il teatro nelle case. Perché ho sempre amato il teatro e soffro intensamente per la drammatica e squallida condizione in cui versa”.

Le ultime date sono: 22, 27 e 29 luglio a Bari. 

© Riproduzione riservata 21 Luglio 2010

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