aggiornato il 19/07/2011 alle 10:43 da

Servizi sociali, “siamo già arrivati alla Grecia”

PUTIGNANO – Vito_Genco100mila euro in meno per il settore servizi sociali, è questo il dato più triste del bilancio di previsione approvato a fine giugno dall’amministrazione comunale. Siccome i numeri, se non accompagnati da descrizione, rischiano di rimanere sterili siamo andati a trovare l’assessore al ramo Vito Genco per farci spiegare cosa sarà toccato dai tagli. A scomparire sono : servizio climatico per gli anziani (20mila euro); progetto al mare per i minori (recuperato in extremis grazie ai 10mila euro messi in campo da un privato); contributi alle associazioni di volontariato; adozioni a distanza; progetto “Arriva la befana” per i minori in periodo natalizio. Queste sono le attività opzionali offerte in passato alla comunità putignanese e di cui si potrà fare a meno senza troppi traumi.

Altro discorso, per impatto sociale, deve farsi per i contributi ai meno abbienti tagliati, anzi falciati, per metà rispetto allo scorso anno. Parliamo del sostegno economico alle persone indigenti che nel 2010, a vario titolo, hanno ricevuto contributi per 90mila euro. Il fondo è stato dimezzato e per i contributi nel 2011 ci sono appena 50mila euro. Dei 145 soggetti coperti dal contributo molti dovranno rinunciare all’aiuto ricevuto in passato dal Comune nonostante si parli di persone che “sono alla base della piramide sociale, gli indigneti più indigenti”, volendo usare le parole di Genco. I contributi si dividono in ordinari e straordinari, i primi vanno a chi è in una situazione di grave difficoltà (al mese 150-200 euro), i secondi vengono elargiti in casi emergenziali per chi, ad esempio, chiede un aiuto a pagare le bollette. “Il contributo viene rilasciato solo dopo attenta istruttoria con tanto di visita domiciliare e chi riceve il sostegno del Comune è solo una piccola parte di coloro che si rivolgono a noi per un aiuto”, spiega l’assessore Genco. “E’ necessario disincentivare l’intervento assistenziale comunale – ci spiega ancora l’assessore – ma in situazioni di vera difficoltà il contributo resta l’unico strumento di contrasto alla povertà”. L’assessore, conscio della delicatezza della materia, promette il suo impegno per provare a reperire le somme mancati dal fondo 2011 attraverso variazioni di bilancio e soprattutto percorrendo la via dei bandi regionali. “Appena ci sarà opportunità di attrarre risorse sovracomunali ci muoveremo” e promette: “faremo in modo che le risorse in qualche modo escano per coprire le situazioni emergenziali”. Il Comune di Putignano non ci sta a fare la parte dell’unico responsabile dei tagli e così Genco prima evidenzia lo sforzo fatto dall’amministrazione comunale per cofinanziare con 90mila euro un progetto di rinserimento sociale e lavoratorivo per malatti psichiatrici finanziato dal Gal, e poi rimbalza le responsabilità a livello nazionale facendoci notare che “le risorse statali destinate al fondo sociale nel 2008 ammontavano a 800milioni di euro mentre per il 2012 sono state ridotte ad appena 70 milioni di euro”. L’assessore Genco spiega: “con il piano di zona riusciremo a far fronte a tutti i servizi fino al 2013, poi avremo il 50% delle risorse a disposizione e tutto il non necessario dovrà essere tagliato”. A quale scenario potrebbe portare il taglio ai servizi sociali? A farci un quadro onesto è lo stesso Vito Genco: “Il pericolo è che tutto ciò porti a conflutti sociali nell’ambito delle comunità, che aumenti il rischio di situazioni di marginalità. Il quadro è assolutamente allarmante – ammette – le cooperative sociali chiuderanno e gli operatori sociali rimasti senza lavoro diventeranno utenti dei servizi che fino all’altro ieri garantivano. Questo succederà se non cambiano le condizioni, per quel che è il mio osservatorio siamo già arrivati alla Grecia”. “A Putignano su 28mila abitanti raggiungiamo con i nostri servizi il 5% dei cittadini, molti restano fuori perché non hanno bisogno dell’intervento pubblico, alcuni si rivolgono alle reti informali di protezione (famiglia associazio, volontariato) e altri vorrebbero avere assistenza ma non hanno accesso”, è il quatro tracciato da Genco.

Lo scenario è molto delicato e a ciò devono aggiungersi le difficoltà amministrative legate al settore dei servizi sociali. 

Facciamo notare all’assessore che l’ufficio è sottorganico. “L’ufficio si sostiene con 2 assistenti sociali di cui una ha una funzione amministrativa ed un’altra da sola è costretta a sostenere il carico di lavoro per tutte le fasce (anziani, minori, tossicodipendenti, ecc.) mentre prima c’era un’assistente sociale sull’area minori ed un’altra sull’area anziani”.

Come può una sola persone fare tutto? “Si risolve, in parte, potenziando e facendo aprire i servizi dell’ambito; finalmente abbiamo affidato la PUA ed il segretariato sociale, servizi gestiti da società di Taranto”.In sostanza apriranno gli uffici di primo contatto con l’utenza a scopo informativo e di orientamento in ambito socio sanitario e socio assistenziale.

C’è l’intenzione di procedere ad una nuova assunzione? “Io auspico che si intervenga in qualche modo”. Ma nel piano del fabbisogno del personale non si fa cenno all’esigenza di assistenti sociali. “La delega al personale ce l’ha il sindaco, chiedete a lui..”. Nel piano del fabbisogno di personale dell’ente comunale si parla di 2 vigili, 2 persone per lo staff del sindaco e di un ingegnere ambientale. L’assistente sociale non c’è eppure servirebbe più di un ingegnere ambientale… “Da un anno e mezzo ho fatto le mie richieste rispetto alle esigenze dell’ufficio, adesso siamo in attesa. Non è previsto dal piano ma si potrà inserire, mi è stato garantito che si lavorerà per una risoluzione di questo problema”.

 

© Riproduzione riservata 19 Luglio 2011

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