aggiornato il 21/03/2020 alle 12:19 da

Il Coronavirus manda in quarantena anche la nostra economia

L’economia conversanese, come in tutta Italia, è ormai quasi paralizzata. A parte banche, farmacie, edicole e supermercati, tutto il comparto del commercio è fermo. Chiusi molti cantieri. Tanti gli operai rimasti senza lavoro. L’agricoltura non fa registrare particolari rallentamenti ma si vivono le incognite commerciali legate, in particolare, alla stagione cerasicola. Nei giorni scorsi il Governo ha stanziato le prime misure a sostegno dell’economia, ne abbiamo parlato con il dottor Antonio Petruzzi, commercialista conversanese, consulente di finanza aziendale e del lavoro.

Dottor Petruzzi, il Coronavirus sta mandando in quarantena anche l’economia di Conversano?

In molti hanno sottostimato la carica distruttiva dell’epidemia di coronavirus scoppiata in Cina. Con ogni probabilità, continuiamo a farlo ancora adesso. Per settimane abbiamo letto distrattamente di quanto stava accadendo nel lontano Oriente, senza prendere in considerazione il fatto che il virus in un mondo globalizzato poteva raggiungerci con facilità. E così è stato. L’economia conversanese si fonda soprattutto sul comparto agricolo e agro-alimentare, ma non solo. L’epidemia ha colpito tutti i settori economici, sta devastando famiglie, ed ha stravolto gli stili di vita di tutti noi. Quello che stiamo vivendo in queste ore è solo l’inizio di una crisi che di fatto sta già bloccando l’intero paese. Se si pensa a quanto e come sia cambiato il tessuto economico della nostra città, è facile capire come le conseguenze della pandemia incideranno pesantemente su molte realtà locali. Parliamo di aziende che erano già sotto stress per una molteplicità di fattori e che oggi sono chiamate a rispondere rapidamente ai cambiamenti epocali che imporrà lo scenario post-pandemia.

Quali sono secondo lei le misure adottate dal decreto “Cura Italia” più utili all’economia del nostro territorio?

Il Governo con il Decreto “Cura Italia”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2020, ha messo a disposizione degli italiani circa 25 miliardi di Euro, cifra che personalmente non ritengo essere congrua rispetto alle reali esigenze del Paese.

La maxi manovra ha comunque previsto aiuti alle famiglie, premi per chi ha continuato a lavorare nei servizi essenziali, sconti fiscali, incentivi per la sanificazioni di scuole e imprese, congedi straordinari.

Tra i principali provvedimenti contenuti nel decreto per fronteggiare l’emergenza epidemica, senza precedenti, causata dal Covid-19 vanno senza dubbio citati:

Bonus lavoro

Soprattutto nei primi giorni dell’emergenza, sono stati molti i lavoratori che non hanno potuto accedere allo smart working, sollecitato dal governo coi primi due decreti che ha varato. Per tutti i lavoratori dipendenti che hanno continuato a prestare la loro opera sul proprio posto di lavoro  il decreto Cura Italia ha previsto un “premio” che arriverà direttamente in busta paga (non bisogna quindi far niente per ottenerlo). A tutti i titolari di redditi da lavoro dipendente con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro, per il mese di marzo verrà riconosciuto un bonus che può arrivare fino a 100 euro, cifra che non concorre alla formazione del reddito, e va modulata sul numero di giorni di lavoro svolti in sede durante questo mese.  Per ottenere il premio non occorrerà fare nulla: spetterà infatti ai datori di lavoro, in quanto sostituti d’imposta, riconoscere in via automatica l’incentivo, a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque al più tardi entro il conguaglio di fine anno. A loro volta i sostituti d’imposta compenseranno l’incentivo erogato detraendolo dai versamenti delle imposte dovute al Fisco.

Cassa integrazione per i lavoratori dipendenti

Le modalità di accesso al sostegno al reddito per il lavoro dipendente verranno definite a breve attraverso l‘Inps che erogherà i pagamenti. Tutte le domande per gli ammortizzatori sociali e gli altri strumenti messi in campo dovranno infatti essere presentate all’Istituto di previdenza, tranne quelle per la cassa integrazione in deroga, che è concessa dalle Regioni, anche se a pagare sarà sempre l’Inps. Le domande dovranno essere presentate online.

La Cassa integrazione viene prevista, per la prima volta, anche per le attività produttive con meno di 5 dipendenti e per tutti i settori, escluso solo il lavoro domestico. Tutti gli ammortizzatori coprono il periodo 23 febbraio – 31 agosto 2020 per massimo 9 settimane.

La quarantena certificata dal medico verrà pagata come malattia.

Indennità per partite Iva e lavoratori autonomi

Autonomi, professionisti, co.co.co e stagionali potranno chiedere un’indennità di 600 euro, non tassabile, sempre all’Inps. Il trattamento riguarda una platea che il Governo quantifica in quasi 5 milioni di persone:

  • autonomi e Partite IVA (aperta prima del 23 febbraio) non iscritti agli ordini
  • collaboratori in gestione separata (non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza)
  • artigiani
  • commercianti
  • coltivatori diretti, coloni e mezzadri, operai agricoli a tempo determinato non titolari di pensione
  • stagionali dei settori turismo e stabilimenti termali: devono aver perso il lavoro nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, non titolari di pensione o di rapporto di lavoro dipendente
  • lavoratori dello spettacolo

Commercianti e artigiani

La chiusura delle attività commerciali ha messo in ginocchio un intero settore, per questo sono stati introdotti bonus sugli affitti a favore di commercianti, artigiani e di tutte le attività che pagano un affitto per un locale commerciale di piccola taglia.

Per il momento la misura riguarda solo il mese di marzo, ma, se dovesse continuare l’attuale blocco, verrà estesa anche ai mesi successivi.

A tutti viene riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione del mese in questione.

Il bonus non andrà a tutte le tipologie di superfici commerciali o produttive, ma vale solamente per gli immobili che rientrano nella categoria catastale C/1 (botteghe e negozi) e non si applica ai soggetti che il Dpcm del 1 marzo aveva autorizzato ad operare (attività di vendita di alimentari, di prima necessità e servizi alla persona compresi negli allegati 1 e 2 dello stesso Dpcm). La detrazione è utilizzabile esclusivamente in compensazione delle imposte dovute nell’anno.

Mutui e crediti

Piccole e medie imprese potranno ottenere la sospensione di mutui, prestiti, finanziamenti non rateali e linee accordate dal sistema creditizio fino al prossimo 30 settembre.

Per ottenere una moratoria su un prestito, un mutuo o una linea di credito, si dovrà presentare richiesta alla banca o all’intermediario finanziario che ha erogato il credito.

In più imprese e professionisti possono beneficiare della sospensione dei termini di versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, oltre che degli avvisi di accertamento, in scadenza tra I’8 marzo e il 31 maggio 2020.

Non c’è bisogno di fare alcuna richiesta: tutti i pagamenti vengono automaticamente sospesi e dovranno essere effettuati entro il 30 giugno 2020.

Automatica anche la sospensione del versamento Iva per imprese e attività sotto i 2 milioni di fatturato.

Per un periodo di nove mesi, l’accesso al Fondo di solidarietà mutui prima casa (Fondo Gasparrini) è esteso ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che hanno subito un calo del proprio fatturato superiore al 33% in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività in attuazione delle disposizioni adottate. Per l’accesso al Fondo non è richiesta la presentazione dell’Isee.

La domanda dovrà essere presentata alla banca presso la quale è in corso il mutuo.

Sospensione mutui prima casa

Le ultime misure a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese adottate per far fronte all’emergenza coronavirus introducono alcune novità sulla possibilità di mettere in “stand by” le rate dovute.

Lo stop temporaneo, regolato dalla legge numero 244 del 2007, non è automatico. Deve essere richiesto dagli interessati seguendo la procedura prevista dal Fondo Consap.

L’emergenza coronavirus apre le porte della sospensione del mutui a due categorie di lavoratori:

  • dipendenti che hanno subito la riduzione dell’orario lavorativoo la sospensione dal lavoro;
  • lavoratori autonomi e liberi professionistiche presentino una dichiarazione di riduzione del fatturato superiore al 33% in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

Diversamente da altre misure inserite nel DL Cura Italia, per la sospensione dei mutui prima casa non è necessario aspettare un decreto attuativo o comunque un provvedimento che sblocchi la possibilità di accedervi. È possibile presentare domanda da subito.

Aiuti per le famiglie

Introdotto il congedo parentale di 15 giorni al 50% della retribuzione, e, in alternativa, il bonus da 600 euro per pagare la baby sitter. Le due opzioni devono essere attivate in una sezione apposita sul sito dell’Inps (il servizio sarà operativo entro due settimane) e sono retroattive, utilizzabili a partire dal 5 marzo. Il congedo parentale straordinario sarà disponibile per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati (anche co.co.co e partite Iva) con figli fino a 12 anni. Se disabili, non sarà stabilito limite di età. Per i ragazzi tra 12 e 16 anni, i giorni di congedo straordinario non saranno retribuiti.

Nel caso di genitori-lavoratori dipendenti del settore privato, con figli trai 12 e i 16 anni, l’astensione dal lavoro per il periodo di chiusura delle scuole prevede anche il divieto di licenziamento, purché non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito o in modalità di lavoro agile. I 15 giorni sono cumulativi, frazionabili e non possono essere fruiti contemporaneamente da due genitori che lavorano. Il congedo va chiesto al proprio datore di lavoro, avviando la pratica accedendo alla sezione dedicata del sito dell’Inps.

In alternativa, il voucher baby sitter da 600 euro è riservato ai genitori lavoratori dipendenti (devono lavorare tutti e due) con figli sotto i 12 anni. Il bonus aumenta a 1.000 euro se i genitori fanno parte del personale sanitario. L’assegno sarà erogato attraverso il cosiddetto “libretto famiglia“, attivo dal 2017. Per usufruire del libretto famiglia, sia la famiglia utilizzatrice che il lavoratore, dovranno registrarsi alla piattaforma tramite il servizio online dedicato, sempre sul portale Inps.

 

Sospensione dei versamenti erariali e contributivi:

Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato con ricavi o compensi non superiori a 2 milioni di euro nel periodo di imposta 2019, sono sospesi i versamenti da autoliquidazione che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020 relativi:

  • alle ritenute sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che operano in qualità di sostituti d’imposta;
  • all’imposta sul valore aggiunto;
  • ai contributi previdenziali e assistenziali, e ai premi per l’assicurazione obbligatoria.

 La sospensione dei versamenti IVA, si applica, a prescindere dal volume dei ricavi o compensi percepiti, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nelle Province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza.

I versamenti sospesi dovranno essere effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 (1° giugno 2020, dato che il 31 maggio cade di domenica) o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.

Sospensione versamenti relativi alle Cartelle esattoriali

Sono sospesi i termini di versamento in scadenza dall’8 marzo e fino al 31 maggio 2020 relativi a cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e avvisi di addebito INPS.

L’Agenzia Entrate-Riscossione ha sospeso sino al 31 maggio 2020 l’attività di notifica di nuove cartelle esattoriali e degli altri atti di riscossione.

I pagamenti dovranno essere effettuati in un’unica soluzione entro il termine del 30 giugno 2020.

Però, mi preme sottolineare una grande lacuna del decreto. Infatti, il testo definitivo del provvedimento economico urgente non menziona gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate, le cui scadenze e le cui rate di pagamento non subiscono alcun rinvio.

Il coronavirus non sospende i termini relativi alle comunicazioni di irregolarità emesse dall’Agenzia delle Entrate a seguito di controllo formale, automatico o di liquidazione delle imposte sui redditi a tassazione separata.

Un’esclusione che per ovvie ragioni appare immotivata, sia considerando la necessità di non gravare economicamente su famiglie ed imprese, sia in considerazione delle conseguenze per chi non paga le rate in scadenza.

Nel caso di mancato pagamento e di decadenza dalla rateazione la somma residua non pagata, comprensiva di sanzioni ed interessi, è iscritta a ruolo.

Sebbene il Ministro Gualtieri abbia già annunciato un nuovo decreto economico ad aprile, il CNDCEC evidenzia l’importanza di decisioni più coraggiose e di ampio respiro.

La mancata indicazione degli avvisi bonari tra l’elenco dei pagamenti sospesi è soltanto uno dei punti critici evidenziati dalla categoria. Ritengo insufficiente anche la proroga delle scadenze fiscali.

Alla denuncia dei commercialisti si aggiunge anche il Codacons. L’esclusione degli avvisi bonari mostra un’evidente disparità di trattamento tra contribuenti. Le norme contenute nel decreto economico sul coronavirus creano un rebus fiscale, un ginepraio in cui non è facile districarsi.

Differimento termini “Rottamazione-Ter” e “Saldo e stralcio”

La manovra ha previsto il differimento al 31 maggio 2020 delle rate scaduta il 28 febbraio relative alla “Rottamazione-ter” e della rata in scadenza il prossimo 31 marzo del “Saldo e stralcio”.

C’è una categoria economica meno tutelata al momento dal decreto?

Il problema è duplice. Da un lato, c’è la difficoltà economica di badanti, colf e baby sitter che, per ora, non hanno ottenuto ammortizzatori sociali dal decreto «Cura Italia». Dall’altro, c’è la condizione di disagio economico di anziani soli, senza figli, che non possono permettersi una badante che faccia loro la spesa o compri loro i necessari medicinali.

© Riproduzione riservata 21 Marzo 2020

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