aggiornato il 04/04/2023 alle 10:07 da

L’olio conversanese piace a Eataly

L’olio prodotto dal frantoio D’Orazio sbarcherà a Eataly, la prestigiosa catena per la spesa immaginata nel 2002 da Oscar Farinetti. Una nuova conferma per un prodotto che ha scritto la storia di questo territorio. «Voglio coinvolgere i conversanesi, voglio che sappiano di questo risultato, perché raggiungere questo traguardo è un premio per la città. L’olio EVO che produciamo è frutto delle olive di questo territorio. Queste olive vengono conosciute grazie al nostro lavoro in tutto il mondo», dice l’imprenditore Francesco D’Orazio.

Il frantoio D’Orazio nasce nel 1964. A fondare questa realtà il nonno di Francesco D’Orazio, che si chiamava proprio come lui. Per tanti anni l’azienda è stata gestita da Giuseppe, fratello del padre di Francesco. E ora è lui, esponente della terza generazione di questa impresa fortemente legata alla sua famiglia, a festeggiare i risultati di un olio che sta conquistando gli scaffali più prestigiosi.

Ogni anno si producono in media duemila quintali di olio. È impossibile però stabilire a priori quanto olio sarà prodotto in un’annata: «Dipende dal raccolto delle olive conversanesi».

Nell’azienda vi lavorano per tutto l’anno in modo fisso 10 unità. La ricchezza che dal lavoro del frantoio ricade sul territorio è però importante anche indirettamente. Sì, perché i D’Orazio vendono per realtà specializzate e di qualità. Sette anni fa l’olio conversanese sbarcò per esempio ad Harrods, il centro commerciale più famoso di Londra. Tutti i compratori di questo prodotto sono lontani anni luce dalla grande distribuzione e da quei prezzi che a volte strozzano letteralmente le economie locali. La stessa Eataly invece pagherà le bottiglie d’olio riconoscendo il loro giusto valore. Spiega D’Orazio che così loro stessi potranno pagare meglio, rispetto a chi lavora per la grande distribuzione, le olive dei nostri produttori.

La ricaduta sul territorio deriva anche dalla circolazione dell’etichetta stessa delle bottiglie, dove gli amatori possono leggere il nome del nostro paese. Il turismo gastronomico oggi è un settore in crescita. Tanti turisti dopo aver letto il nome dell’azienda sulle bottiglie hanno voluto saperne di più, mettendosi in contatto con questa realtà. Non è un caso che una coppia facoltosa di Miami abbia scelto le bottiglie di D’Orazio come bomboniere per il suo matrimonio festeggiato a Borgo Egnazia.

Ora ecco l’interessamento di Eataly e il nuovo contratto che prevede la vendita delle bottiglie in Italia, a Stoccolma e Monaco. Il sogno di D’Orazio è però che la catena del made in Italy porti il prodotto negli Usa e a Dubai, dove tra l’altro il loro olio EVO è già presente attraverso altri canali.

Il contratto con Eataly nasce da una impressionante prova superata a pieni voti nella capitale economica d’Italia. I primi di gennaio arriva l’invito. «Siamo stati contattati e ci è stata proposta una vendita di un mese nello store di Milano, una fantastica location, l’ex teatro Smeraldino, in cui il nostro olio EVO tutto made in Conversano, si è fatto notare e alla fine del mese abbiamo venduto poco meno di 300 pezzi». Così Eataly ha deciso di selezionare i D’Orazio come nuovi fornitori di prodotti. Un grande risultato legato alle bottiglie della linea Mediterranea, contenenti il caratteristico blend naturale di 8 cultivar differenti del nostro territorio e i nuovi olii monovarietali: Coratina, Picholine, Peranzana e Olivastro. Le olive Simona poi sono state una vera riscoperta. Una cultivar che stava scomparendo e che l’azienda ha rivalutato. Un gusto fruttato, delicato, una personalità intensa. Soprattutto una pianta resistente all’attacco della mosca olearea. Un’idea geniale capace di coniugare la salvaguardia della biodiversità del nostro territorio agricolo, alla creazione di un prodotto molto valido sul mercato.

Continua quindi la grande storia di questa impresa locale, simbolo della capacità di guardare avanti e oltre i propri confini della borghesia conversanese. In un settore peraltro fragile. Anche D’Orazio è «abbastanza preoccupato» per l’avanzata della Xylella. «Le buone pratiche agricole che qui vengono applicate rendono più lento l’avanzare del batterio, ma non siamo immuni».

Malgrado le preoccupazioni che vengono da lontano, si continua (perdonateci il gioco di parole) a guardare lontano. «Noi investiamo tanto in settori diversi: comunicazione, per il progresso delle modalità di raccolta e per l’innovazione», conclude D’Orazio. Insomma l’olio d’oliva di Conversano ha uno sguardo immerso nel futuro.

© Riproduzione riservata 04 Aprile 2023

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