A cozze in faccia
Oggi ho in mano dei fogli, capirete subito perché. Intanto, chi l’avrebbe detto? Siamo arrivati alle cozze in faccia. Il mio intervento di domenica scorsa nella trasmissione Mi manda Rai 3 sulle cozze di Taranto ha suscitato un clamore inatteso.
Intanto grazie per l’attenzione. Il sindaco di Taranto, fra i tanti, ci ha inviato una diffida. Vuole che si rimedi a presunte notizie false da me diffuse.
Di che cosa vengo accusato? Di aver detto che le cozze di Taranto non vanno mangiate perché sarebbero inquinate dalla diossina e di aver aggiunto anche che sono inquinate perché vengono allevate in un mare inquinato. Ora, tutto questo non è vero, è falso o quasi del tutto falso.
Intanto io non ho mai detto “non mangiate le cozze di Taranto”. Ho detto esattamente il contrario: che io le mangio le cozze di Taranto. Le mangio, certo. Guardatemi bene in faccia, guardatemi.
C’ho scritto qui, scemo? Non credo.
Allora, se mangio le cozze di Taranto è perché so benissimo che non sono inquinate, altrimenti non solo non le mangerei, ma non le potrei nemmeno acquistare, visto che prima di finire in pescheria le cozze vengono controllate.
Ho detto, è vero, che però vengono allevate in un seno del Mar Piccolo – il primo seno del Mar Piccolo – che è inquinato. E questo non lo dico io, poi vi farò vedere delle carte.
Ma attenzione: tutto questo va capito, va spiegato, va riflettuto, cosa che nessuno ha fatto. Oggi scrive qualcuno: ma ci sta, ha preso uno scivolone.
No, guardate, non sono scivolato per niente. Volete sentire, così ricostruiamo un po’ per bene le cose, quello che ho testualmente detto in trasmissione? Eccolo qua, sentiamolo:
Noi pugliesi, ad esempio, mangiamo le cozze di Taranto.
Non ce le togliete, assolutamente.
Le cozze di Taranto vengono allevate nel Mar Piccolo, che è inquinato con diossina.
Quindi, se le mangio, e se invito a mangiarle, e se dico “non ce le toccate”, evidentemente è perché so benissimo che le cozze di Taranto non sono alla diossina, anzi sono commestibili.
C’è anche un’altra signora incazzata ieri, che ha fatto un video abbastanza arrabbiata, la quale però spiega che cosa avviene a Taranto. La vogliamo sentire? Sentiamo anche lei:
Nel primo seno del Mar Piccolo viene fatto divieto di coltivazione delle cozze a partire dal primo febbraio, perché si sa che i sedimenti presenti in quell’area di mare contengono PCB.
Che non arrivano dall’Ilva, ma arrivano probabilmente dall’Arsenale.
E per questo motivo, quando la cozza ingrassa, diventa grande, viene spostata, prima che possa filtrare e possa contaminarsi.
Viene spostata nel secondo seno o nel Mar Grande.
Allora, tiriamo le conclusioni.
Nell’intervento fatto a Mi manda Rai 3, ovviamente non avevo il tempo di spiegare tutto quello che poi ha spiegato la signora che avete ascoltato prima. Ho dovuto semplificare, non c’era il tempo e peraltro l’argomento non era quello, era un altro. È molto probabile che la semplificazione possa avere indotto in errore me ma anche gli ascoltatori.
Se è così, vi chiedo umilmente scusa, però il concetto era chiaro:
un conto è il mare inquinato, altro è la cozza che si vende in pescheria e che si mangia a tavola.
Le cozze non possono essere alla diossina perché, è vero, c’è un inizio di allevamento in un seno del Mar Piccolo inquinato anche dalla diossina, ma poi vengono spostate per essere curate, depurate e sottoposte quindi a controlli. Ecco perché diventano commestibili e facili da commerciare.
Ora, non me lo sono inventato io che il mare, il primo seno del Mar Piccolo di Taranto, è inquinato da diossina.
Ho trovato solo queste, ma ce ne sono anche altre: quattro ordinanze della Regione Puglia. Lo conoscete il marchio della Regione Puglia? Guardatele.
Sono quattro ordinanze. Sapete le date che portano? Adesso ve le dico: una del marzo 2016, l‘altra del settembre 2018, l’altra ancora del settembre 2021, l’altra ancora del settembre dell’anno scorso.
Che cosa dicono? Dicono che il seno di Mar Piccolo di Taranto – anzi ve la leggo testualmente, sono uguali quindi posso prenderne una qualsiasi – eccola qua:
Visti gli esiti non conformi dei campioni di mitili allevati nel seno di Mar Piccolo di Taranto,
i campioni di mitili non conformi,
ordina il blocco del prelievo, eccetera,
il sequestro e la distruzione di tutti i mitili presenti nel seno di Mar Piccolo di Taranto che presentino almeno una delle seguenti condizioni:
• non abbiano raggiunto una certa lunghezza
• abbiano mostrato segni evidenti di inquinamento da PCB e diossine, eccetera, eccetera.
L’ordine alla Regione Puglia è annuale. Per fortuna, perché grazie a queste ordinanze si fanno i controlli, la ASL va a controllare e poi fa spostare le cozze altrove.
E funziona tutto. E noi, per fortuna, possiamo mangiarle.
Allora, caro sindaco, ci siamo spiegati? Va bene così la rettifica? Non ce n’era bisogno, secondo noi. Bastava una telefonata. Inutile sollevare questo polverone.
Non abbiamo detto che le cozze di Taranto non si possono mangiare. Tutt’altro.
Ne vuole un’ulteriore dimostrazione? Se non le basta ancora la rettifica: eccole qui le cozze di Taranto, gliele faccio vedere e me le mangio.
Fatelo pure voi.