aggiornato il 21/02/2023 alle 11:24 da

Manosperti e Gargiulo, omaggio a Sarah Vaughan

Sabato 10 febbraio a Palazzo Pesce, un duo jazz ha fatto brillare gli specchi della Sala Etrusca, registrando un sold out meritatissimo. Dopo che Margherita Rotondi, da perfetta padrona di casa, ha accolto ciascuno di noi, ha lasciato che ognuno potesse gustare la bellezza dell’omaggio che a Sarah Vaughan hanno dedicato due maestri del panorama musicale pugliese: Lisa Manosperti e Andrea Gargiulo. L’intesa tra i due era davvero perfetta: nulla mancava nello stupire e nell’affascinare il pubblico, attraverso il dialogo tra due forme di improvvisazione: il jazz e il teatro, che assumeva la forma della conversazione tra complici di uno stesso programma. L’improvvisazione musicale tipica del Jazz ha assunto la forma di una jam session, mentre quella teatrale lasciava fluire liberamente il racconto in un’atmosfera di mutuo scambio, creando uno spettacolo improntato al divertimento e alla mutua ispirazione creativa.

Colei che ha dato la voce a Sara Vaughan è Lisa Manosperti, la maestra di canto barese, che sta avendo una visibilità più mediatica da quando ha deciso di partecipare all’edizione 2023 di The Voice Senior, condotto da Antonella Clerici, su Raiuno. E noi abbiamo voluto intervistarla.

Come si è trovata catapultata a The Voice Senior?

Mi trovo nel programma di RaiUno per gioco. Mi sono iscritta, perché avevo bisogno di alleggerirmi un po’ con una bella esperienza.

Chi è Lisa Manosperti e cosa fa nella vita?

Sono una persona molto semplice. Nella vita canto e faccio la mamma e la moglie. Sono docente di canto presso una scuola privata

Cosa rappresentano il canto e la musica per Lisa Manosperti?

Da sempre hanno rappresentato una parte importantissima e vitale della mia esistenza: fanno parte di quello che sono. Io cantavo già da bambina. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di musicisti: i fratelli di mia madre suonavano, per questo già da piccola mi cimentavo con loro a cantare. Ed ora questa è la mia professione.

Da cosa nasce la sua passione per Sarah Vaughan?

Quando ho cominciato ad ascoltare questo genere musicale, ho approcciato tre grandi voci del Jazz femminile: Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan. Billie la “prima e autentica jazz singer”, un timbro particolare e inimitabile e una voce definita un vero e proprio strumento musicale. Ella possiede una tecnica vocale eccezionale, così come la precisione ritmica e l’intonazione e, se non bastasse, è dotata di una incredibile capacità inventiva.  Con i più importanti gruppi e interpreti solisti il suo ruolo è quello di “strumentista della voce”. Sarah, invece, è la cantante dalle timbriche imponenti: dotata di un’estensione di tre ottave, aveva una varietà di suono e di timbro impressionante. Riusciva a passare da un suono da “ballad”, quasi lirico, ad uno graffiante, swing, con improvvisazioni da sassofonista. Nello “scat” di Sarah c’è una padronanza dell’armonia del pezzo assoluta, tanto che raramente si “appoggia” al tema (un “luogo” solitamente piuttosto sicuro…) ma spazia a suo piacimento. Io ho ascoltato ed appreso moltissimo da queste cantanti.

E per Mia Martini?

Mia Martini mi ha sempre interessata come interprete. Non ho frequentato molto la musica pop, da ragazzina, per questo ho scoperto questa artista meravigliosa in età adulta. Quando un’interprete è così grande, diciamo, bisogna avere una certa maturità per accostarsi alla sua arte. Così è stato per me, nei confronti di Mia Martini. Quando mi è stato proposto da Margherita Rotondi di mettere su un programma su Mia Martini, all’inizio ero spaventata. Poi, evidentemente, ho reagito nella maniera giusta, imparando ad accostarmi a lei e sono riuscita con Andrea a mettere su uno spettacolo degno di quell’artista.

Da quanto tempo e come mai lei e il M° Andrea Gargiulo vi siete trovati a lavorare insieme?

Conosco Andrea da moltissimo, forse proprio Mia ci ha particolarmente uniti da un punto di vista musicale. E’ un concerto che abbiamo rinviato a lungo e che solo durante la pandemia siamo riusciti a concretizzare. A Mola ci ritroviamo molto spesso a vivere serate organizzate a Palazzo Pesce. Andrea è un “piccolo grande uomo”: pur essendo un grande professionista riesce sempre a porgersi con la sua umile maestria. E’ una persona eccezionale. È il perfetto” complice “. È un artista completo. Noi, insieme, facciamo un tipo di musica che non è mai uguale a sé stessa. Il Jazz, in particolare, mi piace dire che è come la rappresentazione del “moto perpetuo”: il suo andamento dipende e si modula sulla base di come risponde il pubblico. E con Andrea è facile creare una jam session, entrare e mantenere il dialogo e l’atmosfera giusta durante una serata.

Che tipo di pubblico vi segue di solito a Mola?

Il pubblico di Palazzo Pesce è attento, sensibile ed educato, musicalmente parlando. Il sito è avvolgente. La padrona di casa, competente. L’atmosfera sempre calda. Io ed Andrea ci sentiamo proprio a nostro agio.

Mola è un terreno molto fertile e carico di belle energie musicali. Cosa vorresti comunicare ai giovani che ci seguono?

Per vivere la musica, bisogna amarla, applicarsi, studiare…Il mezzo mediatico, il talent, sono importanti veicoli, ma possono risultare un’arma a doppio taglio, se ci si ferma solo al successo e alle competenze del momento. Io ho una certa età, ma continuo a studiare la musica e a dedicarmi a lei. Secondo me, non bisogna mai sentirsi arrivati, ma sempre e solo innamorati della propria arte.”

“Omaggio a Sarah Vaughan” mi ha permesso di conoscere empaticamente una grande artista come Lisa Manosperti e di comprendere meglio le sfumature che la legano, come un filo rosso, ad Andrea Gargiulo. Sabato 11, la trasversalità che ha caratterizzato il duo si è espressa in tutte le tonalità possibili dando spazio a narrazioni che sono nate da un piccolo spunto o dalla musica. A sua volta, la musica, sulla base di un canovaccio di minima, è sembrata, per lo più, nascere sull’onda delle emozioni e delle suggestioni che arrivavano dalle storie che i due artisti ci narravano, in un gioco continuo di rimandi e di richiami, dove la parola chiave è stata il piacere di creare e di gustare della buona musica, con due mani, quelle di Andrea, che accarezzavano ,volando, i tasti di un pianoforte chiacchierino;  ed una voce, quella di Lisa, che esprimeva in sé un’intera orchestrina jazz.

© Riproduzione riservata 21 Febbraio 2023

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