CASTELLANA – Da qualche giorno Lidia Rubino ha lasciato il carcere di Potenza, dov’era rinchiusa da qualche mese, dopo il primo trasferimento. Il suo periodo di detenzione, infatti, era iniziato a fine marzo nel carcere di Trani. Il giudice per le indagini preliminari le ha accordato gli arresti domiciliari in una comunità rieducativa. La 22enne castellanese è accusata di omicidio volontario aggravato per aver partorito e abbandonato sua figlia sulla spiagga di cala Monaci a Monopoli. Quella dei domiciliari, però, non è l’unica novità sull’inchiesta condotta dal pm della Procura di Bari Giuseppe Dentamaro. Il gip, infatti, ha accolto anche la richiesta di incidente probatorio, avanzata dall’avvocato difensore della ragazza, il legale castellanese Nicola Miccolis, per una nuova perizia medico-legale, che sarà appunto assunta in contraddittorio tra le parti. La nuova perizia, per la quale è stato già assegnato l’incarico ma che con ogni probabilità sarà calendarizzata a settembre, servirà a definire una volta per tutte gli aspetti ancora poco chiari, a distanza di oltre cinque mesi, di questa triste vicenda. A partire dalla data esatta del parto e della morte della piccola Chiaraluna. L’unica certezza, infatti, resta al momento il giorno del ritrovamento, che risale al pomeriggio di giovedì 16 febbraio scorso.
Lidia Rubino esce dal carcere, domiciliari in comunità
© Riproduzione riservata 28 Luglio 2017