aggiornato il 14/09/2017 alle 9:52 da

La giunta revoca la concessione dei locali dello sportello Alzheimer. Partita una raccolta firme

Mons.Cacucci e Rosanna DAprile Presidente Centro dAscoltoGIOIA – La comunità gioiese si mobilita per scongiurare la chiusura dello sportello alzheimer decisa dalla giunta Lucilla. Solidarietà alla presidente del centro d’ascolto Rosanna D’Aprile che lo gestisce, è arrivata da molti esponenti politici di opposizione che hanno promesso di darle una mano. Nel frattempo è partita una raccolta firme. “La battaglia è solo all’inizio- promette la D’Aprile- anche perchè se la giunta dovesse decidere di confermare questa sua decisione, lo sportello non potrebbe trovare altra ubicazione e saremo costretti a concludere le attività”. Una settimana fa circa, la giunta all’unanimità ha appunto firmato la revoca della concessione dei locali a piano terra di palazzo Sant’Antonio, chiedendo che questi vengano sgomberati entro 30 giorni. Nelle scorse settimane è anche scaduta la concessione di altri locali della stessa struttura, affidati alla comunità Fratello Sole, che ha riconsegnato le chiavi. Dietro la decisione di fare altrettanto per lo sportello alzheimer, potrebbe celarsi la volontà di avviare un progetto che preveda nuovi utilizzi per quegli spazi. Ciò si potrebbe dedurre da un passaggio della delibera in cui si legge: “si è stabilito che il comodato d’uso gratuito dei locali al piano terra di Palazzo Sant’Antonio ingresso laterale per l’attività relativa allo Sportello Alzheimer avrebbe avuto durata quinquennale, nelle more che l’Amministrazione, in sede di programmazione, avesse definito le linee di indirizzo per l’uso di detto immobile”. La presidente del centro d’ascolto, Rosanna D’Aprile, da anni impegnata con il gruppo di volontari, nell’organizzazione di attività di supporto ai malati di alzheimer e alle loro famiglie, non vuole mollare. “Ho in mano la delibera che riporta la firma dell’allora sindaco Sergio Povia – racconta a Fax- delibera datata 20 gennaio 2015 in cui si affidano quei locali al centro d’ascolto per 5 anni. Se vogliono che vada via prima del tempo, devono prima spiegarmi il motivo anche se in realtà un’idea ce l’ho”. La sensazione di Rosanna D’Aprile è che la vicenda sia animata più da questioni personali che politiche: “Prima hanno tentato con il dormitorio – spiega – ma quando si sono resi conto di non poter far fronte alle necessità delle 6 persone che vi sono ospitate, hanno fatto una piccola marcia indietro, ma non si sono risparmiati di chiedere la copertura delle spese vive sostenute negli anni per la struttura. Vorrebbero il pagamento di 9mila euro per l’elettricità, senza considerare che in quel consumo è compreso anche quello di alcuni fari esterni pubblici. Tutto questo è assurdo. Mi viene da chiedermi dove sia il bene comune di cui si fanno portatori? Dove la sensibilità al sociale? Secondo loro – conclude- dovrei smontare tutto entro 30 giorni, pur sapendo di essere autorizzata a rimanerci. Non farò nulla senza una motivazione valida, anche se in realtà credo che il problema principale sia io. Forse non hanno simpatia per me o per la mia associazione in quanto non nata dalla loro amministrazione”.

© Riproduzione riservata 14 Settembre 2017