aggiornato il 03/03/2018 alle 16:16 da

Andiamo a votare o trasferiamoci nella Repubblica Ceca

emilio giulianiPOLIGNANO – Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’avv. Paolo Emilio Giuliani.

Alcuni giorni or sono, intorno al 20 febbraio, ho appreso, guardando la televisione, che nella Repubblica ceka l’imposizione fiscale è del 15% sui redditi delle persone fisiche e del 19% su quelli d’impresa. Non vi sono altre imposte. Inoltre, nonostante che il carico fiscale sia irrisorio rispetto a quello di rapina praticato in Italia, in quel Paese – anch’esso facente parte della Unione Europea – i servizi pubblici funzionano bene, la delinquenza è ridotta ai minimi termini, le città sono sicure, la scuola è ottima. Di più, e qui è la “sorpresa” più grande: la disoccupazione giovanile è al 4,3% e quella generale al 3%. Sicchè: lo Stato riscuote meno imposte e dà più servizi – ed efficienti – e sicurezza ai cittadini; ed il tasso di disoccupazione si attesta su livelli fisiologici. Andiamo oltre. L’inchiesta televisiva ci ha anche informati che un giovane architetto di fresca assunzione riceve uno stipendio mensile lordo di euro 2.700,00 e lascia allo Stato 400,00 euro; per cui, in tasca gli restano 2.300,00 euro. E, con tale somma, vive benissimo; perché i prezzi delle case e dei servizi pubblici a pagamento (trasporto luce acqua gas), il vestiario e i generi alimentari sono molto bassi; e il nostro architetto può ben pagarsi l’assicurazione “sociale”; che “costa” intorno al 3% del suo stipendio. Viene così spontaneo pensare che anche in Italia ridurre le imposte potrebbe migliorare il tenore di vita di tutti e dare impulso all’economia ed alla occupazione. Già, ma la Costituzione, dicono i soliti “scienziati”, vieta la “tassa piatta” ed impone la progressività delle aliquote fiscali. E’ un misero pretesto per continuare impunemente a “spremere” i contribuenti; perché, per ridurre il carico fiscale ed “avvicinarlo” a quello ceko, basterebbe abbattere drasticamente le aliquote e portarle a due: il 15% per i redditi più bassi, con esenzione di quelli bassissimi, ed il 20% – 22% per quelli superiori. Ma la resistenza e la volontà di mantenere gli attuali livelli di tassazione da usura sono forti; e provengono da gruppi di potere ben consolidati che si oppongono fermamente alla riduzione delle aliquote. Sono potentati economici che esprimono ministri, sottosegretari, alta burocrazia dello Stato ed una sterminata quantità di politici e politicanti. Vi è di tutto! Vi sono ministri che hanno copiato le loro tesi di laurea e, pur essendo stati “pizzicati”, sono rimasti al loro posto perché “così fan tutti”! Sarà, ma chi scrive – come tanti e tanti altri studenti rispettosi di se stessi – la propria laurea non la ha copiata; sarà, ma non tutti gli “scopiazzatori” diventano ministri. Vi sono poi ministri che, nel loro curriculum, hanno dichiarato – mentendo senza ritegno – di essere laureati ma non lo sono: hanno mentito spudoratamente ma sono ancora lì, al loro posto; non conoscono vergogna! Vi sono sedicenti “esperti” che hanno privato gli Italiani del diritto alla pensione ed hanno lasciato tanti anziani lavoratori senza pensione e senza salario; e continuano a “pontificare”! Come la “eccelsa” Elsa Fornero. Vi sono politici di alto rango il cui “babbo” pratica il reato di “traffico di influenze”; ma essi continuano a “violare” i nostri domicili invadendoli continuamente mediante gli schermi della serva televisione di Stato, pagata dai contribuenti. Vi sono poco rassicuranti figuri che hanno tentato di toglierci i sacrosanti diritti sanciti nella Costituzione della Repubblica; sono stati sconfitti dal voto popolare referendario, ma sono ancora lì. Vi sono “mezzecalzette” che hanno soppresso dalla sera alla mattina l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rendendo tutti “precari” e togliendo ai lavoratori la certezza del lavoro e del reddito; e sono ancora lì, sul ponte di comando. Vi sono fior di delinquenti patentati, in giacca e cravatta, che circolano liberamente nei palazzi del Potere come se fossero loro proprietà privata e ivi continuano a concludere lucrosi e sporchi affari. Vi sono alti burocrati adusi a praticare ruberie sistematiche ed allenati ad ostacolare qualunque cambiamento. Vi è la “Europa”, che ci sta riducendo in miseria per consentire a Germania e Francia di comprarsi il nostro Paese, alle “svendite”, di colonizzarci. Ecco, tutti costoro – e tanti altri “gentiluomini” come loro – si oppongono violentemente a qualsiasi politica “nuova”, ivi compresa una radicale riforma fiscale, tale da abbattere drasticamente il prelievo forzoso di denaro dalle esauste tasche dei cittadini. Si ha, ben netta, la percezione che, non solo in materia fiscale ma su tutto e per tutto, vi sia una sorta di “conventio ad excludendum” ogni possibilità di cambiamento. La “cupola” parassitaria e malavitosa che domina il nostro Paese vuole che tutto rimanga così come è. E, purtroppo, il sistema elettorale con il quale andremo a votare il 4 marzo risponde egregiamente alla “bisogna”; perché congegnato per favorire la elezione di un Parlamento “ingessato”, tale da aprire la porta alle solite ammucchiate o “inciuci” che dir si voglia: proprio quel che “serve” per non cambiare nulla! Per vero, il Rosatellum o meglio Renzusconellum o meglio Schifellum è uno strumento “studiato” appositamente per garantire la conservazione dell’esistente, cioè una situazione vergognosamente “infetta” che tutti gli Italiani non sopportano più. Ma non è più tempo di recriminazioni; il 4 marzo è arrivato e le urne stanno per aprirsi! Il blablabla di coloro che hanno tenuto bloccata l’Italia per diversi lustri – e vogliono continuare ad impedire il cambiamento continuando a promettere promettere promettere, e qualche volta anche ad intimidire i più semplici – è finalmente finito. Si va a votare; e bisogna esercitarlo, questo diritto! Consapevolmente, e sapendo che, nella cabina elettorale, i “potenti” che hanno rubato il presente a tutti ed il futuro ai nostri figli non ci vedono; ma la nostra coscienza invece sì!

© Riproduzione riservata 03 Marzo 2018