PUTIGNANO – “Sono favorevole, e come non esserlo, a rapporti improntati alla massima collaborazione e al rispetto delle regole. Ai nostri cittadini chiedo di rendersi quanto più collaborativi possibile con le forze dell’ordine e con le amministrazioni locali. L’invito che faccio a tutti è soprattutto alla osservanza delle leggi, al rispetto delle regole”.
Il nuovo giudice Pietro Errede, assegnato dal presidente Vito Savino come coordinatore della sezione distaccata di Monopoli e giudice penale presso la sezione distaccata di Putignano, attraverso il nostro giornale chiede collaborazione da parte dei suoi più stretti collaboratori, da parte degli avvocati ed anche da parte dei cittadini, pronto com’è a dare il massimo di suo non solo nel lavoro, ma anche nei rapporti con gli altri per cercare di ridurre al minimo i danni provocati dalla criminalità soprattutto tra i giovani, per eliminare nelle nostre cittadine ogni tipo di abuso.
Pietro Errede, che mercoledì scorso ha incominciato il suo lavoro presso la sezione penale di Putignano, è entrato in magistratura nel gennaio 2002, ma ha già dimostrato le sue ottime qualità di magistrato e di studioso di diritto da subito, da quando come sostituto procuratore presso la Procura di Parma si è occupato di importanti inchieste riuscendo ad assicurare alla giustizia i responsabili di gravi reati. Tra le tante inchieste ricordiamo quella sul rapimento e l’omicidio del piccolo Tommy Onofri, il bimbo di diciotto mesi sequestrato da quattro balordi la sera del 3 marzo 2006 in un paesino del parmense e poi ritrovato ucciso sulle rive del fiume Enza a poca distanza dalla sua abitazione; quella sul traffico di sostanze dopanti che vedeva coinvolti alcuni personaggi dello sport, la vicenda Buffon e l’inchiesta sull’istigazione al suicidio di Alessandro Bassi, dirigente della Parmalat, la multinazionale in quel periodo coinvolta in pieno nello scandalo della maxitruffa a migliaia di piccoli azionisti da parte dell’allora presidente Callisto Tanzi. Tra una inchiesta e l’altra il nuovo giudice ha avuto il tempo di scrivere un libro su “Frode sportiva e doping” e di partecipare come oratore a numerosi convegni in ogni parte d’Italia sul doping nello sport e sui sequestri dei beni alla mafia. Nell’aprile 2007 Pietro Errede ha lasciato la Procura di Parma ed è tornato a Bari, dove aveva fatto il suo apprendistato come uditore presso l’ufficio del pubblico ministero Lorenzo Lerario e, prima ancora di entrare in magistratura, come vice pretore onorario. E’ stato assegnato dapprima come giudice presso le sezioni civili del tribunale, per poi trasferirsi come giudice civile presso la sezione distaccata di Altamura prima di giungere a Putignano e Monopoli.
Con noi giornalisti si dimostra molto disponibile.
“Il vostro ruolo- ci dice ancora avvolto nella toga subito dopo aver terminato l’udienza dei processi in calendario- è molto importante; avete il compito di informare i cittadini, ma in questo periodo storico lo ritengo ancor più importante: è necessario far capire ai cittadini ad avere fiducia dei giudici. Dovete ricordare loro che l’illegalità non sempre paga; la mano della giustizia spesso arriva tardi, ma quando arriva può essere davvero una mano pesante”.
Lo incalziamo con l’intervista.
Ha già preso visione del carico di lavoro delle due sezioni distaccate di Putignano e Monopoli?
“Me ne sto rendendo conto piano piano, diciamo che la situazione delle sezioni di Putignano e Monopoli è critica ma non diversa da quella di altre sedi. Quella di Monopoli è più in sofferenza, manca il personale. Come carico di lavoro però siamo nella norma in entrambe le sezioni”.
Sui tempi della giustizia, come ha trovato le cause presso queste sezioni?
“I processi penali in corso sono relativamente giovani, l’arretratezza è più nelle cause civili”.
Come intende impostare il suo rapporto con gli avvocati delle nostre zone?
“Sono a favore di rapporti improntati alla massima collaborazione, ne va della serenità del lavoro di tutti. La collaborazione ci deve essere in tutto, da quando arriva il fascicolo in tribunale alla sentenza. E poi come tecnico, facendo anche attività didattica, credo nell’importanza della formazione per gli avvocati ed anche per noi, quindi mi farò portavoce di iniziative di questo tipo anche nelle sezioni di Putignano e Monopoli”.
Le sedi come le ha trovate? Nella struttura di Putignano in passato ci sono stati degli allagamenti.
“Di questo non mi sono ancora occupato. Spero che i problemi siano stati risolti ma se così non fosse mi auguro che ci sia da parte del Comune un intervento quanto mai risolutivo; Sono stato nominato coordinatore a Monopoli, ma, in attesa che giunga il dott. Campanale da Bitonto, sarò coordinatore anche a Putignano; insieme al mio collega giudice civile di Monopoli ci faremo carico anche delle cause civili della sezione di Putignano. Insomma i problemi non mancano mai, ma si cercherà di risolverli”.
Quali sono i reati più comuni nel nostro territorio?
Il nuovo giudice Pietro Errede, assegnato dal presidente Vito Savino come coordinatore della sezione distaccata di Monopoli e giudice penale presso la sezione distaccata di Putignano, attraverso il nostro giornale chiede collaborazione da parte dei suoi più stretti collaboratori, da parte degli avvocati ed anche da parte dei cittadini, pronto com’è a dare il massimo di suo non solo nel lavoro, ma anche nei rapporti con gli altri per cercare di ridurre al minimo i danni provocati dalla criminalità soprattutto tra i giovani, per eliminare nelle nostre cittadine ogni tipo di abuso.
Pietro Errede, che mercoledì scorso ha incominciato il suo lavoro presso la sezione penale di Putignano, è entrato in magistratura nel gennaio 2002, ma ha già dimostrato le sue ottime qualità di magistrato e di studioso di diritto da subito, da quando come sostituto procuratore presso la Procura di Parma si è occupato di importanti inchieste riuscendo ad assicurare alla giustizia i responsabili di gravi reati. Tra le tante inchieste ricordiamo quella sul rapimento e l’omicidio del piccolo Tommy Onofri, il bimbo di diciotto mesi sequestrato da quattro balordi la sera del 3 marzo 2006 in un paesino del parmense e poi ritrovato ucciso sulle rive del fiume Enza a poca distanza dalla sua abitazione; quella sul traffico di sostanze dopanti che vedeva coinvolti alcuni personaggi dello sport, la vicenda Buffon e l’inchiesta sull’istigazione al suicidio di Alessandro Bassi, dirigente della Parmalat, la multinazionale in quel periodo coinvolta in pieno nello scandalo della maxitruffa a migliaia di piccoli azionisti da parte dell’allora presidente Callisto Tanzi. Tra una inchiesta e l’altra il nuovo giudice ha avuto il tempo di scrivere un libro su “Frode sportiva e doping” e di partecipare come oratore a numerosi convegni in ogni parte d’Italia sul doping nello sport e sui sequestri dei beni alla mafia. Nell’aprile 2007 Pietro Errede ha lasciato la Procura di Parma ed è tornato a Bari, dove aveva fatto il suo apprendistato come uditore presso l’ufficio del pubblico ministero Lorenzo Lerario e, prima ancora di entrare in magistratura, come vice pretore onorario. E’ stato assegnato dapprima come giudice presso le sezioni civili del tribunale, per poi trasferirsi come giudice civile presso la sezione distaccata di Altamura prima di giungere a Putignano e Monopoli.
Con noi giornalisti si dimostra molto disponibile.
“Il vostro ruolo- ci dice ancora avvolto nella toga subito dopo aver terminato l’udienza dei processi in calendario- è molto importante; avete il compito di informare i cittadini, ma in questo periodo storico lo ritengo ancor più importante: è necessario far capire ai cittadini ad avere fiducia dei giudici. Dovete ricordare loro che l’illegalità non sempre paga; la mano della giustizia spesso arriva tardi, ma quando arriva può essere davvero una mano pesante”.
Lo incalziamo con l’intervista.
Ha già preso visione del carico di lavoro delle due sezioni distaccate di Putignano e Monopoli?
“Me ne sto rendendo conto piano piano, diciamo che la situazione delle sezioni di Putignano e Monopoli è critica ma non diversa da quella di altre sedi. Quella di Monopoli è più in sofferenza, manca il personale. Come carico di lavoro però siamo nella norma in entrambe le sezioni”.
Sui tempi della giustizia, come ha trovato le cause presso queste sezioni?
“I processi penali in corso sono relativamente giovani, l’arretratezza è più nelle cause civili”.
Come intende impostare il suo rapporto con gli avvocati delle nostre zone?
“Sono a favore di rapporti improntati alla massima collaborazione, ne va della serenità del lavoro di tutti. La collaborazione ci deve essere in tutto, da quando arriva il fascicolo in tribunale alla sentenza. E poi come tecnico, facendo anche attività didattica, credo nell’importanza della formazione per gli avvocati ed anche per noi, quindi mi farò portavoce di iniziative di questo tipo anche nelle sezioni di Putignano e Monopoli”.
Le sedi come le ha trovate? Nella struttura di Putignano in passato ci sono stati degli allagamenti.
“Di questo non mi sono ancora occupato. Spero che i problemi siano stati risolti ma se così non fosse mi auguro che ci sia da parte del Comune un intervento quanto mai risolutivo; Sono stato nominato coordinatore a Monopoli, ma, in attesa che giunga il dott. Campanale da Bitonto, sarò coordinatore anche a Putignano; insieme al mio collega giudice civile di Monopoli ci faremo carico anche delle cause civili della sezione di Putignano. Insomma i problemi non mancano mai, ma si cercherà di risolverli”.
Quali sono i reati più comuni nel nostro territorio?
“Soprattutto reati contro il patrimonio, violazioni ed abusi edilizi, incidenti stradali a volte mortali; ho notato che ci sono anche processi per droga che riguardano in modo particolare giovani”.
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