aggiornato il 12/04/2022 alle 11:07 da

Da Conversano la droga per la mafia

A Conversano abbiamo un’organizzazione criminale capace di rifornire le piazze di spaccio della mafia siciliana. Ed in particolare di quella catanese. È quanto emerge dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia che nell’inquadrare i contesti criminali siciliani fa riferimento ad un gruppo criminale albanese della nostra città. Tutto è partito dall’esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Catania nei confronti di 22 soggetti. L’indagine ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale che gestiva una fiorente “piazza di spaccio” radicata nello storico quartiere catanese di San Cristoforo, nonché di sgominare un secondo gruppo criminale specializzato invece nella vendita di cocaina e crack a domicilio e su ordinazione rifornendo in particolare gli ambienti della movida catanese. La “piazza di spaccio” era diretta da un soggetto che con l’aiuto della moglie, del suocero e di vari sodali con i classici compiti di pusher e di vedette si occupava della gestione del traffico di cocaina garantendo centinaia di cessioni giornaliere per un introito medio stimato intorno ai 10.000 euro al giorno. Durante le indagini l’attenzione degli investigatori si è focalizzata anche sulla figura di un tassista assiduo frequentatore della “piazza” che insieme a un suo collega si occupava di smerciare la cocaina venduta a prezzi maggiorati ai clienti di un night club oppure fungeva da tramite per gli acquirenti che preferivano non esporsi all’acquisto della droga. Tra gli indagati 10 soggetti sono risultati percettori del “reddito di cittadinanza”. L’11 febbraio 2021 la Polizia di Stato con l’operazione “Drug stable”179 ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di tentato omicidio, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, detenzione abusiva e porto illegale di armi da guerra e armi comuni, ricettazione e detenzione di monete falsificate. Tra i destinatari del provvedimento figurano anche i responsabili di un tentato duplice omicidio commesso nel rione popolare di Librino nel maggio 2019 per ragioni riconducibili ad un presunto “sconfinamento” da parte delle vittime nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti all’interno del medesimo quartiere. Nel corso delle indagini è emerso che il gruppo criminale riforniva alcune delle più grosse “piazze di spaccio” del capoluogo smerciando una media di 150 chili di marijuana al mese e ricevendo ogni 2 settimane carichi di circa 80 chili di marijuana da trafficanti albanesi operanti a Conversano e stabilmente organici da diversi anni all’organizzazione criminale. È la prima volta che in un documento ufficiale si definisce lo spessore criminale della mala albanese di casa nostra. Un gruppo criminale che avrebbe, stando a quanto emerge dalle carte, tentacoli molto lunghi tanto da arrivare a rifornire droga alla mafia siciliana per decine di chili al mese. Dal documento della Dia non emergono i provvedimenti adottati nei confronti degli albanesi di Conversano, ma si capisce chiaramente che la struttura organizzativa del sodalizio criminale appare ben definita e collaudata. Grazie al documento della Dia si può dare una lettura diversa alle tensioni che nei mesi passati si sono registrare tra i gruppi criminali locali e una parte della comunità albanese. Fatti che potrebbero oggi inquadrarsi in una lotta per il controllo del territorio. La cordata albanese avrebbe dunque avuto frizioni con i gruppi locali che, a loro volta, sono impegnati da anni a spartirsi, per conto degli Strisciuglio e dei Parisi, il controllo del paese. Una guerra nella quale non sono mancati i colpi di scena come il tradimento di una figura di spicco della criminalità locale che, secondo la DIA, avrebbe cambiato clan passando da quello dei Parisi a quello degli Strisciuglio.

© Riproduzione riservata 12 Aprile 2022

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