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Isabella Capozzi, il fascino seducente della poesia

isabella-capozzi-e-lattrice-fiorella-cardilliIsabella Capozzi, il fascino seducente della poesia

Ha parlato d’amore Isabella Capozzi, esponendosi, “rivelando” paure e sensazioni  al pubblico di “Spazio Unotre”, il tutto con un tono che oscilla, in maniera seducente, fra la profondità delle emozioni e l’ironia di chi sa esprimere, in modo sferzante, quel che in genere si tace.

Sono un essere confuso dal parto”, o ancora “in queste poche pagine fluisce quello che più mi caratterizza: l’ironia e la capacità di sdrammatizzare che si mesce a quel che rimane di un animo malinconico, romantico e paranoico” ha affermato Isabella, nel corso di un’originale presentazione, fornendo una sorta di linea guida per la sua operetta “Quasi seriamente a tempo d’amore”, presentata giovedì 14 ottobre a “Spazio Unotre”.

GIOIA – Il tempo e la coppia sembrano farla da padroni nei suoi versi sciolti in libertà: si comincia con “Letto del fiume”, poesia scorrevole, che descrive la difficoltà di trovare all’esterno la persona di cui si è innamorati, pur riconoscendola dentro di sé in maniera preponderante.

L’attrice Fiorella Cardilli ha continuato con la lettura e l’ interpretazione di “Io sarò”, dove Isabella, chiamando in causa Paul Verlaine, descrive un “amore di comodo” in netta contrapposizione con “la mano nella mano” e “l’anima infantile” del poeta francese.

mario-pugliesePiuttosto che stare con te”, un titolo che chiude, in modo circolare, una poesia dove la pesantezza del legame si fa sentire: l’ “unità consisterà nel due”, scrive Erri De Luca, “Quando saremo due, saremo due single in coppia” “risponde” Isabella. Non manca all’appello Eugenio Montale, con la sua “Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale”: data l’insicurezza provocata dalle delusioni amorose, la giusta soluzione consiste nell’utilizzare “Ginocchiere e paradenti”.

Inno universale” vuole esprimere la sconfitta di una more finito, che pur si contraddistingue per un continuo cercarsi, in nome “di quell’orgasmo venuto bene”. Dal passato, però, bisogna allontanarsi “ed impugnare matite, righe, squadre. Per disegnare il futuro” (After You).

Ad intervallare le letture la splendida performance di Mario Pugliese, impegnato nella Sand Art, realizzazione di disegni con la sabbia: facilmente si crea un’immagine, con altrettanta semplicità la si cancella, così come sfuggenti sono i sentimenti. Quest’ oscillare ha pervaso tutta la serata e viene, magnificamente, trattato in “Estate”: “Sei stata transitoria, come il moto che da me ti ha portata”, “Estate danzante tra la polvere e le stelle”.

I versi di Isabella hanno fatto da portavoce ad un’umana fragilità: “… vorrei perdere il vizio dell’amore e dell’alcol. Tanto tutt’e due ubriacano”, “Non riuscirei mai a fermarmi davanti al tuo cuore rosso, rosso rosso rosso, più rosso del rosso e che corre leggero corre leggero corre”. In un fluire continuo di musiche e parole, resta il tempo per sorseggiare un Campari e, ancora quello, per emozionarsi.

Si ringrazia Anna Alma Angelillo per il prezioso contributo fotografico.

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© Riproduzione riservata 23 Ottobre 2010

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