aggiornato il 08/02/2015 alle 13:26 da

Povia: sono innocente. Ventaglini e Posa lo scagionano. E la minoranza si dimette

povia OKGIOIA DEL COLLE – Ha chiesto la revoca della misura cautelare, dichiarandosi estraneo ai fatti a lui contestati. Questo, in estrema sintesi, quanto emerso dall’interrogatorio di garanzia del sindaco di Gioia Sergio Povia (detenuto nel carcere del capoluogo da giovedì) dinanzi al Gip del Tribunale di Bari Gianluca Anglana e alla presenza del Pm Eugenia Pontassuglia e dei legali del primo cittadino Michele Laforgia e Maurizio Tolentino. “Nessun accordo illecito sul bando per gli alloggi popolari al Comune di Gioia del Colle” ha sostenuto il sindaco gioiese, scagionato sui fatti anche dal suo ex vice Franco Ventaglini e dall’imprenditore Antonio Posa, anche loro in manette nell’ambito del blitz di giovedì mattina che ha portato all’arresto domiciliare anche del responsabile dell’ufficio urbanistica Nicola Laruccia, del responsabile dell’ufficio tecnico comunale Rocco Plantamura, della dipendente dell’ufficio urbanistico Rosa Sedora Celiberti, dei professionisti pugliesi Vito Antonio Martinelli e Nicola Bruno e dell’architetto salernitano Nicola Manzo, accusati, a vario titolo, di corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Povia è stato interrogato dal Gip dopo Ventaglini e Posa e ha dichiarato la propria estraneità ai fatti a lui contestati. E il suo ex vicesindaco (per il quale venerdì mattina è stato chiesto il rinvio a giudizio per l’inchiesta sulle tangenti alla Comunità Montana) si sarebbe assunto la responsabilità dichiarando che Povia non era in alcun modo coinvolto nella vicenda e sostenendo che la richiesta di denaro avrebbe riguardato soltanto lui e non il sindaco. Posa avrebbe invece dichiarato di aver ricevuto diverse richieste di denaro (proclamandosi dunque vittima della vicenda), motivo per cui avrebbe chiesto la revoca della misura cautelare. Richieste sulle quali in giudice si esprimerà non prima dei prossimi giorni, dopo aver ascoltato anche le altre sei persone ai domiciliari. 
Intanto il mondo politico è a soqquadro. I consiglieri di minoranza Sante Celiberti, Enzo Cuscito, Claudio De Leonardis, Piero Longo, Donato Lucilla, Giovanni Mastrangelo e Giovanni Vasco hanno annunciato che depositeranno le proprie dimissioni dall’incarico martedì 10 febbraio alle ore 19 nello studio notarile del dott. Alberto D’Abbicco, invitando i colleghi di maggioranza a “unirsi a tale iniziativa ponendo, così, fine a questa esperienza amministrativa gravemente macchiata da numerose indagini giudiziarie”. Sette firme, infatti, non sono sufficienti a far sciogliere il consiglio. Ne servono altre due che, se presentate entro il 24 febbraio, consentirebbero a Gioia del Colle di tornare alle urne già nell’election day di maggio quando si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale.

© Riproduzione riservata 08 Febbraio 2015

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