Processo Farmatruffa, emessa la sentenza definitiva
La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Bari, nel processo sulla presunta “farmatruffa” da 20 milioni di euro al Servizio Sanitario Nazionale, ha dichiarato la prescrizione dei reati per 76 dei 78 imputati, medici e farmacisti noti, nonché informatori scientifici per lo più di Bari, Conversano, Rutigliano, Mola di Bari e di altri comuni limitrofi. La prescrizione dei reati – tra cui l’associazione per delinquere, episodi di truffa, falso, corruzione e riciclaggio – è stata dichiarata oggi 11 febbraio 2013 dalla Corte d’Appello di Bari,che ha emesso anche una sentenza d’assoluzione per un solo imputato, Giuseppe De Novellis . In primo grado il tribunale di Bari aveva inflitto condanne per complessivi tre secoli di carcere, riconoscendo il risarcimento dei danni alle parti civili. In un procedimento penale collegato al processo madre, le nove case farmaceutiche coinvolte hanno versato sette milioni di euro, patteggiando, per evitare l’interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa. La Corte ha invece annullato radicalmente la sentenza di primo grado per ciò che concerne la posizione di un medico massimalista di Conversano, ritenuto dall’accusa il capo della presunta associazione e condannato in primo grado a ben sette anni di reclusione. Il medico conversanese, che, al pari degli altri imputati era stato condannato anche al risarcimento dei danni sofferti dalle parti civili costituite nonché alla rifusione delle spese processuali dalle stesse sopportate, ha beneficiato dell’annullamento del processo a seguito di un vizio di notifica del decreto che disponeva il giudizo di primo grado, eccepito anche in sede d’appello dal suo difensore, avv. Antonio Romano. Il predetto avvocato ha sostenuto e documentato dinanzi alla Corte che il suo assistito non aveva avuto legale cognizione del processo poiché il decreto che disponeva il giudizio di primo grado era stato notificato presso un domicilio diverso da quello indicato dal suo cliente. La Corte d’Appello ha ritenuto di dover aderire alla eccezione sollevata dall’avv. Romano, decretando la nullità di tutti gli atti processuali sin lì compiuti e conseguentemente di tutte le statuizioni (dunque anche quelle relative al risarcimento del danno) a carico del medico conversanese.
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