MOLA – Nella scelta dell’area per il CCR abbiamo seguito e rispettato le norme e le buone pratiche che si sono affermate nei paesi più avanzati nella gestione dei rifiuti. Interveniamo una seconda volta sulla scelta di ubicare il centro comunale dei rifiuti raccolti in modo differenziato per precisare i riferimenti normativi e culturali che ci spinsero come amministrazione comunale (e poi in commissione consigliare e consiglio comunale) a scegliere un’area periferica, in via Mangini, che porta sulla strada provinciale Mola-Conversano (si veda la foto allegata). Come abbiamo scritto nella precedente nota, le “Linee guida per la realizzazione di centri comunali di raccolta” (deliberazione della giunta regionale 23 aprile 2009, n. 645) affermano che “Preferibilmente il centro dovrà essere localizzato all’interno del perimetro urbano” (art. 2). Per noi l’avverbio “preferibilmente” va inteso come elemento premiante, che consente maggiore efficacia nell’azione. Se le linee guida avessero voluto privilegiare le aree industriali o rurali avrebbero riportato qualcosa del tipo “Preferibilmente nelle aree industriali o rurali”. La linea di intervento 2.5 (“Interventi di miglioramento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” – Azione 2.5.1 Potenziamento ed ammodernamento delle strutture dedicate alla raccolta differenziata. Realizzazione centri comunali di raccolta (CCR)), che è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 157 dell’8/10/2009, ha precisato le caratteristiche che dovevano avere i progetti da candidare al cofinanziamento regionale per la realizzazione dei CCR. Tra i “criteri, modalità e termini per la concessione e la revoca del contributo” era riportato questo: “Alla domanda dovrà essere allegata la seguente documentazione – Stralcio del progetto (preliminare, definitivo o esecutivo) costituito da – Relazione progettuale degli interventi da realizzare e descrizione del territorio servito dai Centri Comunali di Raccolta da realizzare (ubicazione dei “centri” all’interno dell’area urbana, (…)) (il neretto è riportato nella determinazione regionale). Con l’ufficio tecnico comunale valutammo altre possibilità per l’ubicazione del CCR. Credevamo che quella individuata fosse la migliore. Rispettiamo comunque le opinioni (tardive?) che oggi, a progetto approvato e cofinanziato, vengono espresse. Ma non le condividiamo. I CCR devono favorire la consegna di rifiuti da parte dell’utenza domestica (di rifiuti riciclabili, riutilizzabili, anche parzialmente, o che se abbandonati potrebbero provocare danno all’ambiente). Trasportandoli a piedi o in auto. Non stiamo parlando di aree di stoccaggio dei rifiuti (come riportato erroneamente nella dichiarazione del Sindaco Diperna che è stata diffusa il 24 giugno) ne’ tanto meno di rifiuti portati da mezzi pesanti (i mezzi pesanti a cui si fa riferimento per un CCR sono SOLO quelli in uscita, che devono portare nelle piattaforme specifiche le diverse frazioni raccolte in modo separato). I rifiuti accettati da un CCR sono quelli domestici e non quelli speciali prodotti da attività lavorative, che invece devono essere smaltiti a cura di chi li produce. Per fugare ogni dubbio, invitiamo a prendere visione delle relative linee guida regionali, della determinazione regionale che ha fissato “modalità e termini di presentazione delle istanze di finanziamento” nonché “criteri, modalità e termini per la concessione e la revoca del contributo” e il “Progetto per la riorganizzazione delle modalità di gestione dei Rifiuti Urbani”, approvato dal consiglio comunale, che contiene le “Proposte per la realizzazione del centro di raccolta” e “le modalità di gestione del centro di raccolta”. Non bisogna avere paura dei rifiuti domestici. E’ fondamentale la gestione (integrata) dei rifiuti, la prevenzione e il recupero di materia. Il CCR è un’opportunità per ridurre la quantità di rifiuti da smaltire in discarica, aumentare la raccolta differenziata, migliorare il decoro urbano, ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti pericolosi e abbandonati e favorire l’educazione ambientale e l’occupazione. Ricordiamo infine che la richiamata deliberazione regionale per la realizzazione dei CCR prevede che il “contributo concesso sarà revocato con recupero delle somme già erogate: – qualora gli interventi oggetto di finanziamento non siano conclusi entro 8 mesi dalla data di adozione del provvedimento dirigenziale di ammissione a finanziamento; – qualora gli interventi realizzati non siano conformi al progetto presentato.”
Berlen e Santamaria, ancora sul centro stoccaggio
© Riproduzione riservata 29 Giugno 2010
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!