aggiornato il 18/07/2023 alle 10:30 da

Brunetti, giovane arbitro molese

Pur essendo nato a Monopoli, Stefano Brunetti è un molese doc e ha deciso di intraprendere la strada dell’arbitraggio. Una strada impervia fatta di gratificazioni e delusioni che si concretizza nel motto “uno su mille ce la fa”. I primi passi, le speranze e le attese di questo ragazzo che ad appena 15 anni ha cominciato a vivere il mondo di coloro che una volta erano chiamate le giacchette nere, sono racchiuse in questa intervista pubblicato sul numero di Fax di sabato.

Come ti sei avvicinato al mondo dell’arbitraggio?

Sono sempre stato attratto dal mondo del calcio, quando, poi, un amico mi ha prospettato la possibilità di poter frequentare il corso da arbitro non ci ho pensato due volte ad iscrivermi.

Quanto è durato questo corso?

Un mese e mezzo, poi superato l’esame sono diventato arbitro effettivo.

Ricordi la prima gara arbitrata?

Certo. A Putignano ho arbitrato La Quercia-Accademia Calcio Monopoli, gara del campionato under 14 terminata con il punteggio di 3-2 per i padroni di casa.

Emotivamente come hai affrontato la gara?

Sicuramente non avevo paura, forse un po’ d’ansia.

Come preferisci approcciarti con i calciatori, bastone o carota?

Con i calciatori preferisco il dialogo, soprattutto mi sforzo di far comprendere come le mie decisioni sono frutto dei loro comportamenti e non prese a casaccio.

Quante gare hai diretto finora?

Fra under 15 e under 16 ho diretto 6 gare.

C’è qualche episodio che, a pensarci, ti fa sorridere?

Si. In una gara, fischio per ammonire un calciatore e poi dopo aver estratto il cartellino non ricordavo chi era l’atleta da ammonire.

Quali sono i problemi che si hanno nel dirigere le gare dei ragazzi?

Con i ragazzi nessuno, sono i genitori che appena vedono i loro figli subire un fallo scatenano un putiferio.

Quale supporto hai avuto dall’A.I.A. in questo tuo inizio da arbitro?

Nelle prime cinque gare sono stato assistito da un Tutor.

Quali sono le tue aspettative?

Ovviamente di arrivare il più in alto possibile, ma mi andrebbe bene anche svolgere il ruolo di assistente.

Cosa toglie alla vita di un quindicenne questo impegno?

Per me nulla. Certo devo fare vita di sezione una volta la settimana, allenarmi, rinunciare a qualcosa il sabato in vista della gara che arbitrerò il giorno dopo, ma tutto sommato sono sacrifici accettabili.

Buon fischio Stefano

© Riproduzione riservata 18 Luglio 2023

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