aggiornato il 18/03/2014 alle 16:31 da

Falò di San Giuseppe, tra divieti e rimpallo di competenze

falòMONOPOLI – La vicenda legata al divieto di accensione dei falò di San Giuseppe si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa mattina da Palazzo di Città è stato diramato un comunicato stampa in cui si precisa che il divieto di accensione si riferisce solo ai falò allestiti in area pubblica e non in proprietà privata. Grazie a questa nota chiarificatrice, insomma, i cittadini hanno scoperto che sono liberi di accendere un fuocherello (perchè di piccoli fuochi si tratta) nel proprio giardino o nel proprio podere agricolo. I monopolitani ringraziano ma fanno sapere di esserne già a conoscenza, tenuto conto che i divieti scattano solitamente in estate quanto entra in vigore l’ordinanza preventiva degli incendi. Eppure nel comunicato non si specifica, come a noi invece risulta, che la Polizia Municipale aveva emesso parere ostativo anche nei confronti dell’accensione dei falò in aree private (vedi via Lagravinese) salvo poi correggere il tiro (da Palazzo possono confermare?). Il problema, quindi, resta per i falò che solitamente si allestiscono nei vicoli del centro storico e che, in fondo, sono solo dei bracieri a cielo aperto (vedi foto) e quindi non fuochi pericolosi. La polizia municipale, infatti, stabilisce che i falò allestiti sulla pubblica via sono vietati, salva l’acquisizione della prescritta autorizzazione dell’autorità cittadina di pubblica sicurezza (a Monopoli il Commissariato di PS) e formale autorizzazione all’utilizzo del suolo pubblico. Ma qui c’è l’intoppo che il comunicato del portavoce del sindaco non chiarisce. Il Commissariato di Pubblica Sicurezza, infatti, non avrebbe espresso pareri ostativi alle richieste presentate da cittadini ed associazioni. Si sarebbe limitato ad indicare delle prescrizioni da rispettare, tra le quali il parere favorevole all’utilizzo del suolo pubblico emesso dalla polizia municipale, ma per iscritto non ha rilasciato alcuna autorizzazione così come richiesto. La Polizia Municipale, dal canto suo, non rilascia autorizzazioni all’utilizzo del suolo pubblico senza il nulla osta dell’autorità cittadina di pubblica sicurezza, quindi del Commissariato. Un po’ come il cane che si morde la coda. Questo rimpallo di responsabilità è stato anche oggetto di uno scambio  epistolare tra il comandante della Polizia Municipale, magg. Michele Palumbo, ed il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza, il vice-questore Fabio Caprio, ma senza che si sia addivenuti ad una soluzione (possono confermarlo da Palazzo di Città?).
Sono meritevoli di considerazioni anche le prescrizioni richieste dalla polizia municipale nei pareri ostativi inviati ai promotori dei falò. A questi è stata richiesta una relazione tecnica contenente la descrizione del sistema di delimitazione e sorveglianza per l’area di sicurezza, i criteri antinfortunistici e antincendio adottati, la planimetria con indicata l’area in cui avrebbe avuto luogo l’accensione con distanza degli edifici circostanti con le riportate altezze e la presenza di persona idonea all’accensione, in quanto in possesso di licenza di pirotecnico abilitato (il fuochista, colui che si occupa dell’accensione dei fuochi d’artificio!). Rispetto a questo rimpallo di competenze, incongruenze e richieste quantomeno assurde, considerato che si tratta di fuocherelli, si può sapere qual è la posizione dell’amministrazione comunale?

© Riproduzione riservata 18 Marzo 2014

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