MONOPOLI – Da più di un mese si lavora senza sosta al porto di Monopoli per riqualificare la Banchina Solfatara. Lavori che stanno interessando anche la zona a ridosso di Palazzo Rendella, dove nei giorni scorsi, rimosso il massetto, è stata intercettata la chiesa rupestre di San Nicola in “Portu Aspero” o di San Clemente. Si tratta dell’ambiente ipogeo casualmente scoperto nel 1954 mentre erano in corso lavori per la fogna. In quell’occasione si decise di asportare l’affresco di scuola bizantina della Madonna col Bambino con baco da seta, custodito dal 2000 negli ambienti al piano terra di Palazzo Rendella, ora sede della Pro Loco. Ma tanti altri preziosi affreschi, con le proprie misteriose storie, sono rimasti celati sotto il manto stradale. In attesa di un nuovo intervento. Allora perché non approfittare di questi lavori per riportare alla luce una chiesa rupestre di inestimabile valore, permettendone finalmente lo studio e la sua fruizione? Molto interessante sarebbe, infatti, poterla visitare prolungando, di pochi metri oltre le fondamenta del muro perimetrale di Palazzo Rendella, lo scavo archeologico effettuato negli anni ’90.
Oltre ai resti della necropoli e del villaggio medievale, sarebbe così finalmente possibile ammirare anche la chiesa da cui fui asportato il bellissimo affresco, ripristinando il filo diretto con il suo contesto originario. Un intervento che, a detta di alcuni tecnici, costerebbe solo 15mila euro. Basterebbe infatti scavare, fare un solaio carrabile ed una rottura a forza del muro per metterla in comunicazione con la zona archeologica di Palazzo Rendella. Proposta che abbiamo girato all’assessore ai Lavori Pubblici Alberto Pasqualone: “Non abbiamo previsto scavi – ha spiegato a Fax – perché anni fa la Soprintendenza ha già provveduto a fare un’indagine ed i rilievi della zona. I cittadini ci chiedono di velocizzare e si sa, quando si inizia uno scavo archeologico, si rischia di bloccare il cantiere. Inoltre – ha aggiunto Pasqualone – potremmo utilizzare solo il 5 per cento del ribasso d’asta perché, essendo fondi comunitari, la restante parte va riconsegnata alla Regione”. Un’occasione, però, che meriterebbe di essere presa al volo per aggiungere un altro prezioso tassello nella ricca e complessa storia di Monopoli.
Non ci sono commenti, di la tua qui sotto!