aggiornato il 04/05/2023 alle 11:39 da

Gaetano e Giovanna, la forza della fiducia

Gaetano è la sua forza, Giovanna la sua sostanza. Lo dicono, lui con un sorriso benevolo che rassicura e protegge, lei con gli occhioni azzurri della cura e dell’attenzione. Si conoscono da quando erano ragazzini e all’età di 86 e 81 anni, la stima, l’ammirazione e la complicità che caratterizza i loro sguardi scintillano ad ogni guardata: “Non era da abbandonare ma da custodire” afferma convinto Gaetano raccontando la loro conoscenza. Era il 1954. Giovanna viveva in zona Polivalente ed era una 15enne ambitissima. Numerosi i pretendenti ma a conquistarla sono state la costanza e la fermezza d’animo di Gaetano, 21 anni, che in bici arrivava da contrada Cristo Re per poterla incontrare e vedere, spesso solo durante la messa al Carmine. Il “benestare” alla relazione arrivò non immediato. Prima era necessario che la famiglia acquisisse informazioni sull’aspirante fidanzato. Che Gaetano fosse un bravo ragazzo, lo confermavano anche gli operai che lavoravano nell’orto di famiglia. Il fidanzamento durò 5 anni. Mai un’uscita da soli. Di solito era per la messa in Cattedrale. Loro, un’affiatata coppia davanti, la mamma di Giovanna dietro. Nel durante vi fu la partenza di Gaetano a Cuneo per il militare. Era il 1958. Era persino diventato un atleta per godere di qualche licenza e tornare dalla sua Giovanna.18 mesi scanditi ogni giorno dalle lettere che si scrivevano. Un modo per tenersi per mano e confermare quel sentimento così pulito. Buste in cui Giovanna inseriva qualche gelsomino profumato mentre il fratello che con Gaetano aveva un rapporto solido e scherzoso gli inviava delle formiche rosse: “Invece di andare a zonzo con gli amici militari io scrivevo. Le dedicavo il mio tempo. Non l’ho mai tradita” afferma Gaetano che ha dovuto difendere la relazione anche da ingerenze esterne. Un amico di uno zio che avrebbe voluto portare Giovanna in America. “Ho avuto sempre un carattere forte” ribatte Giovanna. Del resto, il loro è stato un colpo di fulmine. Il matrimonio arrivò il 18 aprile 1963. Il loro amore fu sigillato davanti a Dio nella chiesa del Carmine lì dove si sono ritrovati 60 anni dopo, lo scorso martedì, alla presenza di Padre Donato Sardella e del parroco don Oronzo Negletto, insieme alla famiglia, i due figli -una femmina ed un maschio- ed i nipoti e gli amici. Giovanna in tailleur azzurro, Gaetano col papillon: “Un amore lungo ma pulito-pulito” rappresentato da una rosa bianca come omaggio agli ospiti. Una festa ristretta, non come il ricevimento nuziale svolto a La Lanterna, in via Lepanto con oltre un centinaio di persone. “Siamo una famiglia piccola ma unita” sottolinea Giovanna. Una donna tenace, amorevole, materna. La prima di tre figli, si è sempre presa cura dei familiari, compresi i suoceri. Un altruismo coltivato anche in parrocchia come responsabile dell’Azione Cattolica. La prima panzerottata al Carmine si deve alla sua piccola friggitrice ed all’operato di tante donne di buona volontà che lei sapeva coordinare e stimolare. Una cura ch’è nella sua indole. Lo si vede dalla casa sempre in ordine, dal piatto caldo in tavola. Gaetano, invece, è instancabile. Svolgeva la professione di autotrasportatore. Ancora oggi trascorre le giornate avanti e indietro, quasi instancabile. Aiuta il figlio che non può far a meno dei suoi preziosi consigli. Il ritratto di una coppia semplice ma straordinaria. Senza eccessi. Poche le serate trascorse fuori se non nelle ricorrenze ufficiali. Proiettati a guardare oltre sé stessi, al bene dei figli, alle spese importanti.  Fosse anche “il posto” al Cimitero, rigorosamente l’uno accanto all’altro: “Beh, questo argomento non mi piace” dice Gaetano. “Anche quello deve esser a posto” controbatte Giovanna che solo un anno fa si è ritrovata in uno stato di semi-coma dal quale è uscita in maniera miracolosa, con gratitudine alla vita. Giovanna (Brescia) e Gaetano (Amodio) che non smettono d’essere l’uno per l’altro, con ironia: “Togli il cellulare dal cuore” lo rimprovera al rientro a casa quando si accorge che il telefono è nel taschino della camicia. Un cuore prezioso, quanto il loro amore costruito -dicono- sul rispetto sull’affetto, la fiducia e la confidenza. Reciprocamente. Valori che alleggeriscono anche i sacrifici. Accontentandosi. Nell’eccezione del termine più costruttiva: “Ora si vuole tutto e subito e se non c’è si manda all’aria. È la troppa libertà”. Il segreto di 60 anni insieme? Costruire, passo dopo passo. Senza esagerazioni. Litigando anche ma senza pretendere di uscirne con la ragione. Che amare è una cosa semplice.

© Riproduzione riservata 04 Maggio 2023

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