MONOPOLI – Centro Storico: si vende? Chiedere è lecito, quando ciò che in prima analisi sembrerebbe essere un contorto e dietrologico interrogativo, in realtà è il derivato di una supposizione presto diventata constatazione. Per un Centro Storico speranzosamente valorizzato ed incentivato quand’anche lungimirabilmente sollecitato, ve n’è uno evidentemente invisibile ed impercettibile, che fugge all’occhio distratto del fugace turista o del mordace passante. Un Centro Storico che mostra di sé una sfilata di vecchie case sfitte, di messaggi di agenzie immobiliari, di locali vuoti accumunati dalla scritta visibile di Vendesi. Una dietro l’altra, la porta o la saracinesca della struttura di turno, sembra animarsi solo di cartelli inerti e squadrati, simbolo di un silente e degradante “immobilismo” immobiliare. Fuggono i cervelli come i loro corpi, vanno via persone: è questo l’esodo di una popolazione che cerca autore in un lontano altrove. Come se Monopoli mettesse in vendita il proprio corpo, il più antico; la sua cultura, quella più caratterizzante; la sua storia, la più qualificante. Non esprimendo, né offrendo, un buon motivo per restare o per acquistare, crescere, progredire e proliferare; non contrapponendo -forse- atti e provvedimenti sufficienti a evitare la desertificazione sociale e commerciale o il depauperamento di risorse per chi decidesse di restare. Uno spazio ibrido che forse andrebbe riportato ad antichi splendori, come quando lì si trovavano uffici e scuole o le botteghe che servivano l’indotto di una gran fetta di utenza, localizzando sedi di associazioni di volontariato, centri formativo-culturali destinati ai giovani, insistendo proprio in questo periodo che la cinematografia su di esso ha posto la sua attenzione (Palazzo Palmieri, location della serie televisiva “Una musica silenziosa”). Per far in modo che via S. Caterina, via O. Comes, Piazza Garibaldi, via Porto solo alcune delle vie prese come esempio, ma anche tutte le innumerevoli e caratteristiche stradine, non cadano in un dimenticatoio esistenziale. In un piano di rianimazione e rivitalizzazione che restituisca dignità a quel Vecchio Paese, non solo meta estiva, svuotato della sua identità pullulante di energia e vigore. Il Centro Storico: si vende? Rispondere è cortesia.
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