aggiornato il 15/04/2013 alle 15:17 da

Piazza XX Settembre, Romani accoglie l’appello per salvare il bastione. La parola al dirigente dell’Utc

MONOPOLI – Aggiornamento del 15 aprile ore 17.00 – Qualcosa si muove. Il sindaco Emilio Romani coglie l’appello lanciato dal Settimanale Fax per salvare i resti del torrione e della cinta muraria emersi in piazza XX Settembre. “Venerdì stesso – ha dichiarato il primo cittadino – ho formalmente chiesto al dirigente D’Onghia di verificare, così come seggerito dal vostro giornale, alcune fattibilità. Dovrà consultarsi con il direttore dei lavori e valutare le varie soluzioni possibili. La questione è seguita in prima persona dall’assessore all’Urbanistica Piero Barletta. Attendo dunque una risposta nei prossimi giorni”.
Aggiornamento del 15 aprile ore 10.45: Anche Domenico Brigida, ultimo ispettore dei beni culturali di Monopoli, si unisce all’appello di Fax e di altre associazioni per salvare il bastione rinvenuto in Piazza XX Settembre:  Io sono del parere che vada conservata la memoria storica. Con intelligenza si può trovare il giusto sistema per portarlo in vista. Anche semplicemente lasciare a vista una sua porzione, recintata da una catena, sarebbe un’ottima soluzione. Diventerebbe un elemento ulteriore per il turismo e per la conoscenza storica della nostra città.

Aggiornamento del
13 aprile ore 10.00: Il commento del presidente dell’associazione Portevecchia che si unisce all’appello lanciato da Fax: “Ancora una volta invitiamo tutti nel far presente alle istituzioni che la storia sotto la piazza XX Settembre non va riseppellita, ma bensì messa in evidenza ai cittadini e ai turisti! E’ l’occasione per avere un altro punto d’attrazione per Monopoli! Non nascondiamo ancora una volta quella che è stata la vera storia della nostra città! Cosa costa recintare quella zona invece di ripavimentarla?

Aggiornamento del 13 aprile ore 9.00: Anche l’associazione culturale “Pietre Vive Cattedrale Monopoli “ si unisce al coro di voci di cittadini e associazioni monopolitane che, per mezzo della testata Fax, lanciano un appello alle istituzioni locali per evitare che si decida di seppellire il neo-ritrovato bastione cinquecentesco sotto la nuova piazza XX settembre.

Ricordiamo con soddisfazione il successo che ottenne la nostra iniziativa delle domeniche di settembre 2012, in cui offrimmo ai cittadini visite guidate gratuite a tema nel nostro meraviglioso centro storico, in particolare nel pomeriggio di domenica 16 settembre 2012 molti furono i cittadini monopolitani che presero parte con grande entusiasmo al nostro tour “Una città da difendere”, guidati  dal nostro socio Pasquale lungo quello che doveva essere il perimetro delle mura nel ‘500, volute dall’imperatore Carlo V, per intensificare il sistema difensivo della città, riscoprendo, così, tra informazioni storiche e curiosità, i vecchi torrioni, il castello e le antiche porte della città.

Sarebbe magnifico, pertanto, poter offrire ai cittadini, e ai numerosissimi turisti che ogni anno affollano la nostra Monopoli, la possibilità di ammirare un altro bastione delle antiche mura di cinta, aumentando per i turisti l’offerta culturale della nostra “città turistica” e incrementando nei cittadini la consapevolezza di quanto sia importante valorizzare il nostro ricchissimo patrimonio storico-artistico che altro non è se non la base della nostra identità culturale.

Invitiamo, pertanto, tutti gli amici di PIETRE VIVE  ad aderire all’appello di Fax Monopoli, aprendo il link dell’articolo e cliccando su “consiglia”, auspicandoci che le istituzioni vogliano ascoltarci.

Aggiornamento del 12 aprile ore 20: Il parere di don Vito Castiglione, parroco di Sant’Antonio:

“Siamo tutti convinti che sarebbe giusto evidenziare questi resti della storia di Monopoli. In passato molte testimonianze sono state occultate per mancanza di fondi. Se i soldi però devono dettare la valorizzazione dei beni di una città, tutti i beni andranno allo sfacielo, si interromperà irrimediabilmente la trasmissione dei beni culturali. E’ necessario invece investire perchè la storia si tramandi. Si potrebbe benissimo lasciare una zona degli scavi a vista, così come è stato fatto a Bari, Lecce, Ostuni ed anche a Monopoli nei pressi della chiesa di Santa Maria della Zaffara. Spero che le Soprintendenze si mettano d’accordo per dire agli amministratori che devono fare di tutto per mettere in evidenza queste importanti testimonianze . Serve una politica culturale che miri a valorizzare il tutto”.  

Aggiornamento del 12 aprile ore 18.30
: Ospitiamo il commento del prof. Stefano Carbonara, scrittore di storia locale.
“Il Torrione venuto alla luce fa parte delle antiche mura cinquecentesche costruite durante la dominazione spagnola.Iniziate nel 1529 sono completate nel 1552 con la costruzione del Castello Carlo V.Nel 1788 la città di Monopoli è ancora tutta dentro le mura ed è sovraffollata con i suoi 16.000 abitanti. Si impone la necessità di ingrandirla.Il 19 dicembre 1788, a seguito della petizione presentata dall’Università di Monopoli, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, concede di poter edificare unnuovo Borgo accosto alle mura.Nel 1794 l’ingegnere Francesco Sorino presenta il progetto con il disegno delnuovo Borgo, che prevede il mantenimento di tutte le mura e la costruzione della nuova città a forma circolare intorno ad una grande piazza anch’essacircolare. Nel 1796, considerato che le fabbriche (i fabbricati) sarebbero venute deltutto irregolari e avrebbero prodotto sconcerti, l’arch. De Simone, incaricatodal commissario regio, presenta un nuovo progetto con una grande piazza centrale di forma quadrata con intorno un nuovo abitato di 82 isole. Neldisegno le mura della vecchia città sono interamente mantenute. Lo stesso Sorino propone la costruzione di rampe alberate di raccordo passanti sullemura.Il 15 luglio 1827 il Decurionato (attuale Consiglio Comunale), per difetto dimezzi e perché alla Comune non porterebbe né utili, né autentici abbellimenti,delibera l’abbattimento delle mura consentendo ai privati di costruire su diesse, con l’obbligo di realizzare a loro spese la copertura del fossato e lacostruzione di una strada  larga 40 palmi (strada Fontanelle, poi S.Vincenzo).In questo modo scompaiono le vecchie mura verso l’interno.Rimane una porticina, un piccolo passaggio sotto le mura che sbocca sulsagrato della Cattedrale, che viene chiuso nel 1956.Aver ritrovato durante gli scavi in Piazza XX Settembre parte delle antiche mura è una scoperta di rilevante importanza che deve essere assolutamenteconservata. Sarebbe tutelata la memoria storica della città. Resterebbe un segno per noi monopolitani, ma anche per i visitatori della città. Non seppelliamo la storia con i parcheggi”.
Prof. Stefano Carbonara, scrittore di storia locale.

Aggiornamento ore 18.00: Sulla questione della cinta muraria emersa in piazza XX settembre interviene anche Mons. Vincenzo Muolo, rettore della Basilica Cattedrale di Monopoli: “Anch’io sarei d’accordo che rimanga a vista almeno una porzione degli scavi. La nostra città è ricca di queste memorie ed è bello custodirle. Non è possibile conservare e mostrare tutto, altrimenti Monopoli diventerebbe una necropoli, ma almeno qualche pezzo significativo che ci ricordi il nostro passato. Sta ai tecnici trovare la giusta soluzione ed intervenire poi perchè lo scavo non diventi un immondizzaio”.
Aggiornamento ore 17.05: Anche l’associazione Amici di San Salvatore si schiera in difesa della salvaguardia del bastione ritrovato in Piazza XX Settembre:

Anche l’Associazione “Amici di San Salvatore” condivide l’appello alle istituzioni affinchè il ritrovamento non venga nuovamente interrato!  
Sarebbe un’altra occasione persa per la nostra città, ricca di beni artistici e architettonici troppo spesso abbandonati e dimenticati.

Altrove lo hanno già fatto, perchè da noi non sarebbe possibile garantire la visibilità a chiunque di un pezzo della nostra storia?  
Lottiamo affinchè ciò che appartiene al nostro passato, possa tornare alla luce…
Aggiornamento ore 14.00: Ospitiamo il parere di Vincenzo Saponaro, maestro d’ascia e appassionato di storia locale.
Vincenzo Saponaro, maestro d’ascia e appassionato di storia locale: Quello che è stato ritrovato è il Torrione del Re Ferrante, detto dagli spagnoli anche di Santo Domingo per via della vicinanza alla chiesa di San Domenico. E’ uno dei bastioni più grossi, dalla forma cilindrica, attorno al quale c’erano gli orti. Compare in molte carte fino al Settecento e l’ho riprodotto anche nel plastico. Ora che è stato portato alla luce, sarebbe un peccato ricoprire tutto. Sarebbe bello invece poterlo guardare, per osservare dal vivo la linea che seguivano le antiche mura.

Aggiornamento ore 12.30: Prime reazioni all’appello lanciato da Fax per salvare il bastione cinquecentesco scoperto in Piazza XX Settembre. Pubblichiamo il parere dell’arch. Domenico Capitanio:

Arch. Domenico Capitanio: E’ venuto alla luce il torrione d’angolo, di cui conoscevamo già le misure e la posizione. Le mura furono spianate in parte. Sarebbe molto importante recuperare questo patrimonio. Ci potrebbero essere diverse soluzioni. Come mantenere l’accesso alle casematte, nella profondità del bastione, e scavare fino alla base del fossato. Il progetto meriterebbe una variante ed esser riconsiderato, mettendo a disposizione del progettista qualche altro soldino. E’  
un’occasione che non va persa, come accaduto al porto quando è stata richiusa la chiesa nei pressi della Biblioteca Rendella. Non costa nulla sospendere i lavori per unmese per considerare una variante e studiare la soluzione migliore. Bisognerebbe inoltre fare qualche altro saggio.

Aggiornamento ore 11.10: Piazza XX Settembre. Quale destino per i resti della cinta muraria emersi nel corso dei lavoridi riqualificazione dell’area? La mancanza di fondi, secondo quanto dichiarato dall’assessore all’urbanistica Barletta, sembrerebbe far propendereper la soluzione più volte adottata in città in queste circostanze: seppellire l’area archeologica. Seppur rimarcando la presenza del bastione disponendo l echianche in modo da delinearne il profilo, queste importanti testimonianze della storia della nostra città sarebbero sepolte, lontane dagli occhi e dallamente di chiunque ci passeggi al di sopra.  
Perché, allora, non pensare di lasciare semplicemente in vista l’affascinante torrione che si interseca con le mura, delimitando l’area con una semplice catena? Questo tipo di soluzione, secondo il nostro modesto parere efficace ed economica, peraltro adottata in molte altre città (si veda ad esempio nella vicina Bari in piazza del Ferrarese), accrescerebbe il valore della piazza che segna il confine tra borgo nuovo ed antico. Seppellire i resti della cinta muraria e del bastione rappresenterebbe un sacrilegio, un’offesa alla memoria storica cittadina e soprattutto un’occasione sprecata per lasciare finalmente a vista una delle innumerevoli testimonianze storiche emerse tra le fondamentadella città nel corso degli anni, che fungerebbero sicuramente da attrattore per una città che vuole definirsi turistica. Lanciamo, quindi, un appello alle istituzioni, ed in primis al sindaco, perché si rifletta e d’intesa con la Soprintendenza si scelga la soluzione migliore per la città.  
Sull’argomento Fax porterà avanti una battaglia. Aiutateci con i vostri commenti e suggerimenti.

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© Riproduzione riservata 15 Aprile 2013

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