MONOPOLI – E’ stato condannato a scontare una pena di circa 19 anni il 60enne monopolitano Giacomo Raimondi fermato dalla polizia nella tarda serata del 6 maggio dello scorso anno dopo aver confessato di aver ucciso il carrozziere, sempre di Monopoli, Angelo Giannoccaro di 49 anni, a seguito di una colluttazione avvenuta poco prima dell’arresto davanti all’autocarrozzeria della vittima, a sud di viale Aldo Moro. La sentenza è giunta mercoledì pomeriggio alle 17.15 circa dopo quasi cinque ore di Camera di Consiglio presso il Tribunale di Bari, senza la necessità del rinvio a giudizio viste le prove schiaccianti e in base alle quali la difesa ha chiesto il rito abbreviato. Così il GIP dott. Giovanni Abbattista, al termine della discussione ha disposto il massimo della pena condannando per omicidio volontario Giacomo Raimondi a 15 anni e 6 mesi in carcere più altri 3 anni, alla fine, da scontare in libertà vigilata a fronte di una richiesta di 30 anni avanzata dal pubblico ministero. Inoltre, il Giudice per l’Udienza Preliminare ha riconosciuto ai familiari della vittima, difesi dall’avvocato Umberto Sforza che si dice soddisfatto del risultato, un risarcimento provvisionale di 20 mila euro che sarà definito meglio in sede civile. Alla lettura del verdetto Raimondi era assente perché è dovuto rientrare in carcere. I legali difensori, Salvatore Baldassarre e Aurelio Gironda, hanno già annunciato di voler far ricorso in Corte d’Appello perché non ritengono che le ferite riportate dal carrozziere possano essere state volontarie da parte del proprio assistito ma occasionali nel momento in cui c’è stata la colluttazione tra i due. Secondo la propria linea difensiva il coltello è stato utilizzato per legittima difesa e pertanto si è trattato di omicidio preterintenzionale e non volontario. Quella sera, lo ricordiamo, Raimondi e Giannoccaro si diedero appuntamento davanti all’autocarrozzeria per un regolamento di conti sfociato in tragedia. Dalle parole si passò alle mani finché Raimondi estrasse un coltello ed infliggendo due colpi, uno dei quali ha reciso l’arteria femorale del carrozziere. Vani furono i tentativi di rianimarlo da parte dei sanitari del 118. L’uomo morì poco dopo, in una pozza di sangue, mentre il suo aggressore fu rintracciato dalla polizia quella notte stessa e, subito dopo aver confessato, fu arrestato e condotto in carcere.
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