aggiornato il 22/03/2022 alle 19:19 da

Da Trieste a Noci per vivere all’insegna del green

Da Trieste a Noci all’insegna del green. La storia di Valeria e Federico ha un non so che di bucolico e zen. Lei quasi 30 anni, lui quasi 33. Compagni di vita e quindi anche di progetti e valori. Valeria e Federico stanno cercando un’abitazione campestre qui, a Noci, nella quale trasferirsi e vivere in maniera autosufficiente, ecosostenibile e super green. «Cerchiamo un grande terreno nel quale coltivare frutta e verdura.» – racconta Valeria Facchini – «Il principale obiettivo è quello di nutrirci con i frutti della terra che Federico si occuperà di coltivare. Poi vorremmo autonomizzarci anche dal punto di vista dell’energia. Siamo grandi amanti della natura, anche di quella umana. Sentiamo la necessità di vivere a contatto con il verde senza mai calpestarlo. Rispetto della natura è sinonimo di cura e prevenzione per l’uomo, dal punto di vista fisico e anche interiore». Valeria ha studiato la medicina tradizionale cinese, le pratiche orientali shiatzu e quella taoista, la danza sensibile. E’ una donna che aiuta gli altri a trovare l’equilibrio e l’armonia interiori. E vorrebbe aprire il suo nuovo studio qui, immersa nella campagna, a contatto con la madre terra. Cura del corpo, della mente e dell’ambiente sono le parole chiave, quindi, della loro missione.

Perché avete scelto proprio la Puglia e, in particolare, Noci?

La scorsa estate siamo venuti in Puglia in camper. L’idea era quella di girare l’intero Sud Italia ma, alla fine, siamo rimasti nella vostra regione per tutto il tempo del viaggio. Per me era la prima volta ed è stato un colpo di fulmine. La Puglia è una terra di grandi tradizioni molto antiche che a noi affascinano molto. Per di più lì da voi abbiamo incontrato diversi gruppi di giovani che si stanno lanciando nella nostra stessa direzione. Ragazzi con una grande voglia di fare rete, di collaborare, di lavorare insieme per il bene della natura e dell’umanità. A Noci abbiamo conosciuto Infestante Agricoltura Biologica e ne abbiamo subito condiviso principi, modalità e obiettivi.

Quindi il vostro si può definire progetto per la società?

Sicuramente. L’intento, un domani, sarà anche quello di vendere i frutti della terra che avremo coltivato. Quindi di offrire un alimento sano che, insieme ai miei corsi, consentirà a chiunque ne fruirà di migliorare lo stile di vita. Il punto è che l’uomo e l’ambiente sono arrivati al limite e, di sicuro, in questo modo non è più possibile andare avanti. C’è bisogno di un cambiamento sostanziale. Noi crediamo sia possibile vivere con un tempo diverso, con ritmi diversi, sfruttando con intelligenza la tecnologia, senza abusare della natura.

Come finanzierete il vostro progetto?

Io e Federico facciamo parte della generazione di precari. Ecco perché vogliamo dedicarci a qualcosa che davvero ci entusiasma. Come qualcuno disse una volta: “fai quello che ti piace nella vita e non lavorerai nemmeno un giorno”. E noi vogliamo fare ciò che ci piace affidandoci alle nostre risorse e con l’aiuto di fondi e progetti europei.

© Riproduzione riservata 22 Marzo 2022

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