NOCI – Antonella Mansueto è stata operata nel reparto di chirurgia dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Putignano per l’asportazione di una banale ciste coccigea il 4 dicembre 2009 ed è morta all’ospedale Miulli di Acquaviva il 26 marzo del 2010. Nel mezzo un lungo calvario: 46 giorni di coma ed il disperato e purtroppo inutile tentativo di salvarle la vita amputandole le dita delle mani e le gambe. Ad ucciderla è stata una setticemia, un’infezione. Per capire in quali circostanze la setticemia si è manifestata e per quali cause, da martedì scorso, giorno in cui la famiglia di Antonella assistita dal legale, avv. Vito Mormando, ha depositato la denuncia presso la Procura di Bari, sono state aperte, l’una dopo l’altra, quattro indagini e parallelamente è scoppiato il caso mediatico malasanità. Indaga ovviamente la Procura, a seguire il caso è la pm Angela Morea che ha disposto l’acquisizione delle cartelle cliniche e dei referti medici di tutte le strutture dove la ragazza è stata curata e visitata: l’ospedale di Putignano, il Miulli di Acquaviva e la Guardia Medica di Noci, dove addirittura le era stata diagnosticata un’influenza e per questo le fu prescritta la Tachipirina per abbassare la febbre arrivata a 42.
La Procura sta inoltre procedendo all’identificazione dei medici che hanno avuto in cura la 22enne, per individuare responsabilità personali e procedere a eventuali iscrizioni nel registro degli indagati. Sarà ascoltato il chirurgo che ha effettuato l’operazione alla ciste, il dott. Sebastiano Calò, ma anche il medico, la cui identità è ancora sconosciuta, che durante una rituale visita di medicazione avrebbe per primo sospettato di quella ferita che non si rimarginava e per questo consigliato alla paziente di rivolgersi a chi l’aveva operata.
Sono attesi in ospedale anche i carabinieri del Nas a cui la pm ha già dato mandato di verificare la situazione igienica e sanitaria della struttura ed in modo particolare delle sale operatorie. Altra indagine aperta è quella interna della Asl a cui si affianca un’indagine del presidio ospedaliero che vuol fare chiarezza su quel che è avvenuto. Proprio ieri mattina, mentre il nostro giornale andava in stampa, in ospedale arrivavano gli ispettori della commissione d’inchiesta nominati dalla Asl.
L’indagine nel frattempo si è allargata anche alle aule competenti della Regione che intendono fare luce sugli aspetti di carattere amministrativo, e alla commissione d’inchiesta del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale. E’ stato il presidente Ignazio Marino ad attivare la procedura d’inchiesta spiegando: “L’istruttoria è aperta, si sta procedendo alla raccolta della documentazione necessaria che poi verrà valutata dalla Commissione – aggiunge Marino – I risultati saranno valutati durante il prossimo Ufficio di Presidenza”.
Sul presunto caso di malasanità sono intervenute anche le associazioni di tutela degli utenti. Il Codacons a mezzo stampa ha commentato: “È assurdo andare in ospedale per curarsi una cisti e morire di setticemia”. L’Anio (Associazione Nazionale Infezioni Ossee) invece ha messo in guardia: “Questi incidenti accadono con frequenza a causa di un’assenza di linee guida e protocolli cui il medico e la struttura devono attenersi”.
Le reazioni dall’ospedale e l’intervista al fratello e alla mamma di Antonella Mansueto in edicola su FAX.
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