aggiornato il 21/03/2013 alle 14:26 da

‘Projec Room’ al museo Pascali

POLIGNANO – Il viaggio e l’incontro con culture differenti si pone alla base delle opere che Maria Grazia Carriero presenta nella sua personale At home 1578, un progetto nato da un’esperienza umana e culturale molto forte compiuta dall’artista nel 2005 in Marocco, a Marrakech dove, immersa in una realtà di disagio e povertà, a contatto con i bambini dell’orfanotrofio e del carcere minorile, si ritrova a lavorare nei laboratori organizzati dall’associazione Amjart con un materiale particolare, tanto inusuale in ambito artistico quanto fondamentale per l’affermazione della sua identità: la pasta.
Al rientro in Italia Maria Grazia Carriero inizia un percorso di ripensamento “a casa” di quanto vissuto in Nord Africa; a partire dalle collane realizzate dai ragazzi, oggetti con finalità ludica, crea nel 2009 grandi installazioni di collane e anelli di pasta (Where is made in Italy? e The ring), lavori temporanei destinati per la loro intrinseca natura a deteriorarsi.
Successivamente la memoria dell’esperienza marocchina viene ulteriormente rielaborata e indirizzata verso la produzione di opere bidimensionali su forex, dove l’artista compone motivi geometrici e figure, mimetiche rappresentazioni naturali di pasta di grano duro che, sottoposta a un processo di bruciatura, “mutazione non solo estetica ma anche di natura simbolica”, viene assicurata sul supporto con l’uso della resina, che fissa le forme e, insieme, altera decisamente la percezione visiva, contribuendo a modificare l’aspetto della pasta, che è trasformata ormai in qualcosa di altro, di nuovo.
I due cicli esposti, Nature e Circle, rappresentano un momentaneo punto di arrivo. At home 1578 si presenta come un temporaneo approdo di quel percorso, intrapreso da diversi anni, che ha spinto Maria Grazia Carriero a indagare il concetto di virtualità non solo sotto l’aspetto filosofico ma anche antropologico; ad analizzare gli ambiti della memoria e superstizione popolare (Count, Ritratto di famiglia); a esaminare, con l’uso dei QR code, i meandri di una realtà virtuale e telematica quale nuova frontiera inesplorata per il genere umano.
Le opere realizzate con la pasta di grano duro raccontano, dunque, di un’ulteriore tappa di un percorso interiore ed esteriore, introspettivo ma fortemente legato alle suggestioni provenienti dai luoghi visitati, dagli incontri fatti, dalle esperienze maturate, partendo da una riflessione profonda – concettuale e pratica – su quanto accaduto in Marocco. Una meditazione che nasce tra le familiari pareti domestiche e si sviluppa nel corso degli anni, con un ritmo non continuo ma con una costanza riflessiva di fondo che porta Maria Grazia Carriero a impegnare 1578 ore della sua vita all’ideazione e concretizzazione di questi particolari lavori.
At home 1578 è il risultato, non definitivo ma anzi rinnovato giorno dopo giorno, di uno sviluppo creativo basato sul vissuto e sul concetto, sul tangibile e sull’impalpabile, sulla cruda realtà e sull’immaginazione artistica che conduce alla dichiarazione di una decisa appartenenza alla terra d’origine, una terra che l’artista sente fortemente sua, che ha conservato nel cuore e nelle mani portandola tra i bambini di Marrakech, e che ha ricondotto indietro, a casa, significativamente rinnovata.

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© Riproduzione riservata 21 Marzo 2013

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