aggiornato il 23/10/2014 alle 10:56 da

Dopo le frasi shock sui gay, Giampaolo si spiega

IMG-9974 RutiglianoRUTIGLIANO – Dopo il clamore mediatico scatenato da Nicola Giampaolo con la frase shock “Roma vergognati! Meglio un sindaco mafioso del sud!”, riferita ai matrimoni gay trascritti dal sindaco della capitale Marino, il consigliere comunale del movimento di centrodestra “Realtà Italia” controbatte. Dice di non essere contro gli omosessuali ma contro il comportamento del sindaco Ignazio Marino che definisce mafioso, poichè sostiene abbia imposto con violenza, come fa la mafia, come fanno i boss mafiosi, il proprio credo politico alla collettività. Nonostante tutto chiarisce di confermare le parole dette.
E parla ancora dell’aspetto giuridico: “Il Sindaco Marino ha approfittato della propria carica per imporre un suo punto di vista culturale, sociale, politico ed ideologico superando la norma del nostro ordinamento giuridico… servendosi di uomini e donne con idee differenti ma comunque rispettabili, ha commesso atti ritenuti oltraggiosi al sistema giuridico italiano”; “È grande ed evidente che è un atto amministrativo gravissimo”; “Bisogna garantire l’applicazione delle leggi dello Stato italiano, così come richiesto anche dalla circolare del Ministero dell’Interno perché non c’è una norma che consenta la registrazione dei matrimoni tra coppie gay”. Ribadisce, inoltre, concetti che aveva già posto in evidenza rispondendo ad alcuni concittadini che commentavano aspramente la sua dichiarazione: “Affidare dei minori a coppie omosessuali è un atto deprimente che va contro i principi sacrosanti rivendicati dalla Carta internazionale dei diritti all’infanzia e dei diritti umani! Ad ogni bambino il diritto di crescere in una famiglia fatta da un padre e una madre”.
Quale conosciuto forte credente, prende in prestito le parole della chiesa cristiana scrivendo che: “Una tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi giorni, non è accettabile”. “È questa la ferma reazione della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) dopo la trascrizione delle nozze gay a Roma decisa dal sindaco Ignazio Marino”. I vescovi commentano: “L’augurio  è che il rispetto delle persone individuali sia sempre salvaguardato nelle loro legittime attese e nei loro bisogni, senza mai prevaricare il dato della famiglia. La sua originalità non può essere diluita, se ci sta veramente a cuore il ‘bene comune’ che è la differenza, dei generi e delle generazioni. In una parola, se ci preme la famiglia”.  Ispirato da queste parole Giampaolo continua: “Dio ci indica la sua dottrina per mezzo della Chiesa e, se ti ritieni cristiano, devi seguire le indicazioni imposte dalla Chiesa. La Chiesa non ha mai sbagliato in fatto di dottrina. La provocazione doveva da me cristiano risentito, essere ostacolata per confermare il mio dissenso per quanto mi appartiene, per l’effetto nel riflesso mediatico sul mio territorio”. Conclude citando un parte della canzone “Chiamami ancora amore” di Vecchioni, parlando del rispetto delle regole, per poter giungere ai fondamentali valori del rispetto delle idee e della libertà altri; valori che dopo queste sue dichiarazioni, molti sostengono non abbia.
“Profonda vergogna!” Questo il commento del PD Rutigliano, che risponde alle infelici parole del consigliere, dichiarandosi allibito della vergognosa dichiarazione fatta: “Con due frasi incommentabili su un social network è riuscito ad offendere proprio tutti, per primi i suoi concittadini, non dimostrando alcun minimo rispetto per il ruolo di rappresentanza ricoperto”. E se ad ogni azione corrisponde un’azione uguale e contraria, manifestando il pensiero di numerosi cittadini, il PD Rutigliano chiede “ ufficialmente che il consigliere Nicola Giampaolo, considerando la possibilità di mettere in discussione la sua posizione di consigliere comunale, si scusi con i rutiglianesi e con tutti gli omosessuali che ha pesantemente denigrato”.

© Riproduzione riservata 23 Ottobre 2014

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