aggiornato il 08/11/2013 alle 15:59 da

Il bar che rinuncia alle slot machine

Gianvito PignataroTURI – Mentre aumenta sempre più la febbre delle macchinette dei videopoker, a Turi, come è avvenuto anche di recente nel capoluogo, i titolari del “Bar Ragno” di via Vincenzo Orlandi hanno deciso di eliminare le cosiddette “trappole mangiasoldi” dal proprio locale. Alla fine non se la sono sentita di vedere non pochi “clienti” passare ore e ore davanti a quelle slot machine. E quel che è peggio, a consumare non pochi soldi. Secondo un testimone, avventore del locale, alla fine di alcune giornate, quando si svuotavano gli appositi contenitori, si contavano diverse migliaia di euro di monetine. Non sono in pochi ad aver parlato del fenomeno di questi giochi come di una vera e propria “patologia”. Ad esempio, per provare ad incentivare i commercianti a disfarsi delle macchinette il consiglio comunale di Bari ha approvato qualche settimana fa un sconto del 20% sul costo della tassa rifiuti. Sarebbe stata questa, magari, un’idea anche per la vecchia amministrazione turese, che è caduta proprio sulla Tares. Comunque l’iniziativa del Bar Ragno non va assolutamente sottovalutata (ancor più se si pensa che a differenza dei colleghi del capoluogo non riceverà alcun beneficio economico). Speriamo che altri operatori commerciali seguano questo esempio. “Se la nostra scelta non viene seguita da altri – ci ha infatti spiegato Gianvito Pignataro – penso che non cambierà poi molto. Sono tanti ormai i punti dove si può continuare a giocare”.

© Riproduzione riservata 08 Novembre 2013

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