TURI – E’ finito in carcere, dopo essere stato cercato in lungo e in largo per mesi, lo stalker che, dal 2010, perseguitava una donna di Monopoli (la sua commossa testimonianza nell’articolo a fianco). Sulle tracce del 35enne turese, ben noto alle forze dell’ordine, sia polizia che carabinieri. L’uomo, che era stato arrestato nel dicembre 2011 per lo stesso motivo, aveva scontato la pena dei domiciliari e, una volta tornato in libertà, aveva ripreso a perseguitare la donna. A quel punto, il magistrato, nell’ottobre 2012 ne aveva disposto la custodia cautelare. Ma di lui si erano perse le tracce e il provvedimento non era stato mai notificato. Fino a quando, la scorsa settimana agenti in borghese della polizia di Monopoli lo avevano rintracciato sulla circonvallazione di Turi, riuscendo anche a speronarlo. Ma l’uomo era stato abile a far perdere le proprie tracce. Non a lungo. Nel pomeriggio di lunedì, infatti, su segnalazione di un agente della Metronotte che aveva riconosciuto la sua auto parcheggiata a largo Pozzi (al contrario per evitare che si vedessero i segni dello speronamento) nei pressi della Banca di Credito Cooperativo di Alberobello e Sammichele, una pattuglia dei carabinieri della locale stazione si è portata sul posto. Un agente ha presidiato la porta d’ingresso, l’altro è entrato nell’istituto di credito senza farsi notare dallo stalker. E lo ha tratto in arresto. Ora, in attesa che cominci il processo, il 35enne resterà in cella nella casa di reclusione di Bari. Per la donna che perseguitava, la tanto agognata libertà. “Faccio ancora fatica a credere – racconta commossa la vittima – che possa essere davvero finita dopo tutto quello che ho passato”. Era cominciato tutto da un’amicizia, nel 2010. “Questa persona – prosegue la donna – si manifestava un amico al punto tale da riuscire a carpire anche delle confidenze. Ma, quando il rapporto di amicizia sembrava essere arrivato a consacrare con la fiducia la stima tra due persone, le cose sono cambiate. Lui voleva di più. Può succedere. Io gli ho fatto chiaramente capire che non si sarebbe potuto andare oltre. Ma lui a quel punto sembra aver progressivamente perso il lume della ragione”. Il resto della lunga testimonianza della donna sul settimanale in edicola
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