aggiornato il 23/11/2022 alle 11:23 da

Eppur si muore, una terra martoriata

Mercoledì 16 novembre un’iniziativa importante ha visto coinvolti due nostri concittadini in un evento, all’interno di una Rassegna culturale dal sapore pugliese: Ferma l’onda della cultura .

Chiediamo a Tina Ottavino, Presidente dell’associazione Alexott, che l’ha ideata e l’organizza, in cosa consiste la Rassegna “Ferma l’onda della cultura “?

“Diversi anni or sono, ho dato avvio a una rassegna culturale e di spettacolo, soprattutto in estate. Presentazioni e organizzazioni culturali in contesti e salotti naturali, ad es. il mare, le spiagge, i lidi, le terrazze sul mare. Così mi sono distinta tra le mie conoscenze perché mi richiedevano di far parte della rassegna testé citata. Così ho lasciato che mi accompagnasse anche in inverno… mi piaceva darle un’identità che mi appartenesse.

Ferma l’onda è il soffermarsi alla bellezza dell’onda intesa come eventi, caratterizzata dalla loro potenza. Non ho mai costruito un’onda uguale a quella che l’ha preceduta o che l’ha seguita. E, soprattutto, ho cercato di fermarmi all’ascolto e farne tesoro.”

Quale nome e quale “onda” ha ascoltato infrangersi sugli scogli della cultura la Ottavino il 16 novembre nella Teca del Mediterraneo, Biblioteca Multimediale del Consiglio Regionale Puglia?

“Il Libro-inchiesta di Nico Catalano “Eppur si muore”, Giazira Edizioni, per dare voce ad una terra che vuole essere ascoltata.”

Allora, quale migliore occasione di porre qualche domanda all’autore del libro, Nico Catalano, per meglio addentrarci nel senso dell’opera?

Dott. Catalano, “Eppur si muore” …da cosa emerge? A cosa rimanda?

Con questo libro ho dato voce ad una terra, il Salento, che chiede di essere ascoltata. La mia è un’inchiesta che raccoglie le testimonianze di imprenditori, amministratori locali, esperti, ma anche gente comune, lavoratori della terra che lanciano l’allarme da un territorio, il Salento per l’appunto, che rischia di diventare un deserto fisico e sociale, che rischia di rimanere abbandonato a se stesso. Il mio è un racconto fatto di silenzi, ma anche di proposte, tante, che chiedono solo di essere raccolte.

Da cosa nasce il titolo?

In realtà, il titolo è stato scelto dall’editore, Cristiano Marti. E’ fuor di dubbio che ci sia un gran parlare dalla Xylella al dramma degli incendi che devastano ettari di terreni; dal ritorno al fenomeno dell’emigrazione alla mancanza di manodopera specializzata; dall’emergenza alla necessità di risposte urgenti. Così come è sotto gli occhi di tutti il modo in cui queste tematiche, importantissime per la sopravvivenza del nostro territorio, siano sempre e solo state oggetto di tavoli di discussione, anche di scienza altisonante, ma certamente incapaci di smuovere realmente la situazione. Ecco che, da un gioco di parole tra la celebre frase di Galileo” Eppur si muove” e la constatazione che in Puglia “ Si muore”…è nata l’espressione “ Eppur si muore”, che è diventato il titolo del mio libro.

A cosa pensa porterà questo suo libro- inchiesta?

Vorrei che tutti noi facessimo un’analisi, cercando di essere concreti, partendo da una visione d’insieme.

Qual è il suo obiettivo?

Il mio obiettivo è indurre al dialogo su tematiche scottanti, che ci toccano da vicino. Spero che “Eppur si muore” sia in grado di creare momenti di discussione su queste tematiche. Purtroppo, la politica non si è ben adoperata in questo senso.

Per questa ragione tra i suoi ospiti sono stati invitati ad intervenire Amministratori locali?

Proprio così.Spero che dal nostro dibattito pacato nasca un futuro di ascolto ed una concretezza esecutiva di chi gestisce la cosa pubblica!

Che tipo di risposte ha già avuto?

Innanzitutto, la vendita dei miei libri. Poi il fatto che tanti Sindaci mi abbiano chiamato a presentare il libro nel loro paese. Questo significa che si sta diffondendo una sana consapevolezza del problema. Bisogna debellare lo spirito del complotto, del confronto- scontro, in cui ci si “parla addosso”. Si deve ritornare a parlare, ma soprattutto ad ascoltare sulla base di due principi, per me fondamentali: 1. La diversità è una ricchezza; 2. Bisogna creare la consapevolezza senza ergersi su un piedistallo.

Ma lei, a quale titolo ritiene di poter parlare di queste tematiche? Ci dice un po’ chi è Nico Catalano?

Sono nato a Bari nel 1971. Sono Dottore agronomo dal 2008.mi sono trasferito a Turi nel lontano 1982. Dal 2013 sono consulente presso il Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale ed Ambientale  della Regione Puglia, come unità di sostegno all’Autorità di Gestione del PSR Puglia.

Precedentemente sono stato prima borsista di ricerca presso il CREA viticoltura di Conegliano Veneto (TV), in seguito assegnista di ricerca presso il CREA viticoltura di Turi, dove  mi sono occupato della valorizzazione delle varietà di uva da vino degli ambienti mediterranei.

Attualmente, rivesto il ruolo di dirigente regionale dell’AIAB Puglia (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica)  e siedo a Roma nel Consiglio di Amministrazione della  FIRAB  (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica).

Sono anche componente del Forum Pugliese dell’Agricoltura Sociale. Ho collaborato con Fax …e mi diletto a scrivere!” Interessante il dibattito emerso da questo incontro. Noi ci auguriamo che il libro- inchiesta “ Eppur si muore” di Nico Catalano, sortisca il giusto effetto, a tutto beneficio del nostro territorio!

© Riproduzione riservata 23 Novembre 2022

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